1- CHE BELLISSIMA GIORNATA PER MINISTRI, DIRIGENTI DI STATO, DEPUTATI E SENATORI, GIORNALISTI: BISIGNANI COL PATTEGGIAMENTO TOMBALE SALVA I PROPRI SOLDI E DALL’ALTRO RENDE INUTILIZZABILI - ALMENO CONTRO DI LUI - MIGLIAIA DI TELEFONATE CHE SPAVENTANO PERSONAGGI AI QUALI LA GOGNA MEDIATICA È STATA FINORA RISPARMIATA 2- NON FATE ASSOLUTAMENTE LEGGERE A BABBO CARLETTO L’INTERVISTA DI RODOLFO DE BENEDETTI AL “CORRIERE DELLA SERA”: “GLI IMPRENDITORI NON DEVONO FAR POLITICA” 3- PERSONAL RATING, PERSONAL SPREAD! LO SANNO TUTTI GLI GNOMI DELLA FINANZA: SE IL BANANA SI LEVASSE DAI PIEDI, LO SPREAD SI SCHIACCEREBBE AI LIVELLI SPAGNOLI 4- LA SECONDA CARICA DELLO STATO SI SCALDA A BORDO CAMPO SPERANZOSA, MA COSA NOSTRA NON È D’ACCORDO: “L’AUTISTA DEL BOSS ACCUSA RENATO SCHIFANI”

A cura di Minimo Riserbo e Pippo il Patriota

1- COME SI DIVENTA DIRETTORI...
"P4, come ti controllo la stampa". Sul Cetriolo Quotidiano, una scheggia impazzita di nome Malcom Pagani squaderna altre due pagine di intercettazioni bisignanesche. Telefonate che spiegano bene come funziona l'informazione economico-giudiziaria (da noi sono quasi la stessa roba) e come si diventa, o si resta, o si torna direttori nella nostra bella Italia. "Dal suo ufficio di piazza Mignanelli Luigi Bisignani arriva a direttori e vicedirettori di importanti testate nazionali e ottiene articoli riparatori "in amicizia". Dal Sole 24 Ore a Italia Oggi, passando per il Foglio di Giuliano Ferrara, nessuno appare seccato dalla intraprendenza del faccendiere. Molte invece le giustificazioni" (pp. 8-9).

"Nella sua ottusa innocenza, il giornalista che ogni mattina si occupa del mondo economico esprime ciò che i suoi colleghi di altri settori riescono con successo a negare: che è la voce del padrone e che un giornale non è fatto per rappresentare gli interessi dei suoi lettori, bensì quelli dei suoi padroni". Questa non è di Bisignani, ma di Hans Magnus Enzesberger ("Economia della mosca cieca", 1982, tradotto e pubblicato in Italia nel 1988 da SE con il titolo "In difesa della normalità").

2- BISY BISI, CHE IMBARAZZI SU STAMPA E CORRIERE...
"Bisignani sta trattando il patteggiamento con i pm di Napoli", titola il Corriere della Sera a pagina 23. Stesso pezzo, ma piccino piccino, sulla Stampa ("Bisignani punta a patteggiare la pena", p. 11). Sul Corriere di don Flebuccio de Bortoli, Fiorenza Sarzanini scrive che il faccendiere piduista vorrebbe "un patteggiamento tombale".

Lo scopo è abbastanza chiaro: il lobbista dei lobbisti vuole da un lato salvare i propri soldi e dall'altro rendere inutilizzabili - almeno contro di lui - migliaia di telefonate che spaventano personaggi ai quali la gogna mediatica è stata finora risparmiata. Del resto c'è un passaggio illuminante, nel pezzo della Sarzanini: "La cosiddetta P4 ha svelato la natura dei rapporti di Bisignani con ministri, dirigenti di Stato, deputati e senatori, giornalisti confermando che era lui a orientare molte scelte politiche e imprenditoriali".

