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CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI - TITOLO DALLA “VERITÀ”: “LA SCHLEIN SI SFOGA CONTRO LA MELONI MA È COSTRETTA A CORTEGGIARE CONTE”. SOMMARIO: “ELLY ‘GIUDA’ LA MANIFESTAZIONE DEL PD”. SPERIAMO PER LEI CHE ALMENO ABBIA RISCOSSO I 30 DENARI” – TITOLI DA UN’UNICA EDIZIONE DEL "GIORNALE". PAGINA 1: "E I FILO-HAMAS ‘ORA’ PUNTANO ALL’ASSE ROSSO CON LO SCIOPERO". PAGINA 15: "RAISI A BIN SALMAN: ‘BACIAMO LE MANI, HAMAS ‘ORA’ RESISTA”. PAGINA 16: “ADAMS ‘ORA’ RISCHIA GROSSO”. È SEMPRE L’ORA (IERI DEI PAVESINI, A ‘CAROSELLO’, CON TOPO GIGIO; OGGI DEI TITOLISTI)…

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

(http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)

 

LIANA MILELLA

Liana Milella, cronista giudiziaria di lungo corso e – si presumeva – di vasta sapienza, intervista sulla Repubblica il presidente emerito della Consulta, Giancarlo Coraggio, 83 anni, giurista di lunghissimo corso e – si presumeva – di vastissima sapienza.

 

Il tema è la riforma costituzionale, che nelle intenzioni di Giorgia Meloni, secondo Coraggio, prevede un esagerato «potenziamento del ruolo del premier», in obbedienza a una tendenza «sia interna che internazionale che vede emergere sempre di più un ruolo da primo ministro inglese o da cancelliere tedesco (il Consiglio d’Europa è composto dai capi di Stato e di governo)».

 

La Repubblica, Coraggio e Milella ignorano cosa sia il Consiglio d'Europa

Tralasciando il fatto che non si capisce come possa un intervistato parlare fra parentesi (traccerà due segni nell’aria con gli indici?), in realtà il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale indipendente dai governi, con il compito di «promuovere la democrazia, i diritti umani e lo stato di diritto in Europa e non solo».

 

Tutt’altra cosa è il Consiglio europeo, che trimestralmente raduna i 27 premier (o presidenti) dell’Ue. In sintesi, il Consiglio d’Europa è innocente, immune dal premierato, e vigila sui diritti. Fra quest’ultimi, non ci sembra che figuri quello all’ignoranza.

 

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Dall’editoriale di Matteo Renzi sulla prima pagina del Riformista: «Come del resto abbiamo parlato del niente dal decreto rave party alle norme sul Pos, dalla carne sintetica a tutti i provvedimenti di Adolfo Urss».

 

Se non è stato ripristinato il patto Hitler-Stalin, pensiamo che si tratti di Adolfo Urso. Da un ex presidente del Consiglio improvvisatosi direttore di giornale (e per 2 euro a copia) ci aspettavamo di più. Per esempio, che non ricorresse al correttore di Word quando scrive.

 

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Il Riformista, Renzi trasforma Urso in Urss

Sul Corriere della Sera, Fabrizio Roncone, nel ritratto un po’ di sé stesso e un po’ di Tomaso Montanari, forse futuro candidato sindaco a Firenze, fa sapere che usa la Moleskine per prendere appunti (lui, Roncone) e che non può apprezzare (sempre lui, Roncone) «le Binckerstock», le «tremende cioce tedesche», che per la verità si chiamano Birkenstock.

 

Dopo aver suscitato in noi sincera ammirazione per il buongusto, ci delude con il classico analfabetismo residuale degli esteti. Per far dire al rettore dell’Università di Siena per stranieri che non è comunista, gli attribuisce esattamente la confessione del contrario, mettendo in bocca a Montanari un’asineria mica da poco: «Altroché comunista come mi urla addosso quel genio di Salvini».

 

MATTEO RENZI.

Lo Zingarelli 2024 attesta che altroché significa «certamente, sì, senza dubbio (come risposta energicamente affermativa)».

 

La grammatica italiana (Treccani) aggiunge: «La grafia separata altro che, invece, si usa quando la locuzione indica esclusione o preferenza rispetto a un altro elemento: fatti, altro che chiacchiere». Quindi la forma corretta da usare, nel caso specifico, era: «Altro che comunista». Invece di guardare malevolmente le cioce (o ciocie) tedesche, Roncone avrebbe fatto meglio a consultare il vocabolario. Altroché.

