badr al saud scala alexander pereira

SALA SCENDE DALLA SCALA: ''RESTITUIAMO I SOLDI AI SAUDITI''. BEPPINO GETTA LA SPUGNA INTRISA DI PETROLIO DOPO L'EDITTO DI FONTANA CHE HA CHIESTO IL LICENZIAMENTO DEL SOVRINTENDENTE PEREIRA. CHE VIENE BLINDATO DAL SINDACO (O QUASI): ''È CONFERMATO FINO AL 2020''. MA IL POVERO ALEXANDER SPERAVA CHE I 15 MILIONI SAUDITI SAREBBERO STATI IL JOLLY PER INCASSARE LA RICONFERMA ALMENO FINO AL 2022…

 

alexander pereira

1. SCALA: SALA, RESTITUIAMO SOLDI A SAUDITI

(ANSA) - "Ad oggi si ritorna al punto zero. Restituiamo i soldi ai sauditi. Vedremo se ci saranno altre possibilità di collaborazione": lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che è presidente della Scala al termine della riunione del cda parlando dei due bonifici da tre milioni e da centomila euro fatti dal ministro della Cultura Badr bin Abdullah bin Mohammed Al Farhan.

 

Tramonta quindi prima di nascere l'ipotesi di un suo ingresso nel cda. La decisione di restituirli è stata presa, ha detto, "all'unanimità". "Alexander Pereira certamente rimane al suo posto. Non è in discussione", ha poi detto Sala, spiegando che il sovrintendente è confermato fino alla fine del mandato nel 2020.

 

    Il presidente della Lombardia Attilio Fontana ieri aveva definito da licenziamento il comportamento di Pereira. "Se Fontana intende portare avanti questa idea deve dire al suo rappresentante in cda, Philippe Daverio, di proporlo ma non è stato questo il caso".

  

 

BADER BIN ABDULLAH AL SAUD

 

2. SCALA, I FONDI SONO DEL MINISTRO SAUDITA FONTANA: PEREIRA ANDREBBE LICENZIATO

Pierluigi Panza per il ''Corriere della Sera''

 

 

Il comportamento del sovrintendente della Scala Alexander Pereira, che ha fatto fermare presso un notaio una tranche di fondi sauditi (tre milioni, più centomila euro per la tournée dell' Accademia) prima della riunione del Cda «provocherebbe il suo licenziamento, in qualunque Consiglio, a qualsiasi latitudine» secondo il presidente della Lombardia, Attilio Fontana. «Il signor Pereira - ha detto il governatore - non mi ha consegnato alcuna documentazione che facesse riferimento al versamento di tre milioni ricevuto dai Sauditi. Ne ha fatto cenno per la prima e unica volta, e quasi involontariamente ("...forse adesso dovrò rimandare indietro i soldi!"), durante la conversazione avvenuta nel mio ufficio il pomeriggio dell' 8 marzo scorso. Nonostante la sorpresa e l' irritazione, ho ritenuto di non rendere pubblica in quel momento tale informazione, per rispetto al Teatro».

ALEXANDER PEREIRA SCALA

 

Sebbene ieri pomeriggio i toni dello scontro apparissero meno forti, e i due si sarebbero telefonati, i fondi «sotto accusa» non sono genericamente «sauditi» ma depositati direttamente dal principe Badr bin Abd Allah in persona, che è anche ministro della cultura (dicastero nato da pochi mesi). Ciò compare nella bozza della relazione che oggi Pereira leggerà ai consiglieri fatta giungere ieri ai giornali, e non certo dal sovrintendente. Da questa relazione emerge anche lo sforzo diplomatico sostenuto dalla nostra ambasciata a Riad per far sì che la Scala diventi il pivot della musica in Arabia, Paese definito il 19 luglio del 2018 dal ministro Matteo Salvini (si legge nella relazione) «elemento di stabilità e affidabilità nelle relazioni bilaterali».

 

Il principe-ministro Badr ha il compito di sviluppare i piani culturali del Progetto Saudi Vision 2030 che intende rinnovare il Paese attraverso la cultura:la musica era stata proibita da mezzo secolo. Il ministro Alberto Bonisoli ha preso conoscenza delle iniziative saudite in occasione della «prima» della Scala e ieri, dopo le bellicose dichiarazioni del governatore lombardo ha dichiarato: «Il ministero è un ente vigilante e ci muoviamo con cautela: è in atto una verifica di alcuni aspetti. Abbiamo diverse fondazioni, come la Scala - ha aggiunto -, che può essere un esempio di sponsorizzazione di un soggetto straniero oppure un sentiero da non percorrere».

sala fontana

 

Anche il ministero della Cultura Saudita ha rilasciato una dichiarazione al Corriere : «L' Arabia Saudita è una terra ricca di tesori culturali. Stiamo investendo e rinvigorendo arte, cultura e patrimonio a vantaggio di tutti. Questa è un' ambizione strategica che si colloca perfettamente all' interno dei cambiamenti in atto nel Regno. Siamo grati ai nostri amici e partner in tutto il mondo mentre costruiamo ponti e cerchiamo di costruire la comprensione attraverso la cultura e le arti». Per ora i principali partner sono, però, francesi, inglesi, americani e svizzeri.

 

Pereira ha stretto gli accordi con gli emissari di Badr in gennaio, quando si è recato al Festival Winter at Tantora nello straordinario sito archeologico di Al Ula (appalto francese; erano state contattate università italiane). Dapprima, su suggerimento di un consigliere, si pensava di far entrare come socio fondatore (tre milioni per 5 anni consecutivi e un posto in Cda) la compagnia petrolifera Aramco. L' orientamento del sindaco sarebbe stato più verso una realtà istituzionale. Senza molti balletti, il principe Badr ha fatto direttamente il bonifico-deposito dal suo conto. Da qui l' irritazione di Fontana verso Pereira e di altri leghisti verso il sindaco Sala.

sala pereira chailly

 

Il difficile cosiddetto Piano B che Pereira starebbe delineando dopo le polemiche di questi giorni (soldi sì, ma non posto nel Cda), salvaguarderebbe le tournée e l' apertura di una Accademia per 400 bambini e bambine a Riad, una start-up per portare la «nostra» musica e i «nostri» insegnanti in Arabia. Questi progetti sarebbero ulteriormente pagati dal paese Saudita con 7 milioni. Sempre che si trovi, piccolo ma non trascurabile particolare, «una soluzione diplomaticamente percorribile anche dal punto di vista d

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO