shonda rhimes

SHONDA SU SHONDA! DA «GREY' S ANATOMY» A «LE REGOLE DEL DELITTO PERFETTO», ECCO CHI È SHONDA RHIMES, CREATRICE DELLE SERIE PIÙ VISTE AL MONDO - DI SCRIVERE NON NE VOLEVA SAPERE: “UNA SIGNORA NON DOVREBBE MAI ESPORRE LA PROPRIA ANIMA AL DI FUORI DEL BOUDOIR”

SHONDA RHIMESSHONDA RHIMES

Claudia Casiraghi per “Libero Quotidiano”

 

Uno schermo da solo non sarebbe potuto bastare a contenere l' enorme e produttivo ego di Shonda Rhimes.
 

Che, forse stanca di essere unicamente la regina del melò televisivo, ha deciso di prestare il proprio tocco magico alla carta stampata.
 

L' anno del sì, edito in Italia da Rizzoli e disponibile per 18 euro in tutte le librerie, è il tomo che per primo segna lo sbarco di Shonda nell' universo letterario.
Cosa sia, precisamente, questo libro è però difficile da dirsi. Perché seguendo il tracciato che l' ha portata fin su, in cima alla collinetta di Hollywood, la Rhimes ha voluto fare le cose a modo suo.
 

Dando alle stampe centinaia di pagine sulle quali pare impossibile apporre un' etichetta.
L' anno del sì, infatti, non è un romanzo né un' autobiografia. Non racconta l' infanzia di Shonda, i suoi cinque fratelli e i pomeriggi spesi tra i grattacieli di Chicago.

 

SHONDA RHIMES COVERSHONDA RHIMES COVER

Non racconta nemmeno la fondazione di ShondaLand, casa produttrice cui sono da imputare i più grandi successi degli ultimi anni: da Grey' s Anatomy a Scandal e Le regole del delitto perfetto. L' anno del sì, con il piglio autoreferenziale dei manuali all' americana, è una sorta di diario, scritto da Shonda per Shonda. Leggerlo, a tratti, non è semplice. Perché lei, dominatrice incontrastata del panorama seriale, scrive di un mondo blasonato, intarsiato d' oro e precluso ai più.
 

Tuttavia, leggerlo diventa quasi doveroso se si pensa a quel che la Rhimes ha fatto per la televisione moderna. Il suo nome, sconosciuto alla maggioranza degli spettatori, è tra i più temuti a Beverly Hills. Dove una sola puntata di una sua serie qualsiasi basta ad assicurare alla Abc, emittente per cui lavora, un introito pubblicitario pari a 7 milioni di dollari.
 

La cifra, spropositata, è sintomo di un successo senza precedenti. Shonda Rhimes è il Re Mida delle serie tv, la donna che sola sa interpretare sogni e bisogni del pubblico. Nera, in sovrappeso e ormai vicina ai 50, Shonda ha cambiato i canoni di Hollywood, facendosi largo tra bellone e stereotipi con il suo carico di innovazione.

 

shonda rhimesshonda rhimes

Dal 2007, anno in cui andò in onda la prima puntata di Grey' s Anatomy, a oggi, ha riempito la televisione di storie ed etnie, portando in palmo di mano tutto ciò che potesse andare sotto la categoria di «outcast».
 

In Scandal, serie capace di adombrare il politichese di House of Cards, ha circondato la sua Olivia Pope di cavalieri oscuri, raccattati per strada. In Grey' s Anatomy, medical drama tra i più apprezzati (e longevi), ha esplorato per prima i timori di un omosessuale e fatto della dottoressa Meredith lo specchio delle sue paure.

 

«Chiunque abbia mai visto Grey' s Anatomy», scrive Shonda ne L' anno del sì, «sa che sono ossessionata dall' idea di trovare una cura per l' Alzheimer, mia più grande paura». In Private Practice, serie conclusa nel 2013, ha colmato il vuoto sentimentale di una donna con vittorie professionali.

 

«Inventare cose», ammette la sceneggiatrice nel proprio libro, «è una cattiva abitudine che, però, mi fa sentire bene. Ed è un lavoro. Quella stessa cosa per cui le suore mi mettevano in punizione, in ginocchio in chiesa durante l' ora di ricreazione, è un vero e proprio lavoro, onesto e rispettabile». Utile alla Rhimes e al pubblico che, ignaro, la segue da un decennio.

 

shonda rhimes shonda rhimes

Abbeverandosi anche di consigli utili a chi vive una vita di soli fasti.
Shonda, pioniere in televisione di una normalità rivoluzionaria, ha conquistato nel tempo un diritto di parola che valica i confini del tubo catodico.

 

Poco importa, allora, che L' anno del sì sia il racconto del suo amore per il vino rosso, dei chili in più e di un' infelicità vergognosa. Perché infelice dovrebbe sentirsi Malala Yousafzai, cui hanno sparato in testa, non la regina del piccolo schermo, dice lei, che di scrivere non voleva saperne. «Una signora non dovrebbe mai esporre la propria anima al di fuori del boudoir», premette nelle prime pagine del libro, rendiconto dell' anno in cui ha deciso di dir sì a tutto. Anche alle proposte più sciocche.

 

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…