1. DIECI PERIODICI IN CHIUSURA, AUMENTO DI CAPITALE DI 400 MLN IN ALTO MARE, MA I MANAGER PENSANO A CAMBIARSI I RUOLI E DARE NOMI ALLE RIUNIONI: “2015: IMBARCO IMMEDIATO”! 2. I LAVORATORI PROTESTANO (“VERGOGNA”) TAPPEZZANDO IL PAVIMENTO DI RIVISTE, I DIRIGENTI (DA MARCHETTI A DE BORTOLI) LI CALPESTANO E SCHIERANO LA POLIZIA ANTISOMMOSSA (VIDEO) 3. AGLI AZIONISTI INCAZZATI NON INTERESSA RIMBORSARE I CREDITI ALLE BANCHE AZIONISTE 4. GLI OCCHI PUNTATAI SU GIUSEPPE ROTELLI, CHE CON IL 16,5% SARÀ L’AGO DELLA BILANCIA

1. VIDEO: LA PROTESTA DEI DIPENDENTI RCS - URLA E FISCHI AL PASSAGGIO DI MARCHETTI, DE BORTOLI E I MANAGER
Dalla pagina Facebook "Rcs Siamo Noi"

https://www.facebook.com/photo.php?v=167454493420185&set=vb.304231659691575&type=2&theater


2. RCS CHIUDERÀ 10 PERIODICI SE NON LI VENDE ENTRO GIUGNO
Andrea Greco per "la Repubblica"

Brutte notizie per i periodici Rcs, che se non troveranno compratori entro fine giugno saranno chiusi. A parte l'enigmistica, unica a non produrre perdite. La convention dei dirigenti dell'editore ("2015: Imbarco immediato") ha fatto emergere la decisione, dopo che il cda Rcs non ha ritenuto congrue le due offerte per il blocco di testate su cui si negoziava: i compratori, infatti, avevano chiesto qualche decina di milioni di dote per continuare a pagare i 110 stipendi dei periodici (90 giornalisti).

Il pacchetto include A, Visto, Ok Salute, BravaCasa, Yacht & Sail, Novella 2000, Max, l'Europeo, Astra. L'azienda cercherà singoli compratori "rapidi", ma è un percorso in salita e al contempo a giorni avvierà il confronto sindacale sulle possibili chiusure.

La riunione dei dirigenti è stata contestata dai lavoratori dei periodici, che tra ironie e applausi hanno gridato «vergogna» in coro ai manager. «Una manifestazione corretta e opportuna», ha replicato l'ad Pietro Scott Jovane, con il presidente Angelo Provasoli all'incontro.

La dirigenza ha presentato un nuovo assetto organizzativo, che crea l'unico comparto editoriale "Media Publishing" in cui confluiscono quotidiani e periodici, guidato da Alessandro Bompieri (oggi dg di Quotidiani). Il capo dei periodici Matteo Novello prende la guida della nuova unità Sfera, che accorpa le attività per l'infanzia. Il riassetto, che non riguarda Rcs Libri, prevede poi la creazione di una divisione Operation, con gli stabili, le infrastrutture e la gestione fornitori.

Quarta divisione sarà la pubblicità. Tali mosse, fulcro con i tagli del piano di rilancio, dovrebbero triplicare la marginalità entro il 2015. Ma tra una settimana toccherà alla trimestrale di gruppo a marzo, atteso Mol negativo e una perdita di un centinaio di milioni.
Il vero cruccio del gruppo che edita il Corriere della Sera però continua a essere l'aumento di capitale, obbligatorio per l'erosione dei minimi legali avvenuta lo scorso giugno e ampliatasi con le perdite successive.

La ricapitalizzazione da 400 milioni, al voto assembleare di fine maggio, è a rischio perché un terzo dei presenti potrebbe opporsi; in tal caso l'azienda aprirebbe la procedura concorsuale. Le critiche di tanti soci forti, specie di estrazione industriale come Della Valle, Benetton, Rotelli, Pesenti, Merloni, si concentrano su un riassetto finanziario che privilegia il rimborso di ben 200 milioni ai creditori, e rinegozia il debito futuro (575 milioni) a tassi del 6%.

La situazione è delicata, ma pare che le banche azioniste - Intesa Sanpaolo e Mediobanca in primis - siano disposte a rivedere gli estremi del piano siglato tre settimane fa. «Nessuna notizia», ha detto ieri l'ad di Unicredit Federico Ghizzoni, tra i più freddi sul dossier Rcs. Anche se il tempo scarseggia, tra i creditori la convinzione di non poter ignorare le istanze dei soci industriali cresce. Gli occhi sono puntati sul patron della sanità Giuseppe Rotelli, che con il 16,5% sarà l'ago della bilancia.


