(RI)PROVA COSTUME - VALERIE SI METTE A DIETA (-15) PER EVITARE UNA NUOVA BIKINI-TRAGEDY

Eleonora Barbieri per "il Giornale"

È facile immaginare l'espressione arcigna, lo sguardo determinato, il digrigno assetato di vendetta nei confronti del corpo un po' appesantito dall'età e dei paparazzi senza pietà. E intanto il sudore che le colava addosso. Quattro volte a settimana, con costanza, per mesi, durante l'inverno, anziché abbuffarsi di foie gras e dolci burrosi Valerie Trierweiler, premiere dame di Francia si è allenata nella palestra dell'Eliseo.

E poi si è messa a dieta: «Basta zuccheri, dolci, pane e alcolici», un credo che per una francese è una specie di dichiarazione di guerra alla cucina. Ma Valerie aveva preannunciato la sua battaglia al settimanale France Dimanche , mesi fa: «Ho intenzione di mettermi a dieta e perdere qualche chilo », anzi non proprio qualche, «almeno una quindicina».

Sembrava una battuta, invece la compagna di Hollande ci è riuscita: è dimagrita a vista d'occhio. Ma perché a quasi cinquant' anni, con tre figli alle spalle e la vetta del potere ormai scalata, Valerie, che già non è mai stata molto rilassata, si è andata a impegnare in una impresa così stressante? La risposta è semplice: il bikini assassino. La prova delle prove. Quella foto rubata che diventa caso personale e poi politico.

È successo l'anno scorso: in agosto, durante la vacanza della coppia presidenziale al Forte di Bregancon, residenza ufficiale estiva degli inquilini dell'Eliseo, Hollande e compagna sono stati fotografati dai paparazzi sulla spiaggia. Lui con addominali da budino, lei con due pezzi nero e un fisico non tonicissimo. Niente di drammatico: un po' di pancetta, un po' di rilassatezza.

Ma il problema è che Valerie in quelle immagini si vedeva grassa: ed è per questo che ha cercato di impedire ai giornali francesi di pubblicarle. Alcuni settimanali, dopo avere messo le foto in copertina sono stati multati, con cifre fra i mille e i duemila euro.

Il giudice stesso però, dando quelle multe, nell'autunno scorso rimproverò Valerie per mancanza di «discrezione»: a volte la signora ha «mischiato vita pubblica e privata nelle sue comunicazioni », e poi «non poteva ignorare di essere fotografata ». Infine, quello delle foto vacanziere è un rito a cui tutti i predecessori di Hollande hanno obbedito senza fare cause né chiedere risarcimenti (solo Sarkozy, nel 2007, chiese- e ottenne- di farsi snellire il giro vita).

Insomma Valerie ha deciso di prevenire: i paparazzi che saranno di nuovo tentati dalla sua stizzosità; i commenti; i confronti con le altre, e soprattutto con Carla Bruni. La ex premiere dame, in un anno pure il suo di sacrifici, ha smaltito tutti i diciassette chili accumulati durante la gravidanza e quindi è tornata alla perfezione fisica abituale. Ed è chiaro che Valerie non possa sopportare tutto ciò, il mix di astio e goduria dei giornali di gossip.

Così Valerie prima ha trasformato un bikini poco sexy in campagna politica, in attacco ai vertici della Republique, poi si è messa a dieta: non si sa chi abbia vinto, perché lei ha sconfitto i chili di troppo, ma i paparazzi hanno scalfito il suo orgoglio e l'hanno costretta a cambiare. Lei stessa qualche mese fa ha ammesso: «Non si diventa premiere dame in una notte».

E neanche quindici chili si perdono dal tramonto all'alba: un (sovrap)peso politico e di immagine eliminato con rigore prussiano, con quell'occhio suscettibile che le ha regalato il cognome-storpiatura di Rottweiler, con quella pazienza e determinazione che le hanno fatto aspettare l'uomo della sua vita anche se era compagno di un'altra.

Dice Valerie che adesso lei e Hollande, a palazzo, litigano sul menù, perché lui ormai della dieta se ne infischia, mentre lei ci combatte la sua battaglia per farsi accettare da premiere dame che in realtà, come le fecero notare alla Casa Bianca, è una first girlfriend. E il corpo per la cui dignità ha chiesto il risarcimento ai paparazzi è quello attraverso cui passa il suo riscatto: a costo di sudare e soffrire, il nuovo bikini non deve farle paura, non può essere un'altra arma in mano ai suoi avversari, che ne hanno già così tante.

 

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