QUALCUNO DICA A PIER SILVIO CHE IL “RETEQUATTRISMO” È MORTO - BERLUSCONI JR. HA TENTATO DI TRASFORMARE RETE4 IN UNA RETE “PLURALISTA” IN CUI SI PASSA DAI MELONIANI ALLA BERLINGUER CHE DOVEVA FARE DA CALAMITA PER I SINISTRATI (MA COSÌ NON È STATO) - IL RISULTATO? LA RETE NON HA PIÙ UN’IDENTITÀ E CONTINUA A RIFILARE AI TELEMORENTI TALK CHE GUARDANO IN POCHI: IL DATO PIÙ CLAMOROSO È QUELLO DEL CALABRO-LESO LABATE CHE GALLEGGIA INTORNO AL 3%, MA NON VA MEGLIO A DEL DEBBIO, PORRO E GIORDANO. SI SALVA SOLO NUZZI - LA GENTE SNOBBA LA POLITICA AI SEGGI, FIGURIAMOCI IN TV…
Estratto dell'articolo di Massimo Falcioni per www.today.it
PAOLO DEL DEBBIO MANDA A FARE IN CULO BOTTURA E GIANNINI
Potremmo definirla la crisi di Rete 4, del ‘retequattrismo’ o del genere talk, che ingolfa e occupa militarmente la terza rete di Mediaset. […] il canale soffre e l’andamento di questo avvio di stagione appare, di fatto, come il più difficile e complicato degli ultimi anni.
I numeri parlano chiaro. Rete 4 fatica il lunedì con Porro, il martedì con la Berlinguer, terribilmente il mercoledì col neo-arrivato Labate, il giovedì con l’appannato Del Debbio e la domenica con lo sfrattato Giordano, l’unico a poter mostrare al ‘professore’ il foglio con la giustificazione. A sorridere è solamente Nuzzi, che con suo “Quarto Grado” rappresenta in tutti i sensi l’eccezione alla regola, visto che è l’unico programma a non occuparsi di politica.
[…] se da una parte il governo Meloni risulta più saldo che mai, con il partito della premier comodamente in cima alla classifica di gradimento, dall’altra c’è una televisione che ha bisogno di una determinata narrazione, possibilmente di “opposizione”.
Del resto, se in Parlamento il nemico risulta innocuo e privo di armi, questo ha necessità di sfogarsi fuori, magari in arene che facciano le pulci al potere, che lo incastrino, che lo demonizzino e che lo mettano sotto ‘processo’.
E’ sempre andata così, fin dai tempi di Michele Santoro, che macinava ascolti impallinando Silvio Berlusconi, proprio mentre Berlusconi dominava nei sondaggi. Un controsenso? No. Semplicemente la voglia del contraddittorio.
In tal senso, il volto più in difficoltà è Del Debbio, reduce dall’ultimo mese in totale affanno in confronto ad un redivivo Corrado Formigli che, con “Piazzapulita”, ha saputo intercettare la questione Gaza dal caso Flotilla in poi. Scenario internazionale che “Dritto e rovescio” affronta, ma in maniera annoiata e ‘passiva’, sentimento che si identifica perfettamente col suo padrone di casa, che subisce la discussione più che indirizzarla.
Sono pertanto lontani i tempi delle borseggiatrici rom che rubano in metro, sostituite di recente con la denuncia dell’insicurezza nelle grandi città, guarda caso tutte amministrate dal centrosinistra e senza che venga mai interpellato il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
sigfrido ranucci bianca berlinguer e sempre cartabianca
[…] “Fuori dal coro”, non si discosta molto da un simile indirizzo, nonostante sul fronte dei ‘ladri di case’ si sia spesso (e a sorpresa) espresso contro la Meloni. La sua trasmissione ha il merito di essersi trasformata rispetto a quella degli albori, rinunciando al pubblico in studio e ai siparietti coi politici di destra (ricordate Salvini che mangiava i pop-corn?), a vantaggio di inchieste e segnalazioni di ingiustizie da parte dei cittadini.
“Quarta Repubblica”, su tutti, è il contesto più imparziale. Certo, l’impostazione ideologica è chiara, tuttavia è l’unico luogo in cui l’ospite può davvero discutere e misurarsi con l’avversario, tra l’altro senza applausi e interruzioni di sorta. Porro deve però fare i conti con un’impostazione ‘ibrida’ che soccombe dinanzi al taglio ‘aggressivo’ de “Lo Stato delle Cose”, con Giletti che riesce a creare l’evento pure se gli ingredienti tra le mani sono nulli o di scarsa qualità.
fuori dal coro - mario giordano
Meritano un discorso a parte Bianca Berlinguer e Tommaso Labate. Per loro la tesi del ‘retequattrismo’ non vale, in quanto figure riconducibili alla sinistra. Per quel che concerne “E’ sempre Cartabianca”, qualcuno pensava di spostare automaticamente gli
spettatori di Rai 3 (che già non erano tantissimi) su Rete 4, puntando tutto sulla presa
del conduttore. Una certezza scalfita dal principio identitario e dalla difficoltà di
traslare un certo elettorato sull’ex rete di Emilio Fede.
[…] gli spettatori di centrodestra non si riconoscono nel programma e nel giornalista al
timone, quelli di centrosinistra non si riconoscono nel brand. […]
In tutto questo andrebbe infine analizzato l’effetto “Ruota”. Se per secoli l’access di Canale 5 aveva navigato tra il 12-14% di share, oggi si è chiamati a fare i conti con un ascolto raddoppiato che penalizza inevitabilmente i ‘pesci piccoli’. Un’insofferenza testimoniata dal proliferare di “anteprime”, utili a isolare i segmenti che si sovrappongono al game di Gerry Scotti. Un alibi, non la spiegazione di una seria e prolungata battuta d’arresto
giorgia meloni nicola porro - quarta repubblica
giorgia meloni nicola porro - quarta repubblica


