1. SOLO SANTORO SA COME RINGALLUZZIRE I BERLUSCONES! LE “BONEV CONFESSIONS” SU FESTINI, SESSO, LESBICHE, BOTTE TRA BERLUSCONI E LA PASCALE (VIDEO), RIUNISCONO IL PDL 2. ALFANO, SANTANCHÈ, SCHIFANI, CARFAGNA, TUTTI IN CORO: “MONNEZZA, CLOACA, DISCARICA. SANTORO NON FA PIÙ GIORNALISMO, MA SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE” 3. MICHELLE HA RACCONTATO A MICHELE DEL SESSO IN CAMBIO DELLA SUA FICTION, DEI FESTINI CON LE OLGETTINE CHE CHIEDONO RUOLI, SOLDI, BORSE, PERFINO LE BOLLETTE DA PAGARE 4. SECONDO LA BONEV, “DONNE IN GIOCO” ERA UN CAPOLAVORO STRONCATO DA MEDIASET PERCHÉ PARLAVA DI AZZARDO. MA LA BULGARA NON È LA PRIMA VOLTA CHE PROVA A RIFILARE PATACCHE ARTISTICHE. LO HA FATTO CON BAUDO, SACCÀ, ROSSELLA, BONDI 5. LA FICTION AVEVA DIALOGHI TERRIFICANTI IN UN ITALIANO SGHEMBO, INQUADRATURE DA TV TEDESCA (DEL’EST) ANNI ’70, INTERPRETAZIONI CANINE, A PARTE QUELLA DI BUZZANCA

1. VIDEO - MICHELLE BONEV A "SERVIZIO PUBBLICO": "ECCO COME BERLUSCONI HA FATTO PRODURRE LA MIA FICTION"

 


2. VIDEO - MICHELLE BONEV A "SERVIZIO PUBBLICO": "LA MIA STORIA CON FRANCESCA PASCALE, LE BOTTE TRA LEI E BERLUSCONI - TRA LORO È TUTTO FALSO"

 


3. I FESTINI, LE RAGAZZE, IL SESSO
Da www.giornalettismo.it

Bonev è tornata a parlare dei regali offerti da Berlusconi alle ragazze, che, a suo dire, azzardavano sempre nuove richieste. Ma tra i racconti di sesso e favori, rientrano anche nuovi attacchi sulla compagna di Silvio Berlusconi, Francesca Pascale, definita «ambiziosa, lesbica e senza scrupoli».

SERVIZIO PUBBLICO, BERLUSCONI E MICHELLE BONEV - Bonev ha spiegato di aver chiesto al Cavaliere se il suo film poteva essere preso da Medusa: come si è spiegato nella puntata, i diritti furono poi presi dalla Rai, su intercessione del Cavaliere, per il valore di un milione di euro. La regista bulgara ha parlato di quanto accadeva durante le serate di Arcore: «Funzionava così: alla fine della festa ogni ragazza aveva una richiesta da fare a Berlusconi. Il motivo? Arrivava sempre qualcosa: da un ruolo in prima fila per un film, borse, affitti da pagare, anche luce e gas».

Secondo Bonev, il Cavaliere restava in sala, le donne si sedevano sui divani, finché Berlusconi, «una per una, come il padrino», cominciava ad ascoltare le loro richieste. L'ospite ha poi parlato della sua amicizia con Francesca Pascale, spiegando come Berlusconi le avesse assicurato come fosse lesbica.

«Francesca è una ragazza ambiziosa, vuole il potere. Fa di tutto, senza scrupoli. Viene da un quartiere povero di Napoli e vuole diventare sua compagna. Pretende sposarlo, sa dove vuole arrivare ed è disposta a tutto. Ma non è mai stata prima con uomo, non poteva innamorarsi di Berlusconi, perché le piacciono le donne», insiste Bonev. Secondo la regista, la donna che spiega di aver portato "ordine ad Arcore", non avrebbe modificato la situazione: «Anche con il suo arrivo non è cambiato nulla. C'erano sempre feste, sempre le ragazze».