 

tunnel sotto gaza

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Titolo dalla Verità: «La Schlein si sfoga contro la Meloni ma è costretta a corteggiare Conte». Sommario: «Elly giuda la manifestazione del Pd». Speriamo per lei che almeno abbia riscosso i 30 denari.

 

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Parlando dei tunnel di Gaza, Guido Olimpio sul Corriere della Sera riferisce: «Sabato è stata annunciata la morte di quattro parà per l’esplosione di un ordigno alla “bocca” di un cunicolo, probabilmente era stato trappolato dai miliziani». Ci pare una torsione piuttosto ardita del verbo trappolare, che per Lo Zingarelli 2024 ha il seguente significato (peraltro figurato e caduto in disuso): «Ingannare, truffare, raggirare».

 

ELLY SCHLEIN GIORGIA MELONI

Per il Grande dizionario della lingua italiana di Salvatore Battaglia, il participio passato trappolato significa «catturato, imprigionato (una persona)», o, meglio, significava, essendo caduto in disuso. In senso figurato, «ingannato, raggirato» e «ottenuto con l’inganno, con la frode (una somma di denaro)».

 

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Titoli da un’unica edizione del Giornale. Pagina 1: «E i filo-Hamas ora puntano all’asse rosso con lo sciopero». Pagina 15: «Raisi a bin Salman: “Baciamo le mani, Hamas ora resista». Pagina 16: «Adams ora rischia grosso». È sempre l’ora (ieri dei Pavesini, a Carosello, con Topo Gigio; oggi dei titolisti).

 

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l arrivo dei terroristi di hamas al rave party nel deserto israeliano 2

Su Libero, Luca Puccini si occupa di un ragazzo finito in ospedale per la sfida social della patatina piccante, sulla quale indagano i Nas dei carabinieri. La «Hot chip challenge» consiste nel mangiare questo snack e nel postare il video delle conseguenze: il tiktoker Diego Simili si è sentito male, mentre un anno fa un giovane americano era morto. «E dire che dietro, sul retro della confezione, è scritto papale: “Prodotto non destinato ai bambini”».

 

A prescindere dal fatto che, se è scritto dietro, vediamo improbabile che l’avvertenza sia sul davanti della confezione, sono per caso le patatine preferite da papa Francesco? Pensiamo di no. Allora Puccini prenda nota: la locuzione avverbiale papale papale (che vuol dire «con assoluta franchezza, quasi bruscamente») non può essere dimezzata. Già che c’è, Puccini potrebbe avvisare la collega Claudia Osmetti, che lavora nel suo stesso giornale e che dieci giorni prima aveva scritto: «Le virgolette sono una citazione papale della sentenza».

 

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il rave party nel deserto israeliano dopo l attacco di hamas

Paolo Lepri nell’editoriale di prima pagina del Corriere della Sera: «Quanto è avvenuto nei kibbutz ai confini di Gaza e al rave party di Reim – che è all’origine di quello che sta accadendo in queste ore – è stato accompagnato spesso da un allarmante deficit di solidarietà: un deficit di solidarietà e (di empatia) che...». Non si capisce il senso di quella e fuori dalla parentesi. O andava portata dentro o, meglio ancora, bisognava scrivere così: «Un deficit di solidarietà e di empatia che...».

 

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Sull’Osservatore Romano, ricordando il religioso piamartino Pier Giordano Cabra, originario della provincia bresciana, Lorenzo Fazzini scrive che quella terra «ha consegnato alla Chiesa figure di pontefici e di laici santi o beati (Giovanni Battista Montini e Giuseppe Antonio Tovini, per esemplificare)» e accenna all’amicizia di Cabra «con l’allora abate (poi cardinale) Giulio Bevilacqua».

soldati israeliani che smantellano i tunnel di hamas 1

 

Ma c’è poco da esemplificare: di papi bresciani (canonizzati e no) ce n’è stato solo uno, per l’appunto Paolo VI, mentre va precisato che l’oratoriano Bevilacqua non fu mai abate, bensì cappellano militare e poi parroco, prima che nel concistoro del 22 febbraio 1965 papa Montini lo trasformasse nel «cardinale parroco».

 

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