
LA ROMA DEI GIUSTI - VOLETE VEDERE COME FUNZIONÒ LA GIUSTIZIA IN ITALIA DURANTE IL MAXIPROCESSO? "LA CAMERA DI CONSIGLIO", DI FIORELLA INFASCELLI, RICOSTRUISCE CON COMPETENZA QUEL CHE ACCADDE NEL 1992, QUANDO LA GIURIA DEL MAXIPROCESSO SI CHIUSE IN UN BUNKER A PROVA DI MAFIA, ALL’UCCIARDONE, E RIUSCÌ A CONDANNARE UN VERO E PROPRIO ESERCITO DI MAFIOSI. PIEGANDO L’ORGANIZZAZIONE CRIMINALE... - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Volete vedere come funziona la giustizia in Italia? O, almeno, come funzionò la giustizia in Italia tra il 1986 e il 1992 al Maxiprocesso, dove per la prima una giuria riuscì a giudicare 475 imputati per mafia dando ben 16 ergastoli e qualcosa come oltre duemila anni di prigione? “La camera di consiglio”, ultimo film di Fiorella Infascelli, già regista nel 2018 di “Era d’estate” sui giudici Falcone e Borsellino che si incontrano all’Asinara nell’estate del 1985, scritto qui con il giornalista Francesco La Licata e Mimmo Rafele,
ricostruisce con competenza e passione per la giustizia (cosa che non guasta proprio) quel che accadde appunto in camera di consiglio nel 1992 quando la giuria del Maxiprocesso, il presidente Alfonso Giordano, interpretato qui da Sergio Rubini, e il giudice a latere, interpretato da Massimo Popolizio, si chiusero in un bunker a prova di mafia all’Ucciardone e riuscirono a condannare un vero e proprio esercito di mafiosi piegando l’organizzazione criminale.
Senza essere un esperto né di mafia né di processi, ma alla proiezione di ieri al Maxi c'erano Pietro Grasso e giornalisti come Lirio Abbate e Marco Travaglio, devo dire che il film ha una bella struttura da commedia, gli scontri tra i due giudici su come procedere sulla gravità delle prove si alternano a dialoghi più tranquilli attorno alla tavola con i giurati popolari.
Ha un’ambientazione circoscritta, come già in “Era d’estate”, ma anche in una serie di recenti film di successo, penso a “Le assaggiatrici”, e ha, soprattutto, un solido cast, anche di attori poco noti, che trova in Sergio Rubini e Massimo Popolizio una coppia formidabile in grado di tenere la scena con un piacere inaspettato per lo spettatore. Troppe volte abbiamo visto i due attori relegati in ruoli di contorno o poco significativi. In questo caso il film vive della loro presenza e del loro dialogo. Bravissimi.
Ho trovato anche di grande interesse, perché parlando di giustizia mi riconosco davvero ignorante, tutti i meccanismi spiegati nel film per arrivare a sentenze giuste. In un momento di guerra tra Mafia e Paese. Non a caso la storia non finisce, ahimé, con le sentenze del Maxiprocesso del gennaio 1992, visto che nello stesso anno, il 23 maggio, a Capaci, la risposta della mafia si fece sentire. E non finì lì. In sala dal 20 novembre.