4. FANGO DI SANTORO SU BERLUSCONI. IRA DEL PDL. SCHIFANI: "INTERVENGA L'ORDINE" - ALFANO: "GIORNALISMO QUALUNQUISTA E VOLGARE, NON LO ACCETTIAMO"
Nico Di Giuseppe per www.ilgiornale.it

"Macchina del fango". I commenti del giorno successivo alla trasmissione di Santoro si possono compendiare così. Il conduttore di Servizio Pubblico è tornato a servire il suo piatto forte fatto di illazioni e insinuazioni.

Il tutto condito dalla sua eterna ossessione: denigrare Berlusconi, magari anche frugando sotto le sue coperte. Dai pentiti patacca (vedi Massimo Ciancimino) si è passati ai "pentiti delle mutande" - per citare Maurizio Belpietro. Dal pulpito santoriano parla Michelle Bonev, nome d'arte di Dragomira Boneva, attrice di origini bulgare, un tempo molto stigmatizzata dalla sinistra e ora tornata alla ribalta grazie alle sue dichiarazioni su Silvio Berlusconi e Francesca Pascale.

Disservizio pubblico è l'hashtag che è stato creato su Twitter. Oltre alle numerose critiche dalla rete, il Pdl è insorto. "Se questo è giornalismo... La trasmissione di Santoro ieri sera ha toccato davvero il fondo. L'intervista alla Bonev, creata ad arte, era pensata e finalizzata unicamente per gettare fango e discredito sul presidente Berlusconi", ha tuonato il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani, chiedendosi se "non sia opportuno in questo caso anche un intervento deciso dell'ordine professionale, a tutela del pubblico e contro chi ha ideato e mandato in onda simili volgarità".

"Santoro inaugura la stagione di nuovi veleni contro Silvio Berlusconi perché è convinto che le elezioni sono alle porte e il centrodestra potrebbe oggettivamente vincerle, pertanto vuole impedirlo gettando fumo negli occhi agli italiani, oppure non riesce proprio a resistere al richiamo della foresta di "cianciminiana" memoria, prestandosi a fare da megafono a qualsivoglia congettura e illazione?", ha dichiarato la portavoce del gruppo Pdl alla Camera dei deputati Mara Carfagna. Rincara la dose il deputato del Pdl, Antonio Leone: "La discarica "Servizio pubblico" ormai è colma. La monnezza penso che Santoro se la debba scaricare nel giardino della sua sontuosa villa".

"Al peggio non c'è mai limite. Santoro, al cattivo gusto non c'è mai fine. Il messaggio diseducativo che proviene, netto, dall'antigiornalismo di Michele Santoro è raccapricciante. Pur di attirare l'attenzione, alla stregua di un serial killer dell'informazione, non esita a collezionare omicidi mediatici. La puntata di stasera di Servizio Pubblico costituisce un fulgido esempio di come non si deve fare televisione", ha affermato Francesco Paolo Sisto (Pdl), presidente Commissione Affari Costituzionale Camera."La nostra storia e la storia del presidente Silvio Berlusconi non potrà mai essere sporcata da un giornalismo qualunquista e volgare che utilizza presunti gossip e personaggi discutibili", aveva commentato ieri sera Angelino Alfano.

Tagliente Daniela Santanché: "Santoro vero utilizzatore finale. Andrebbe indagato per sfruttamento della prostituzione". "Fango mediatico, spettacolo barbaro, macelleria televisiva" ha chiosato Renato Brunetta, "Non è giornalismo ma una cloaca", ha detto Luca d'Alessandro. "Ormai Santoro è uscito dal giornalismo per confermarsi il rigattiere della vergogna. Finirà col vendere le divise usate di Vauro a Porta Portese. La sua trasmissione di ieri ha superato ogni record di disgusto. Utilizzare personaggi patetici in evidenti difficoltà in quel modo dimostra che siamo da tempo oltre il giornalismo e l'informazione per dar luogo ad aggressioni che usano ingredienti improbabili, incredibili ed ignobili", ha affermato il senatore Pdl Maurizio Gasparri.


