ISOTTA, CRITICO MUSICALE DEL “CORRIERE”, DEVE ESPATRIARE SUL “GIORNALE” PER SCRIVERE DI GIULIANO ZINCONE EPURATO DALLA ‘’P2 E COMPLICI COMUNISTI’’

Lettera di Paolo Isotta, critico musicale del "Corriere della sera" dal 1980, a Vittorio Feltri, pubblicata da "il Giornale"

Caro Vittorio, ho letto le belle parole che hai dedicate a ricordare uno dei nostri più grandi colleghi e amici, Giuliano Zincone. Non ti dispiacerà se vi aggiungo alcune postille atte a ristabilire una verità storica.

Un bellissimo ricordo di Giuliano Zincone è uscito lunedì sul Corriere della Sera che per tanti anni si è onorato di averlo tra le sue firme più prestigiose, a opera di Francesco Cevasco. Bellissimo e anche molto coraggioso: perché Cevasco dice apertis verbis alcune verità scomode, di quelle che non giova a nessuno ricordare; onde va ringraziato anche il Direttore Ferruccio de Bortoli che ne ha avallato la pubblicazione.

Cevasco ricorda il periodo nel quale Zincone venne prestato (adopero il termine non a caso) al glorioso quotidiano socialista genovese "Il lavoro" per fare il direttore: un favore che il Corriere della Sera fece all'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, genovese, appunto.

E do la parola al nostro collega Francesco: «Zincone lo rimette a posto (...) Ma esagera: continua a fare il giornalista vero e onesto. E sfida la P2. Che oggi ci fa ridere, ma allora era un grosso centro di potere, vero potere. E Zincone salva una vita umana. Quella del giudice Giovanni D'Urso sequestrato dalla Brigate Rosse nel dicembre 1980. Quei deficienti delle Br, in cambio della pubblicazione su un giornale di un comunicato dei detenuti nelle carceri speciali di Palmi e Trani, erano disposti a liberare il magistrato anziché ucciderlo. Zincone lo pubblica, quel comunicato (...). Zincone "frega" le Brigate rosse, ma la P2, che non voleva "cedere ai terroristi", "frega" lui: lo caccia dalla direzione del Lavoro».

Per chi non ha vissuto quei giorni, ricordo che la cosiddetta «linea della fermezza» venne imposta dal Partito comunista italiano all'epoca del rapimento di Aldo Moro: laddove Bettino Craxi risultò sconfitto col propugnare la linea di opinione, e comportamento, opposta, che cioè una vita umana valesse il prezzo di una trattativa.

Ora, il punto essenziale da aggiungere alle parole di Cevasco è che all'epoca del rapimento del giudice D'Urso si era realizzata la saldatura del Pci con la loggia massonica P2: insieme dominavano e gestivano il Corriere della Sera.

Giuliano Zincone sapeva benissimo che salvando la vita al giudice avrebbe perduto il posto di direttore del Lavoro. Ma essendo stato prestato al giornale genovese, aveva un contratto che stabiliva il «diritto potestativo» in capo a lui di rientrare automaticamente al Corriere con le funzioni di inviato e fondista che ricopriva prima.

Occorre ancora sapere che dopo il caro e grande Franco Di Bella, il quale aveva dovuto lasciare la direzione del Corriere per aver ingenuamente aderito egli stesso alla P2, del che era stato costretto dalla proprietà, essa sì piduista e dalla P2 ricattata collo stringere i cordoni della borsa bancarî, venne nominato direttore il giornalista Alberto Cavallari. Costui accettò di passare per una procedura infamante: il Pci attraverso le sue longae manus, pretese che ricevesse una patente di antifascismo rilasciata da una personalità notoriamente antifascista. Ricordo che Enzo Biagi abbandonò il Corriere per lo sdegno.

La P2 «antifascista»? Ai giovani che forse ci leggono sembrerà un paradosso, ma non certo a noi. Cavallari, che si proclamava «laico, democratico, antifascista» (che fa il paio con «orrore, sdegno, esecrazione»: e quanto ne ridevamo con Giuliano!), e che si proclamava, soprattutto, antipiduista, era de facto il direttore piduista molto più di Di Bella.

Così Cavallari, violando ogni regola di diritto (nihil novi sub sole, è vero, caro Vittorio?) impedì il ritorno al Corriere di Giuliano Zincone: che venne debolissimamente difeso dall'organismo sindacale, allora controllato dal Pci. E avrebbe fatto fuori Zincone, il Cavallari, dico, se, uomo odiatore del genere umano, malmostoso, affetto da turbe caratteriali, non avesse deciso di farne fuori troppi, al Corriere. Ma, appunto, accecato dall'odio, non ebbe l'accortezza di Orazio Coclite che, al ponte Sublicio, affrontò i nemici uno per uno: volle farli fuori tutti insieme. E così per grazia della provvidenza, si scornò.

Giuliano Zincone rientrò al Corriere quando, sconfitta la P2 e il Pci, venne nominato quel grande direttore e sovrano fondista che è Piero Ostellino: e riprese a scrivere con un «fondo» che principiava così: «Ieri dicevamo». Citazione di quel frate professore all'università di Salamanca che, perseguitato dall'Inquisizione per lunghi anni, ritornò un giorno sulla sua cattedra principiando «Heri dicebamus».

Giuliano durante la persecuzione manifestò uno stoicismo antico e dopo un filosofico distacco dalla vicenda e persino verso quello sventurato di Cavallari (ché sventurato è chi è affetto da odium humani generis e vive nel continuo sospetto e nel complesso di persecuzione tipico del servo: onde non si rendeva conto che perseguitare gli avversarî aperti, come te e, nel mio piccolo, me, non serviva a niente), un filosofico distacco che gli fa immenso onore. E infatti non voleva che la storia venisse rievocata. Ma non credo dispiacergli se lo faccio io: affinché questa storia non si ripeta, non dico una sola volta, che già s'è ripetuta, ma almeno che non si ripeta più. Che ne pensi?

 

GIULIANO ZINCONE paolo isottaVITTORIO FELTRI Ferruccio De Bortoli Licio Gelli x brigate rosseEnzo BiagiRoberto Calvi

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....