salvo sottile mentana sposini

MENTANA MI DISSE: SEI IL RAGAZZETTO CHE STA A PALERMO? SEI TROPPO PICCOLO PER FARE QUESTO LAVORO” - SALVO SOTTILE SI RACCONTA: “DA BAMBINO MI BULLIZZAVANO PERCHÉ ERO SOVRAPPESO. MENTRE STUDIAVO PER ARROTONDARE GIRAVO I FILMINI AI MATRIMONI” – E POI IL TG5, SPOSINI (“UN PADRE, AGLI INIZI DORMIVO A CASA SUA”), LA DIRETTA INFINITA DELLA STRAGE DI CAPACI, L’AGGRESSIONE A PALERMO DOPO I SERVIZI SULLA MAFIA (“MI HANNO MENATO COME FABBRI”), LO SCAZZO CON DI MARE, I "FATTI VOSTRI" ("DIFFICILE DA CONDURRE"). E SULLA VOCE…

Estratto dell'articolo di Chiara Maffioletti per il “Corriere della Sera”

 

salvo sottile

Ha vissuto in una stazione, Salvo Sottile. «Mio nonno faceva il capostazione, a Cefalù: abitava lì con mia nonna. Per quasi un anno, da bambino, ho abitato da loro, perché i miei lavoravano. Dopo tanti trenini, finalmente, avevo la possibilità di giocare con dei treni veri, tanto che da grande sognavo di guidarli. Li osservavo per ore, li vedevo sparire dentro la galleria che c’era poco distante dalla stazione. E ricordo mio nonno che mi diceva: al di là, c’è l’Italia».

 

Anche suo papà era un giornalista.

«Lavorava al Giornale di Sicilia e per via del suo mestiere non c’era praticamente mai: si occupava di cronaca nera. Io non ho mai voluto lavorare per la carta stampata proprio perché, di fatto, mi aveva portato via mio padre. Però ho realizzato presto che mi piaceva raccontare storie, anche se per immagini».

 

Come ha iniziato?

«Mentre studiavo lavoravo anche in una libreria, mi davano 150 mila lire al mese. Con quei soldi mi sono comprato una delle prime telecamerine, usata. E ho iniziato a riprendere le cose che più mi colpivano della mia città, Palermo. In poco tempo mi ero fatto un mio giro: il poliziotto che mi raccontava cosa succedeva, il medico del pronto soccorso... e a 16 anni ho iniziato a propormi ad alcune tv locali».

 

salvo sottile enrico mentana

Intraprendente.

«In realtà da bambino ero timidissimo, sono stato pure bullizzato: a scuola i miei compagni mi prendevano in giro perché ero sovrappeso e non mi permettevano di giocare assieme a loro. Ricordo un pomeriggio in cui sono rimasto solo tutto il tempo con una palla in mano: non trovavo nessuno che volesse giocare con me. La strada poi, per fortuna, mi ha svegliato».

 

Ha iniziato a fare il giornalista da giovanissimo.

«Una delle tv locali pre cui lavoravo mandava le immagini anche a Mediaset. Un giorno mi chiamarono per chiedermi se potessi andare a Roma per un colloquio. Cercavano un informatore dalla Sicilia: stava per nascere il Tg5».

 

Ci andò di corsa?

«In realtà all’inizio risposi che non potevo partire. Per arrotondare avevo iniziato a fare anche i filmini dei matrimoni e quella settimana ne avevo tre. Era un introito importante per me.

 

salvo sottile 2

Poi però mi decisi e andai: in ascensore, in quella che un tempo era stata la famosa villa di Pippo Baudo poi diventata un palazzo di Mediaset, beccai Mentana e Lamberto Sposini. Mentana mi disse: “Ma sei il ragazzetto che sta a Palermo? Sei troppo piccolo per fare questo lavoro”. Sposini invece, che era il buono della coppia, fu più clemente: “Vediamo dai, se succede qualcosa tu avvisaci”. Ecco, quell’anno accadde di tutto: l’eruzione dell’Etna, l’omicidio Lima, la strage di Capaci, la strage di via D’Amelio. In pochi mesi capitò in Sicilia quello che non era mai successo in dieci anni».

 

E lei era lì.

«Ma non avevo mai fatto collegamenti in diretta. Quando chiamai Mentana per digli della strage di Capaci, dopo che mi aveva avvisato un poliziotto, mi disse: dobbiamo fare una diretta, raccogli tutto il materiale che puoi e mando un inviato: prende un aereo e tra 2 ore è lì. In realtà non mandò nessuno e mi disse all’ultimo, per non farmi montare l’ansia, di mettermi davanti alla telecamera. Panico totale. Ma iniziammo a fare questa diretta infinita. Avevo 18 anni».

salvo sottile

 

Cominciò così a fare il corrispondente dalla Sicilia per il Tg5.

«La Rai aveva venti persone a Palermo e venti a Catania. Io ero solo per tutta la regione, ogni tanto dovevo coprire anche la Calabria».

 

Ci sono mai stati episodi spiacevoli?

«Non l’ho mai detto, nemmeno a Mentana, se no mi avrebbe tirato via di lì. Ma dopo quattro o cinque anni che stavo a Palermo e seguivo la cronaca nera e la mafia, una sera tornai a casa e notai che c’era una cosa diversa dal solito: un lampione era spento. Il tempo di mettere la chiave nella serratura e mi sono sentito prendere da dietro da due persone che mi hanno poi menato come fabbri. Non ho fatto denuncia perché avevo paura che mi levassero tutto».

 

Resta un rammarico?

