ALTRO CHE RADIATO! DOPO LA BATTUTA SUI SOCIALISTI, GRILLO IN RAI È TORNATO ECCOME

Massimiliano Lenzi per "Il Foglio"

C'era una volta...". "Un Re!" - diranno subito i miei piccoli lettori. "No ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno". Il Pinocchio nella narrazione di Beppe Grillo, un tempo comico - anche divertente ma senza esagerare - e oggi leader di un Movimento che si proclama a 5 stelle - come il gelato di Toscana - è tutto nell'idea di "radiazione" da e per volere del Potere - quel cattivone!

Sì, perché nel prefare un libro dal gusto grillologico ("Ve lo do io Beppe Grillo", di Andrea Scanzi) Marco Travaglio, sorvegliatore e denunciatore di tutte (o quasi) le malefatte della politica e del Cav. - con la C. maiuscola, da Riccardo III, glande da Sovrano che non riesce a spiegarsi a se stesso e alle proprie soverchierie - scrive: "A parte la celebre battuta su Craxi, che gli costò la radiazione a vita della Rai...".

Beh, non è vero. Ha da finire questa storia che Bettino Craxi fermò il Beppe Grillo in Rai perché se ti dedichi al risiko mondiale, con il tuo paese nel G7, non ti curi certo dei grilli sul palco di un sabato sera baudesco, parlanti o poco loquaci fa poca differenza.

La battuta incriminata sarebbe - la citiamo dall'inchiostro su bianco della pagina di Scanzi, grillologo contemporaneo da salotto tv: "La cena in Cina... c'erano tutti i socialisti, con la delegazione, mangiavano... A un certo punto Martelli ha fatto una delle figure più terribili... Ha chiamato Craxi e ha detto: ‘Ma senti un po', qua ce n'è un miliardo e son tutti socialisti?'. E Craxi ha detto: ‘Sì perché?'. ‘Ma allora, se son tutti socialisti a chi rubano?'".

Ma davvero credete che Craxi avrebbe radiato Grillo per una battuta del genere? Suvvia, mica la politica è il gioco del Subbuteo, col ditino piegato a chiappare l'omino e la palla: un signore che si impunta su Sigonella e sulla scala mobile non si cura di un comico, per di più genovese e quindi votato al risparmio. E' questione shakespeariana perché Casaleggio non è Talleyrand (magari! - lo diciamo per l'Italia - lo fosse) e Grillo non è stato radiato.

Checché ne dica Marco Travaglio, contrappunto alla nostra immoralità, memento da "ricordati che devi morire", che sì, noi ce lo segniamo ma Grillo dopo quel 15 novembre 1986, settima puntata della settima edizione di Fantastico (Scanzi scrive), in Rai c'è tornato. Altro che radi(o)ato. Febbraio 1988, Beppe Grillo va al Festival di Sanremo, diretta su RaiUno. Febbraio 1989, interviene sempre il Beppe Grillo a Sanremo.

Tanto che nella fredda giornata di un 28 febbraio 1989 l'Ansa recita: "Michele Serra, giovane protagonista della satira italiana e direttore di Cuore, il supplemento satirico dell'Unità, è insieme a Gino e Michele, uno dei consiglieri di Beppe Grillo. L'esplosivo passaggio del comico genovese al Festival di Sanremo ha avuto in Serra uno degli ispiratori anche se lui (ndr, Serra) si affretta a precisare che ‘Grillo è l'autore di se stesso'". Sì, non c'è da interrogarsi troppo, Serra è lo stesso Serra che scrive su Repubblica e che il Grillo oggi, nel 2013 senza odissee nello spazio, non lo digerisce affatto.

L'Italia va così: il 29 gennaio 1990 Beppe Grillo apre, su RaiTre - di pomeriggio - la puntata, "Italia delle regioni" e ancora c'è chi - come Travaglio - scrive di radiazione. Ché poi la penna da prima del Fatto, Marco Travaglio, che Grillo la Rai non lo ha radiato - dopo la battuta su Craxi in Cina - lo dovrebbe sapere dato che nel 1993, mese di novembre, il Beppe ha sfidato in prime time nientemeno che Michele Santoro.

Ansa (dell'epoca) dixit: "Grillo travolgente e un Michele Santoro da record hanno permesso alla Rai di staccare di parecchie lunghezze le reti Fininvest negli ascolti di ieri. In dieci milioni 498 mila spettatori (con uno share del 32,65 per cento) hanno seguito su RaiUno il ritorno in tv del comico genovese". E ancora: "Il rosso e nero'' su RaiTre, con una puntata dedicata alle elezioni del sindaco a Roma e Napoli e la presenza di Rutelli, Fini, Bassolino e Mussolini, ha fatto registrare un ascolto di 7 milioni 978 mila spettatori con uno share del 29,07 per cento.

L'ascolto del programma di Santoro è cresciuto progressivamente e fra le 22,30 e la conclusione alle 23,30, ha raggiunto punte di oltre 10 milioni di spettatori". E poiché nel vocabolorio della lingua italiana la parola radiazione recita: "Cancellazione da un ruolo, da un albo professionale, dall'elenco degli iscritti a un'organizzazione ecc., generalmente come conseguenza di una sanzione. Sinonimo: espulsione", beh vuol dire - dear Travaglio - che il Grillo Beppe dalla Rai non è stato radiato.

Per chiuderla, alla Carlo Collodi: "Qui giace la radiazione (pardon, la bambina) dai capelli turchini, morta di dolore per essere stata abbandonata dal suo fratellino Pinocchio". Babbo Geppetto, dove sei?

 

Grillo giovaneBEPPE GRILLO IN UNA COPERTINA VINTAGE DE L ESPRESSO BEPPE GRILLO NEL NOVANTAQUATTRO BEPPE GRILLO IN UNO SPETTACOLO DEL SETTANTANOVE BEPPE GRILLO CON MARIO MEROLA NELL OTTANTADUE BEPPE GRILLO CON SOLENGHI FIORETTA MARI BEPPE GRILLO PIPPO BAUDO BEPPE GRILLO CON LORETTA GOGGI ED HEATHER PARISI NEL SETTANTANOVE BEPPE GRILLO CON ANTONIO RICCI NEL SETTANTANOVE MICHELE SERRA

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO