storia campo di battaglia 9

LA STORIA E’ UN CAMPO DI BATTAGLIA - LE VICENDE DELL’UMANITA’ RIASSUNTE IN 1001 CONFLITTI - LA BATTAGLIA DI OSTIA (849 D.C) HA SALVATO LA CRISTIANITÀ DAI SARACENI QUANTO LA MOLTO PIÙ CELEBRE BATTAGLIA DI LEPANTO - CHE BLUFF LITTLE BIG HORN

Matteo Sacchi per “il Giornale”

 

BATTAGLIA DI OSTIABATTAGLIA DI OSTIA

La prosecuzione della storia con altri mezzi, per parafrasare la famosa frase di Carl von Clausewitz (1780-1831). Il momento in cui il conflitto di civiltà, come lo chiamava Samuel P. Huntington, raggiunge il parossismo e si trasforma in guerra aperta, magari decisa da una singola violentissima battaglia. Di questo si occupa Andrea Frediani in La storia del mondo in 1001 battaglie (Newton Compton, pagg. 668, euro 12).

 

Mette il fermo immagine su mille e uno «istanti» in cui il destino di un popolo, di un impero o di una fetta di mondo è stato deciso a colpi di cannone o con una carica di elefanti. È una prospettiva singolare che delle vicende umane sceglie di prendere in esame solo le fasi di stress, quasi seguendo la massima di Eraclito secondo cui «la guerra è madre di tutte le cose».

 

Ma è una prospettiva efficace, soprattutto perché Frediani, consulente scientifico della rivista Focus War, sul tema sa il fatto suo e nella scelta degli scontri da raccontare non propende mai per lo scontato.

 

Così uno può scoprire che la battaglia navale di Hansado (14 agosto 1592 d. C.) è stata, per i coreani in lotta contro i giapponesi, l' equivalente di ciò che Salamina (23 settembre 480 a. C.) è stata per i greci in lotta con i persiani. Oppure che la battaglia di Ostia (849 d. C.) ha salvato la cristianità dai saraceni quanto la molto più celebre e grande battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571).

 

STORIA CAMPO DI BATTAGLIA 1STORIA CAMPO DI BATTAGLIA 1

E se 1001 campi di battaglia vi sembrano tanti Frediani vi spiega, nell' introduzione, che data la propensione umana a risolvere le questioni a fil di spada anche solo per avere una summa attendibile ci vorrebbe un' enciclopedia delle battaglie. Quelle elencate sono solo l' imprescindibile e con un certo rischio di omissione. Noi qui, per darvi un assaggio del tema del libro ne abbiamo riunite alcune, accostandole per tipologia, anche a rischio di qualche parallelismo un po' forte. Ma non c' è vittoria senza rischio.

 

A VOLTE RITORNANO Ci sono luoghi dove per un motivo o per l' altro si torna a combattere sempre. Le Termopili erano le porte della Grecia e tutti si ricordano lo scontro che contrappose gli Spartani ai Persiani nell' agosto del 480 a.C.

COVER LIBRO FREDIANICOVER LIBRO FREDIANI

 

Ma questa è solo una delle battaglie delle Termopili. Si combatte di nuovo lì nell' inverno tra il 279 e il 278 a. C. Questa volta è un' orda di celti, ben 160mila, che cerca di invadere la Grecia. A fermarli ci sono gli opliti etoli. Ne fanno strage con la stessa tecnica già usata da Leonida. I celti provano ad aggirare i greci come fecero i persiani, ma questa volta i greci prevedono la mossa e contrattaccano. Una carneficina di «barbari».

 

Ma non è finita, nel 191 a. C. a difendere il passo contro i romani sono Antioco III e i tessali. Per un po' le truppe di Antioco reggono, sfruttando il vantaggio della stretta. Ma per fermare la perfetta macchina da guerra delle legioni non basta. Se volessimo, invece, citare un esempio più vicino e sul nostro territorio basterebbe citare Custoza. Ci si combatte due volte, il 25 luglio 1848 e il 24 giugno 1866.

 

Alle truppe sabaude è andata sempre male (la seconda volta più per gli effetti sul morale che per il vero esito sul campo). E se si fa a cazzotti spesso anche a Dunkerque (1648 e 1940) o a Durazzo, un record di battaglie se lo aggiudica il delta del Nilo, dove i faraoni si scontrano un sacco di volte con i popoli del mare e dove, a migliaia di anni di distanza, Nelson tornerà lì per cogliere una delle sue vittorie più belle, la battaglia del Nilo del 1798.

 

IL COLPACCIO DI FORTUNA Teorici e tattici di tutti i tempi hanno cercato di dimostrare che la fortuna in battaglia non esiste. A esaminare le 1001 battaglie analiticamente vien da dire che qualche ruolo bisogna pur riconoscerglielo. Nella battaglia di Hastings, 14 ottobre 1066, i sassoni di Harold Godwin resistono ai normanni di Guglielmo il Conquistatore per tutto il giorno. E non c' è carica che tenga. Poi una freccia finisce in un occhio a re Harold e i sassoni sbandano. Poteva anche non finirci. E non è un caso isolato.

 

LITTLE BIG HORNLITTLE BIG HORN

INUTILI MA FAMOSE Ci sono scontri che in realtà hanno avuto importanza bellica nulla ma che sono entrati nella storia. Il caso più clamoroso è la battaglia (ma andrebbe chiamata scaramuccia) di Little Big Horn. Costò la vita all' imprudente Custer e a 250 dei suoi uomini, ma non cambiò il destino degli indiani. Carlo V, invece, viene ritratto, a cavallo e trionfante, da Tiziano dopo la battaglia di Mühlberg del 25 aprile 1547. Vinse ma fu una vittoria amara che non impedì ai protestanti tedeschi di andare per la loro strada. Alla fine della battaglia non cavalcava, era in lettiga, malato. Ma si sa, la propaganda...

 

Lo sapevano bene anche il faraone Ramesse II e il re ittita Muwattali. Si scontrarono nei pressi della cittadina fortificata di Kadesh (attuale Siria) attorno al 1285 a. C. Se le diedero di santa ragione (prima sembrarono prenderle gli egizi, poi gli ittiti). Alla fine tutti tornarono a casa cantando vittoria, tanto che Ramesse II fece istoriare i suoi templi con immagini gigantesche della sua versione. Con le guerre in Siria spesso finisce così.

 

STORIA CAMPO DI BATTAGLIA 9STORIA CAMPO DI BATTAGLIA 9

TUTTO PER TUTTO Quando si arriva sul campo di battaglia per giocarsi il tutto per tutto di norma si è perso in partenza. Succede ai tedeschi nelle Ardenne (16 dicembre '44-15 gennaio '45), succede a Napoleone a Waterloo (18 giugno 1815), ad Annibale a Zama (18 ottobre 202 a.C.).

 

Il sogno della grande battaglia sovvertitrice appartiene spesso a chi sa che in un conflitto lungo il nemico lo schiaccerà con la forza dei numeri o della tecnologia. Del resto Annibale era un genio ma non conosceva Sun Tzu: «Gli strateghi vittoriosi hanno già trionfato, prima ancora di dare battaglia; i perdenti hanno già dato battaglia, prima ancora di cercare la vittoria».

 

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…