«Per me era troppo importante continuare a fare quello che stavo facendo. Non ero l’inviato che arrivava, faceva un servizio e se ne andava via. Io vivevo lì. Pressioni ne avevo subite. Ricordo anche la gente che mi fermava e mi diceva: ma perché non parli del turismo? Io non credevo a quel tipo di mentalità. Poi però Mentana mi trasferì a Roma. E per fortuna».

lamberto sposini emilio carelli clemente mimun cristina parodi enrico mentana cesara buonamici

 

La sua voce ha avuto un ruolo nel renderla famoso?

«È una voce che odi o ami, però è riconoscibile, senza dubbio. Era il mio modo naturale di parlare, non c’era nulla di costruito quando ho iniziato. Senza contare che all’epoca ero un ragazzo che cercava di sembrare più grande della sua età: mi confrontavo con gente che aveva anche 30, 40 anni più di me, non mi prendevano sul serio. Quella diffidenza, comunque, l’ho spesso sperimentata nel corso degli anni».

 

In che senso?

«Quando sono andato via da Mediaset, ho avvertito che c’era un pregiudizio su di me, perché aver lavorato per Berlusconi significava per molti essergli amico».

 

salvo sottile 1

Era così?

«L’avevo conosciuto al mio primo anno al Tg5, mi diede il suo numero e mi disse di chiamare se ne avessi avuto bisogno. Ovviamente non l’ho mai fatto. Era un uomo pieno di charme, cercava sempre di fare spogliatoio. Faceva sentire tutti importanti: dall’ultimo ragazzino di Palermo, che ero io, al direttore. In generale non rinnego gli anni di Mediaset, sono stati assolutamente formativi».

 

Ci potrebbe tornare?

«Con il progetto giusto perché no?».

 

Il grande successo arrivò con «Quarto grado», vero?

«Un programma incredibile. Prima conducevo il Tg5 ma a un certo punto Clemente Mimun decise di levare tutti gli uomini dalla conduzione delle 13. Quindi mi chiesero se volessi fare questo programma sperimentale, su Rete 4. Prima la cronaca era solo appannaggio di Federica Sciarelli, così io mi sono vestito il programma addosso: era una sorta di rappresentazione con una serie di parti in commedia. Di certo, era un modo diverso di fare cronaca. Sembrava dovessero chiudere il programma dopo tre puntate perché non andava benissimo, ma poi iniziò a crescere fino a fare il 17 per cento su Rete 4. Tuttora, per strada, le signore mi chiedono quando tornerò a condurlo».

salvo sottile

 

Era però anche uno stile molto discusso, che indugiava sui crimini più efferati.

«È il motivo per cui a un certo punto ho detto basta: non volevo essere associato solo a dei delitti, non volevo essere “quello che parla di cronaca nera”. Così ho deciso di lasciare e fare altro, prendendomi dei rischi».

 

Stando ai palinsesti Rai, è stato premiato.

«In ogni progetto voglio portare il mio modo di raccontare storie, però. Nel tempo sono stato un severissimo giudice di me stesso, ma con le lezioni che mi ha dato la vita, ho imparato a non compatirmi più di tanto, a fare i miei sbagli e non rimproverarmi».

 

È in aperto contrasto con Franco Di Mare, da anni.

«Daria Bignardi mi aveva proposto di fare Mi manda Rai3 ed ero rimasto lì cinque anni, fino a quando non è arrivato lui alla direzione. Ci sta che un direttore di rete voglia cambiare, ma non mi tieni un conduttore a bagno maria fino all’ultimo giorno, quando sai che non potrà più trovare altro da fare.

i fatti vostri salvo sottile intervista domenico campanile l uomo picchiato dalle due ex a napoli 6

 

Con lui mi sono ritrovato senza un lavoro. E dire che insieme avevamo fatto l’Afghanistan, in ottimi rapporti. Poi, chissà perché, ha deciso di dichiararmi guerra, come fosse una sua ossessione. Pretendeva anche che non andassi ospite da nessuno, chiamava tutti dicendo di non invitarmi. L’unico a non farsi intimidire fu Guardì».

 

E arrivò il capitolo dei «Fatti Vostri».

«Un programma difficile da condurre, con molti registri, che insieme abbiamo cercato di modernizzare, penso riuscendoci. Devo moltissimo a Guardì. Tutto sommato, alla fine, Di Mare mi ha fatto un favore».

 

Altre persone a cui dire grazie?

«Mentana. E Sposini, che è stato per me una sorta di padre: i primi tempi, quando ero a Roma, andavo a dormire a casa sua. Mi aveva preso sotto la sua ala. Mentana era più il preside, ti interrogava.

 

salvo sottile foto di bacco

Prima di mandarmi in Afghanistan, dove sono stato poi per due mesi, mi chiese di dirgli i confini. Lui per me resta il più bravo in assoluto: ammiravo la sua capacità di non stancarsi e la sua velocità di pensiero, fuori dal comune. Mi ha dato un’opportunità quando non lo avrebbe fatto nessuno. Negli anni abbiamo anche discusso, ma ogni volta che lo vedo rimane in me una sorta di soggezione, anche oggi».

 

 

(…)

Quali sono i suoi obiettivi?

«Sono diventato papà abbastanza giovane, poi mi sono separato e con Sarah (Varetto, ndr ) siamo in ottimi rapporti. Oggi per me, quello che conta, è esserci sempre per i miei figli».

salvo sottile intervista daniela lourdes falanga a i fatti vostri 6salvo sottile mi manda raitreANNA FALCHI SALVO SOTTILE I FATTI VOSTRI SALVO SOTTILE ANNA FALCHI I FATTI VOSTRIlamberto sposini foto da "chi"salvo sottile mi manda raitre SALVO SOTTILE I FATTI VOSTRIsalvo sottile tanya yashchanka

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...