RUTTO LIBERO E PALLA AL CENTRO - SPETTACOLO MODESTO, GIOCO INCERTO: UN CAMPIONATO SENZA CAMPIONI - CON SOFFERENZE INFINITE E CARITATEVOLE AIUTO ARBITRALE, LA CRISI DEL CALCIO MILANESE SI TINGE DI TINTE MENO SCURE - LAZIO SENZA DIFESA, ZEMAN SENZA PORTIERE - DESTRA MAL-DESTRO - IL NAPOLI SOSTITUISCE SAN GENNARO CON SAN CAVANI - SULLA PANCHINA DEL PALERMO ORA CHI CI VA, ZAMPERINI?...

DAGOREPORT

Con sofferenze infinite e caritatevole aiuto arbitrale, la crisi del calcio milanese si tinge di tinte meno scure. Se Chievo e Cagliari spaventano le ex dominatrici d'europa, il gioco latita e c'è bisogno di due "orrori" del giudice di gara (netto rigore per i sardi a fine primo tempo, 0-1 dell'Inter in fuorigioco), l'allarme resta rosso.

La squadra di Stramaccioni gioca un pessimo primo tempo, si giova del casuale ingresso di Cassano (Sneijder, oltre a passeggiare svogliato, si stira dopo 25 minuti), subisce e si trova casualmente in vantaggio a fine frazione. Poi gestisce i secondi quarantacinque, osserva la sparizione progressiva dei veronesi, mette in vetrina lo scugnizzo di Bari (la maniera in cui frega il pallone a Milito per il 2-0 è un lampo di pura Bari vecchia) e permette a Stramaccioni lo sfoggio della solita presunzione post partita e qualche sublime inciampo linguistico: "abbiamo dimostrato grande grinda".

Allegri è più lontano, in tribuna, squalificato. Inquadrato dietro un vetro (fortissimo effetto Antonio Conte) lascia a Tassotti (32 anni di Milan, bandiera di eventuale transizione) il proscenio. Primo tempo da Milan recente, a volte in balia di un avversario furibondo per i postumi della pochade Cellino, con El Shaarawy ancora in gol (una volta per tempo per il 2-0 finale. Spettacolo modesto, il gioco, ancora uno straniero, il domani incerto.

SAN CAVANI
Presente solido per la nuova dominatrice in coabitazione con la Juve, il Napoli, che travolge la Lazio con tre gol di Cavani. Potevano essere 4 se solo l'uruguagio non avesse spedito in curva il rigore del 4-0. Della squadra di Pektovic alla fine si ricorda solo il bel gesto di Klose. Segna di mano al terzo minuto nello stadio di Maradona, subisce un mezzo linciaggio, mette davanti all'arbitro Banti il film della sua vita (lo stesso non vide un gol di Brocchi nell'aprile 2011 che per la Lazio avrebbe significato Champions League) e infine lo aiuta ammettendo che lo 0-1 che avrebbe cambiato lo scenario non era che una truffa.

Se del tridente del Napoli è superbo, il resto della truppa di Lotito è un naufragio difensivo lungo 90 minuti, un po' di sterile possesso palla e tante, troppe paradossali infilate in contropiedi che giocando in trasferta, hanno un sapore grottesco.

ZEMAN SENZA ZEMAN
Straniante anche la Roma e agghiacciante il suo olandese volante, Stekelenburg, il portiere che un giorno, fu titolare indiscusso della sua nazionale. Oggi, in una crisi senza ritorno, è la palla al piede della squadra di Zeman che nel dopo gara parla di "infortunio che succede a chiunque" con sano aziendalismo e una faccia che sa di dubbio.

Dopo aver regalato due punti al Bologna, si è ripetuto restituendo a una Sampdoria in dieci per l'espulsione di Maresca per tutto il secondo tempo, il gol del pareggio. Un gesto elementare che si trasforma in comica, Munari ringrazia e annulla il gol di Totti, nervosissimo ma in gol, il primo stagionale, alla vigilia del suo compleanno numero 36. Lui merita applausi, il meccanismo di Zdengo meno. Ferrara, dopo aver perso la battaglia dialettica in settimana, aver perso l'occasione di stringergli la mano (Zeman gli darà poi del maleducato: "penso che ho qualche anno di più"), ma stravince quella tattica.

Ottima Sampdoria che annulla l'uomo in meno, sa meritarsi la fortuna, a volte difende in 8 e mette in evidenza quanto le scorie di Luis Enrique abitino ancora dalle parte di Trigoria. Dopo un buon inizio, ripresa tutta giocata in orizzontale con lo strapagato Destro in versione Egidio Calloni e il solo Balzaretti a interpretare il verbo. Così l'ibrido non solo non porta vittoria, ma trascina qualche fischio dalla tribune e un vento di generale delusione che solo l'affermazione virtuale di Cagliari permette di non tramutare in concerto. In attesa della gara dell'anno, sintesi di

LE BUONE IDEE DELLE PICCOLE.
Altro cabarettista tra i pali è il giocoliere argentino del Catania, Mariano Andujar. Scambiando palla con il centrale Spolli mette sui piedi di Moralez l'illusione di sbancare la Sicilia. Poi segnano Spolli stesso e Barrientos e il Catania dell'esordiente Maran non rimpiange Montella, ha gli stessi punti della Roma, 8, e qualche applauso, al pari della Sampdoria, lo merita. Il campionato è equilibrato e ogni tanto soporifero. Noia profonda a Torino, con sette attaccanti in campo e nessun gol, qualche bagliore in più a Genova tra Genoa e Parma (1-1, Lucarelli e Borriello su rigore dopo averne sbagliato uno).

SUPERMERCATO TRISTEZZA.
In attesa di Siena-Bologna un discorso a parte merita lo psicodramma palermitano. La squadra di Gasperini è virtualmente ultima, perde anche a Pescara, dopo aver sbagliato sei gol da due passi. Così vince anche Stroppa, perde ancora Gasperini e forse dalla prossima settimana, in panchina andrà direttamente Zamparini. La qualità non si compra al supermercato.

 

 

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