5. TUTTI I FIASCHI DI MICHELLE - STORIA DI UNA RE MIDA AL CONTRARIO
Francesco Specchia per "Libero Quotidiano"

Questa è la conferma: Dragomira Michelle Bonev detta Michelle è quel tipo di donna che s'incontra una sola volta nella vita. Se proprio sei sfigato, due. Premettiamo: in tema di «Berlusconi-e-ledonne » siamo talmente abituati al surreale che l'intervista a Servizio Pubblico della pur brava Francesca Fagnani alla bulgara venuta dall'impossibile, ascoltata oggi, sembra soltanto lo squarcio d'una commedia sexy di Lino Banfi («ma Venezia non ti piacerebbe? Ora parliamo col ministro Bondi...». Fantastico).

Per non dire delle dichiarazioni sul presunto lesbismo di Francesca Pascale; la qual cosa, invece di fare scandalo, al limite, al giorno d'oggi, potrebbe essere un atout. Ciò detto, ribadiamo che frequentare la Bonev t'appiccica addosso una iella pazzesca. I fatti sono incontrovertibili. Il primo ad incontrarla fu Pippo Baudo il quale, anni fa, si trovò imbucata nel Dopofestival di Sanremo questa ex lavorante alberghiera e ballerina di night spacciata per grande attrice di un film ancora da fare e scrittrice di un libro ancora da scrivere.

La colpa fu, ad essere onesti, dell'allora direttore generale Rai Agostino Saccà affascinato e al tempo stesso impietosito da questa novella Moll Flanders a cui la vita aveva tolto tutto, tranne la tenacia, e le tette. Dopodichè, ad incocciare nella Bonev toccò a Carlito Rossella. Rossella, da direttore di Panorama, ne presentò la pregevole opera Alberi senza radici (Mondadori) da cui il brano: «...comincia a offrire il fiorellino che tieni tra le gambe in cambio di denaro».

Giampiero Mughini la liquidò come «una porcata inenarrabile »; per i vertici Mondadori, invece si trattava dell'espressione di un raro realismo narrativo. Il terzo incontro con la Bonev avvenne -come da promessa - con Sandro Bondi, ministro dimenticabile della Cultura, che a Venezia le fece avere un premio appositamente inventato per il suo film sulla Bulgaria Goodbye Mama, roba che nessuno ovviamente aveva mai visto. A quel tempo si descrisse la Bonev come una che credeva nei valori; e per certi versi era vero, dato che la signora ricevette un milione di euro sganciati da Rai Cinema per finanziarne la pellicola sponsorizzato dal dicastero, chez l'altrettanto dimenticabile direttore generale Rai Masi.

A Goodbye Mama furono assegnati riconoscimenti alla cieca. Anzi, alla bulgara. Bonev riuscì ad inventarsi una categoria: non più l'opera prima ma la promessa d'opera prima. La stampa, maligna, parlò di «una escort di 400mila euro »; sintesi giornalistica non corrispondente al vero, non s'è mai capito bene se dal lato semantico o del calcolo numerico.

Non paga, Michelle, allargò il network delle conoscenze «per dimostrare il mio valore (artistico, ndr)». Anche perchè le conoscenze prima accumulate caddero, una ad una, in un ovattato oblio. E il suo quarto incontro lavorativo fu con Giancarlo Scheri, persona perbene, intellettuale e ottimo direttore di Canale 5 che mandò in onda Donne in gioco, epica saga tinta di noir diretta, prodotta e sceneggiata dalla Bonev stessa.

Si trattava d'una fiction riassumibile in due stolide righe. Una poliziotta moglie e madre aiuta una signorina dell'est, prostituta per vizio di gioco, ad uscire dal tunnel. Però, nel tunnel ci andarono i telespettatori, e gli attori. Dialoghi terrificanti in un italiano sghembo, inquadrature da tv tedesca -sempre del'est - anni '70, interpretazioni canine: questo era il prodotto.

Prodotto non facile, perchè Bonev riuscì a tirare fuori il peggio da ognuno dei suoi attori, escluso il possente Lando Buzzanca, che ha omesso l'esperienza dal curriculum. La fiction più brutta del mondo. Oggi sono preoccupato per l'amico Scheri, ultimo toccato dalla luce di Michelle; ma vedo che rimane saldamente in sella, e tiro un sospiro di sollievo. Per il resto, al di là del coté boccacesco, di tutta questa storia che si commenta da sé - senza bisogno di Santoro - emerge soprattutto una sensazione. Di irriconoscenza. E di tristezza infinita...