I rapporti erano anche con direttori di giornale come De Bortoli e Calabresi (non è un reato, per carità) e generali della Finanza. Quindi forse Bisignani era in grado di "orientare molte scelte politiche e imprenditoriali", ma anche molte scelte giornalistiche e investigative. O no?

3- LA RESISTENZA DEI MINIDOTATI...
"Governo, mini-accordo per salvarsi. Niente pensioni d'anzianità, alla Ue solo una lettera. Il Senatur: resto pessimista, vediamo cosa dice l'Europa. Sarkozy: situazione esplosiva" (Repubblica, p. 1).

Per carità di patria riportiamo solo il primo capoverso dell'editoriale di Eziolo Mauro sul Patto della Prostata: "Incapaci di salvare l'Italia, tentano disperatamente d salvare se stessi. A questo si è ridotta la forza titanica del berlusconismo, la "rivoluzione liberale", il governo "del fare", il vento del Nord leghista. Un ceto politico spaventato, timoroso ormai di mostrarsi al suo stesso popolo, impotente a governare la crisi, non riesce a dare le risposte di cui il Paese ha bisogno.

L'unica risposta è un accordo al ribasso, inadeguato e probabilmente inutile, nella speranza che possa imbrogliare l'Europa garantendo uno spazio ulteriore di sopravvivenza alla disperazione congiunta di Bossi e Berlusconi, chiusi nel recinto di governo trasformato in ultimo bunker" ("Un regime vuoto", Repubblica, p. 1).

Da libertari, ci permettiamo solo di aggiungere che questo ceto politico "timoroso di mostrarsi al suo stesso popolo" non a caso si blinda con la Celere e i reparti mobili dei Caramba e ha un ministro di Polizia, il mordace Maroni, che sta trafficando con i codici per garantire la massima impunità possibile (al tempo di Internet).

4- CAVALIER POMPETTA, NON METTERMI LE MANI IN TASCA...
"Berlusconi teme i mercati: "Devo portare cose precise" (Corriere, p. 3). Bruxelles mica è Porta a Porta. "Dalle privatizzazioni alla flessibilità del lavoro. Ecco il piano sviluppo. Nella lettera per Bruxelles le linee guida del provvedimento. Vendita degli immobili pubblici e lotta alla burocrazia" (Giornale, p. 4). Già sentite, queste.

Imperdibile la riesumazione dell'economista Vito Tanzi, intervistato dalla figlia di Pio Mastrobuoni (ex portavoce di Andreotti e Lamberto Dini) per la Stampa di Mariopio Calabresi: "Il rischio è buttare i frutti del nostro miracolo economico". A che cosa si riferisca non è chiaro neppure a lui (p. 4).

Ma per la serie "Se la suonano e se la cantano", ecco la doppia intervista sulle pensioni ammannita nelle pagine 6 e 7 della Stampa, dove si confrontano Cesare Damiano e Nicola Rossi sotto la mirabile testatina "Dibattito a sinistra". Ma Nicola Rossi è lo stesso che si è iscritto al partito di Monteprezzemolo? E quella è sinistra? Al massimo sarà la Grande Sinistra Accettata (da certi editori).

5- MA FACCE RIDE!...
"Non credo agli imprenditori come categoria monolitica. E comunque non devono far politica". Rodolfo De Benedetti, figlio di Carletto, intervistato un tanto al metro da Daniele Manca del Corriere (p. 31).

6- PERSONAL RATING, PERSONAL SPREAD...
"Alain Minc: "Il vero problema è il Cavaliere, se uscisse di scena la crisi sarebbe risolta". Parla l'economista francese, consigliere del presidente Sarkozy: non abbiamo più voglia di ridere" (Repubblica, p. 12).

Lo sanno tutti gli gnomi della Finanza e lo sa perfino questa infima rassegna, che lo ripete da mesi: se il Banana si levasse da Palazzo Chigi, lo spread con i bund tedeschi si schiaccerebbe immediatamente ai livelli spagnoli. Il Sire di Hardcore non è personalmente credibile e la credibilità, sui mercati come in banca, si paga.