3. RCS, IL TEMA DEBITO TORNA SUL TAVOLO
Laura Galvagni per il "Sole 24 Ore"

Non si può far finta di nulla. Non si possono negare le perplessità sollevate da alcuni soci rispetto al contenuto del piano di ristrutturazione di Rcs. Sarebbe questa la convinzione che lentamente starebbe maturando in seno al gruppo editoriale. Certo, i contratti, soprattutto quelli sul debito, sono già stati firmati e le possibilità di manovra sembrano limitate, tuttavia si cercherà di capire se sia possibile aggiustare alcuni dei termini chiave dell'intesa.

In quest'ottica, recentemente sarebbe arrivato da parte di Diego Della Valle, azionista fuori patto ma prima voce dissenziente rispetto ai contenuti del piano, un nuovo messaggio volto a ribadire quanto già detto nelle lettere inviate al board e al collegio sindacale, ossia che il progetto non spartirebbe in maniera equa gli oneri di rilancio tra i diversi stakeholders.

Nel mirino ci sarebbe in particolar modo l'accordo sulla ristrutturazione del debito. Un'intesa, secondo Della Valle, che non rispecchierebbe la situazione in cui versa il gruppo editoriale e che andrebbe a vantaggio esclusivo degli istituti. Più razionale sarebbe, a suo parere, che le banche mettessero in conto una sorta di write-off di parte del l'esposizione e riducessero gli oneri legati al rifinanziamento della fetta restante.

Un pensiero condiviso pure dai Benetton e che troverebbe sponda anche in altri azionisti, ancora dubbiosi sulla possibilità o meno di aderire all'aumento di capitale. Di qui, l'idea di attivare un tavolo di mediazione. D'altra parte, stante così le cose, la ripatrimonializzazione, oltre al no di Della Valle e Benetton, rischia di incassare oltre opposizioni.

È emerso ieri, peraltro, che lo scorso 24 aprile, Ponzano Veneto ha pure limato la partecipazione in Rcs vendendo sul mercato circa uno 0,3% del proprio pacchetto sceso attorno al 4,7%. L'operazione rientrerebbe nella normale gestione di portafoglio e non dovrebbe ripetersi a stretto giro. Sarebbe di fatto servita per "arginare" la futura debolezza del titolo, già scritta nei valori ai quali verrà lanciata l'iniezione di liquidità. Altro tema sensibile in più occasioni stigmatizzato da alcuni azionisti, considerate le condizioni iperdiluitive.

Rispetto alla possibilità che il piano venga modificato, ieri l'amministratore delegato di Rcs, Pietro Scott Jovane, ha risposto così a chi gliene chiedeva conto: «Non so cosa rispondere, lo farò quando sarò in grado». Prima di lui il presidente Angelo Provasoli, dopo essersi detto ottimista, ha preferito «non entrare nello specifico». Mentre Federico Ghizzoni, ceo di UniCredit, una delle banche esposte verso Rcs, si è invece limitato a dire che «non ha notizie in merito».

Detto ciò, il cantiere Rcs sembra essere ancora aperto. Non foss'altro perché il gruppo ha deciso di archiviare l'ipotesi di vendita in blocco dei 10 periodici dichiarati non strategici e fissando al 30 giugno la data ultima oltre la quale, in assenza di acquirenti, cesserà la pubblicazione delle testate. Si tratta di un pacchetto di pubblicazioni anche storiche della Rizzoli che va da Novella 2000 a Max, passando per l'Europeo e Astra, e che impiega circa 110 persone, di cui 90 giornalisti, oltre a una cinquantina di precari.

Su nessuna risulta siano arrivate offerte soddisfacenti. Tra le dieci, solo quelle nell'enigmistica si dovrebbero salvare, perché comunque redditizie. L'ipotesi ha naturalmente scatenato la protesta dei giornalisti che ieri hanno atteso i vertici della società all'uscita del Teatro dell'Elfo dove le prime linee hanno presentato il nuovo assetto organizzativo che prevede la creazione di un unico comparto editoriale denominato Media Publishing, in cui confluiscono le divisioni Quotidiani e Periodici, e che sarà sotto la guida di Alessandro Bompieri (oggi direttore generale della Quotidiani). L'attuale numero uno dei Periodici, Matteo Novello, prende invece la guida della nuova unità Sfera, in cui verranno accorpate le attività nella prima infanzia, presenti anche a livello internazionale.

 

RIUNIONE MANAGER RCS FOTO DI RCS SIAMO NOI PIERGAETANO MARCHETTI ALLA RIUNIONE MANAGER RCS FOTO DI RCS SIAMO NOI PERIODICI RCS CALPESTATI DAI MANAGER PRIMA DELLA RIUNIONE A MILANO PERIODICI RCS CALPESTATI DAI MANAGER A MILANO FOTO CAFFARATTI PERIODICI RCS CALPESTATI DAI MANAGER PRIMA DELLA RIUNIONE A MILANO POLIZIA ANTISOMMOSSA ALLA RIUNIONE MANAGER RCS FOTO DI RCS SIAMO NOI PROTESTA DEI LAVORATORI PERIODICI RCS A MILANO Cover A SCOTT JOVANEAngelo ProvasoliDiego della valleGIUSEPPE ROTELLIALESSANDRO BOMPIERI AD RCS LIBRI

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."