6. MICHELLE BONEV A SERVIZIO PUBBLICO: COSÌ SONO FINITA A LETTO CON BERLUSCONI
Da www.blitzquotidiano.it

L'attrice bulgara Michelle Bonev, nome d'arte di Dragomira Boneva, racconta a Francesca Fagnani di Servizio Pubblico quello che concesse a Berlusconi in cambio della produzione (Mediaset) della sua fiction "Donne in gioco". La Bonev confessa che finì a letto con Berlusconi.
Queste le sue parole esatte:
"Mentre (Berlusconi) mi accompagnava verso l'ascensore, si fermava spesso a sentire la mia storia, quella del film che volevo fare. Poi mi ha preso tutte e due le mani e mi ha detto:
«Michelle, io ti supporterò, non esitare di chiedermi aiuto, anche finanziariamente»
guardandomi dritto negli occhi. Io gli dissi
«Grazie, grazie presidente. A me piacerebbe molto che Medusa prendesse i diritti, che potesse coprodurre con me questo film».

Quando ad ottobre lui mi disse che la Rai sarebbe stata molto felice di acquistare i diritti del mio film per un milione di euro, io sono rimasta molto colpita. E allora chiamai il direttore responsabile della Rai..."
Fagnani: "Chi era il direttore della Rai allora"
Bonev: "C'era Masi"
Fagnani: "E quindi Berlusconi poteva chiamare Masi e dirgli ‘compra un film per un milione di euro'?
Bonev annuisce: "Certamente, Berlusconi può chiamare chiunque".
Il film fu prodotto e vinse anche un premio, "Action for Women", al Festival di Venezia 2010.
Bonev: "Quando sono andata poi a salutare Berlusconi alla fine delle riprese, ha visto una parte del film, a lui è piaciuto e mi ha detto
«Ma Venezia, non ti piacerebbe? Adesso parliamo col ministro Bondi (allora ministro della Cultura, ndr) e vediamo come possiamo arrivare ad avere un premio, il minimo che ti meriti.
Allora gli ho detto: «Facciamo una bella festa»

Berlusconi ha detto: «Anch'io mando i ministri. Visto che vengono i ministri bulgari, e allora per reciprocità... mando la Carfagna, Galan»".
Fagnani: "E ha ricevuto questo premio con il ministro Galan che la saluta davanti a tutti a nome di Berlusconi"
Bonev: "Con affetto. Berlusconi è un primo ministro, mandare un saluto a un'attrice-produttrice-regista per lui può essere una cosa normale ma... io lì ho stretto la sedia di peluche, l'ho strappata... Perché ho capito che in quel momento, ovviamente, io mi sono sentita marchiata.
Dopo il premio, il massacro. Io sono andata da lui, con le lacrime negli occhi, e gli ho chiesto - visto che le affermazioni della stampa erano ‘la nuova escort di Berlusconi ci costa 400 mila euro‘ - di fare delle smentite, quantomeno per il mio nome. Lui ha preso il giornale con la mia foto e ha detto
«Aah, questa sei tu? Che belle tette che hai».

Io sono rimasta sconvolta perché lì c'era scritto che io ero una escort...
Berlusconi: «Una escort da 400 mila euro, chissà cosa può fare... Cosa te ne frega? Prima non ti conoscevano, adesso ti conoscono tutti: sei famosa, non era questo che volevi? Senti, se mi vuoi parlare, non fare perdere mio tempo, parlami di cose concrete che io ho da fare».
Gli ho detto: «Va bene, ti parlo di cose concrete, vorrei produrre una fiction, di quale avevo già il soggetto, una fiction con la tua società, Mediaset, per dimostrare a tutti il mio valore».
Quindi lui mi ha detto che mi avrebbe aiutata. A quel punto sono iniziate le sue avances, fino a che, a fine gennaio 2012... Grande festa... E alla fine della festa siamo stati insieme".
Fagnani: "E lei come l'ha vissuto? Che sperava in più di ottenere?"
Bonev: "Eravamo andati così lontano, che se io non avessi... il contratto non arrivava".

 

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