7- NELLE MANI GIUSTE...
La seconda carica dello Stato si scalda a bordo campo speranzosa, ma Cosa Nostra non è d'accordo. "Mafia, l'autista del boss accusa Schifani. "Era in mano a Cosa Nostra". Il presidente del Senato querela, Pdl in rivolta. Il pentito Lo Verso, uomo di Provenzano, parla anche di Romano, Dell'Utri, Cuffaro e di un "ministro sardo" (Repubblica, p. 17). "Schifani, accuse dal nuovo pentito. "Il boss mi disse che era nelle nostre mani. Palazzo Madama: "Sdegnato per frasi infamanti" (Corriere, p. 25). Anche per Cosa Nostra, la credibilità personale dei politici è importante.

8- FAMILY FIRST! (LA FAMIGLIA PRIMA DI TUTTO"), COME DICEVA DON CORLEONE...
"Dalla rottura con Veronica alla successione ad personam. Berlusconi blinda Fininvest. Le tensioni tra i figli dietro la nuova mossa". Su Repubblica (p. 9) Ettore Livini ficca il naso nella Prima Famiglia Allargata d'Italia. "Il premier vorrebbe salvaguardare i ruoli di Marina e Piersilvio dando loro metà dell'impero. Ma con l'attuale "legittima" Barbara, Eleonora e Luigi avrebbero la maggioranza". Tra leggi ad personam, matrimoni di copertura o ballerini e pletore di amanti più o meno nascoste, "il finale del Monopoli più ricco d'Italia è ancora tutto da scrivere".

Ed è bello sapere come la pensano sul tema i principali azionisti del Pompiere della Sera. Basta leggere questo incredibile pezzo uscito oggi a pagina 6: "Aziende familiari ed eredità ai figli. "Giusto cambiare le norme". Dopo le polemiche, l'Aidaf. "proposta nostra. Tra gli estensori il legale del premier per il divorzio". Che cosa sia l'Aidaf ce lo spiega Fabrizio Massaro: "E' un organismo associativo, di fatto una lobby, che raccoglie circa 200 famiglie imprenditoriali di peso, da Falck a Ferragamo, da Merloni a Tronchetti Provera, da Zambon a Maccaferri a Squinzi, con società che incidono per circa il 10% sul Pil italiano (e sull'editoria e sulla pubblicita? ndr), presieduto da Maurizio Sella".

9- LAVITOLA IN DIRETTA (CADUTA MASSONI)...
Ci regalano sempre grosse soddisfazioni le gesta di Valterino Lavitola, raccontate a puntate con la sua stessa voce da Repubblica (p. 18) "Al prossimo appuntamento tra Berlusconi e Spaziante ci voglio stare anch'io". Poi Lavitola avvisa Poletti: si fa giovedì.

Nella pagina a fianco, "caduta massoni" nel pezzo di Alberto Statera, implacabile cacciatore di cappucci: "Valterino", Bisignani e Milanese è il network massone dei faccendieri". Dossier e affari. E i lobbisti trovano sponde in Vaticano". Pezzo istruttivo. Ne consigliamo la lettura in attesa di leggere domani il seguito: "Il network massone degli editori". Dai Statera, ce la puoi fare solo tu.

10- LINGOTTI IN FUGA...
"Contratto unico per Fiat sul modello Pomigliano". Marchionne: "In Europa auto a un miglio dall'inferno" (Corriere delle banche creditrici, p. 33). Ma com'è cosmopolita la nostra formichina di Zug: ormai pensa anche in miglia (e franchi svizzeri).

11- LA LINGUA DEL PADRONE...
"Solo in Italia lo Stato decide a chi puoi lasciare i tuoi soldi" (Giornale, p. 1).

 

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