mirella serri mughini

LA RISPOSTA DI MIRELLA SERRI A MUGHINI SULLA MOSTRA DI EVOLA VOLUTA DA SGARBI AL MART DI ROVERETO: "NESSUNO MAI E TANTO MENO LA SOTTOSCRITTA SI È SOGNATO DI DIRE CHE I QUADRI DI EVOLA NON VADANO ESPOSTI. MA DEVONO ESSERE ACCOMPAGNATI DALLA SPIEGAZIONE DI CHI SIA STATO VERAMENTE JULIUS EVOLA,  CHE DEFINÌ IL GIUDAISMO 'UN ACIDO CHE INFETTA E CORRODE'" -   "SGARBI CE L’HA PRESENTATO SOLO COME UN GRANDISSIMO PITTORE. GRANDISSIMO, FORSE, MA ANTISEMITA E NAZISTA, DI SICURO..."

Lettera di Mirella Serri a Dagospia

 

mirella serri

Caro Mughini, nessuno mai e tanto meno la sottoscritta si è sognato di dire che i quadri di Evola non vadano esposti. Se i critici li ritengono validi (non tutti concordano, però, Demetrio Paparoni sul “Domani” ha sostenuto che sono molto modesti) vanno assolutamente riscoperti. Ma devono essere accompagnati dalla spiegazione di chi sia stato veramente Julius Evola.

 

Come dire, tanto per riprendere un esempio fatto da Vittorio Sgarbi, che non si può elogiare il successo internazionale di Margherita Sarfatti e del suo “Dux” dimenticando – ops, che distrazione! - che era l’amante di Benito Mussolini il quale ne ha promosso e sostenuto l’opera e le ha fatto vendere migliaia di copie. Evola è stato un pensatore filo nazista, fascista, antisemita, ha influenzato la Nuova Destra italiana così profondamente che i militanti di Casa Pound nel 2021 sono andati all’assalto della Cgil romana avendo come livre de chevet proprio i suoi testi.

 

giampiero mughini

Vuoi, caro Mughini, un assaggio di quello che scriveva il filosofo che qualcuno ha definito “antifascista” (Luigi Mascheroni su “il Giornale del 6 luglio)? “L’offensiva che il giudaismo sta svolgendo da tempo contro la civiltà occidentale impiega due armi, una è l’oro e l’altra è l’intelligenza… proprio l’intelligenza giudaica è un’arma per la negazione della civiltà nostra, ariana e tradizionale”. E dal momento che il giudaismo è come un “acido” che “infetta e corrode” bisogna mettere in atto tutto le misure per limitarne l’azione nefasta. Bisogna mandare gli ebrei nei lager.

 

sgarbi

Queste considerazioni Evola le ha espresse nel volumetto del 1942 “Gli ebrei hanno voluto la guerra” (edizioni di Avanguardia) in cui  scrive in compagnia di Giovanni Preziosi, il più feroce antisemita italiano. Nella mostra del Mart non c’è nemmeno un accenno, dico uno, al fatto che il pittore fosse anche un ammiratore di Himmler e di Mussolini. Questo toglie qualcosa ai suoi quadri? Assolutamente nulla.

 

Ma va detto e ricordato. Chi organizza una mostra dedicata a Evola, pittore sconosciuto al largo pubblico, ha il dovere etico, lo ripeto etico, di raccontare chi è stato Evola, di descrivere l’artista, il politico, l’uomo. Dopo essere stato un brillante avanguardista nell’arte, come mai Evola dopo pochi anni si collocò all’opposto delle correnti più moderne? Fu un opportunista, dal momento che in Europa dominavano i totalitarismi?

 

Perché denunciò il suo maestro Tzara, che aveva amato e incontrato di persona a Parigi, come “ebreo” da mandare insieme a milioni di altri ebrei allo sterminio? Evola peraltro non è un “redento”, non ha mai cambiato casacca ed è sempre rimasto fedele a se stesso. Negli anni Sessanta, quando aveva ricominciato a dipingere, preciserà di non essere mai stato un seguace di Hitler bensì di Himmler che aveva dato vita alle SS “elementi scelti, che avrebbero dovuto dar vita all’uomo nuovo e che si supponeva fossero di razza”. Sono una grande estimatrice delle opere di Marinetti, di Ernst Jünger, di Céline, di Pound e così via.

julius evola

 

Ma li apprezzo proprio perché esprimono una cultura radicale di destra: ho letto di Jünger non solo il romanzo “Sulle scogliere di marmo” ma i diari e i tormenti in cui accusava il partito di Hitler di essere troppo moderato e ho letto e “Morte a credito” di Céline ma anche i suoi pamphlet antisemiti. Questi artisti possiamo capirli soprattutto se riattraversiamo in loro compagnia il “viaggio al termine della notte” perché è proprio dal buio, dalla melma e dal fango che traggono le loro energie.

 

julius evola

Evola è oggi un filosofo sulla cresta dell’onda, ammirato dagli esponenti del pensiero “tradizionalista e fascista” europei e russi: ragion di più per spiegare ai visitatori del Mart la grande attualità di questo sconosciuto artista riscoperto da Vittorio Sgarbi. Non era opportuno raccontare di quali lacrime e sangue si sia nutrito il personaggio anziché tacere? Il critico, per concludere, non ci ha restituito Evola al completo ma ce l’ha presentato solo come un grandissimo pittore. Grandissimo, forse, ma antisemita e nazista, di sicuro. 

 

Mirella Serri     

julius evolajulius evola

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”