la legge di lidia poet mayor of kingstown

SERIE DA PRENDERE SUL SERIO – “MAYOR OF KINGSTOWN”, DISPONIBILE SU “PARAMOUNT+”, È UNA SERIE FRENETICA, VIOLENTA, PIENA D’AZIONE E DI COLPI DI SCENA – SU NETFLIX ARRIVA DAL 15 FEBBRAIO “LA LEGGE DI LIDIA POËT”, CON MATILDA DE ANGELIS E EDUARDO SCARPETTA. ALLELUIA: NON È NÉ UNA SERIE FIGLIA DELLA TRADIZIONE RAI NÉ, ALL’OPPOSTO, INSISTENTEMENTE VERTICALE. CI SONO OMICIDI, INDAGINI; COLPI DI SCENA; SCENE DI NUDO FRONTALE; SESSO, BATTUTE, IRONIA E TALENTO. DURA SOLO SEI EPISODI - VIDEO

 

Gianmaria Tammaro per Dagospia

 

jeremy renner mayor of kingstown 2

Finito Sanremo, è tempo di ricominciare a cercare qualcosa di bello da vedere. Magari una serie tv. Magari, anzi, due.

 

Su Paramount+ è disponibile “Mayor of Kingstown”, una serie frenetica, violenta, piena d’azione e di colpi di scena. Creata (co-creata, in realtà: va citato anche Hugh Dillon) da uno degli uomini più potenti e impegnati del piccolo schermo americano, Taylor Sheridan.

 

E con Jeremy Renner, l’Occhio di Falco della Marvel, nei panni del protagonista. È una storia ambientata in Michigan, nella cittadina, appunto, di Kingstown, dove una coppia di fratelli fa da tramite – a volte letteralmente – tra la polizia, l’ufficio del procuratore e i criminali.

 

eduardo scarpetta matilda de angelis la legge di lidia poet

L’obiettivo è quello di mantenere la pace; o almeno: di limitare al massimo i danni (sorpresa: missione quasi impossibile). Il titolo della serie, mayor eccetera eccetera, viene proprio da qui. Il personaggio di Jeremy Renner è, in un certo senso, il sindaco della città, perché è da lui che tutti prima o poi devono passare.

 

Quando è andata in onda per la prima volta, “Mayor of Kingstown” non è stata accolta benissimo. Anzi. Molti critici l’hanno accusata di promuovere violenza e pregiudizi, e di rappresentare un’America estremista e razzista.

 

la legge di lidia poet

È, se vogliamo, la rinascita di un altro tipo di racconto. Sheridan, prima con “Yellowstone” e poi con il suo prequel “1923”, ha spostato l’attenzione del piccolo schermo sulla frontiera americana; e ha rimesso in scena una vita che, per molto tempo, era scomparsa dal cinema e della televisione: quella dei cowboy, dei proprietari terrieri, di chi ha mandrie di bestiame e combatte – anche qui: a volte letteralmente – contro il progresso.

 

jeremy renner mayor of kingstown

Sheridan incarna, insomma, un conservatorismo romantico, arrabbiato, e lo fa scientemente, seguendo una visione e un’idea. Non è avventato. È furbo, intelligente. E sa evocare, più che costruire, dei personaggi credibili e appassionanti. “Mayor of Kingstwon” è una serie che non cerca compromessi. E non va assolutamente per il sottile. Per questo va condannata? E chi lo sa: parliamo sempre di televisione, alla fine; di – fermi tutti – finzione. E la finzione è una cosa diversa dalla realtà. Su questo possiamo essere piuttosto sicuri.

 

Se “Mayor of Kingstown” non fa per voi, nessuna paura: su Netflix, dal 15 febbraio, arriva “La legge di Lidia Poët”, con Matilda De Angelis e Eduardo Scarpetta. Possiamo dirlo? Alleluia. Perché non è né una serie figlia della tradizione Rai né, all’opposto, una serie insistentemente verticale. Lo scopo, in pieno ecumenismo produttivo, è quello di coinvolgere il cosiddetto pubblico più ampio e orizzontale. Trovando comunque il modo, e il tempo, per ammiccare agli appassionati della nicchia.

 

 

matilda de angelis la legge di lidia poet 2

“La legge di Lidia Poët” è una serie in costume, quindi ambientata in un’epoca che non è la nostra, e racconta una storia vera. Cioè: parte da una storia vera. Quella della prima avvocata italiana (la prima, per essere più precisi, a entrare nell’Ordine). Poi, ovviamente, prende un’altra strada. Resta fedele alle premesse (e anche qui: alleluia) e trova il modo di dire qualcos’altro.

 

Il miracolo, perché di miracolo parliamo visti gli altri prodotti che sono disponibili in streaming, è merito di Matteo Rovere, santo protettore delle produzioni di genere con la sua Groenlandia; e dei due creatori, Guido Iuculano e Davide Orsini. Ma soprattutto, ecco, il merito è di Matilda De Angelis, che passa naturalmente da un registro più comico a uno più serioso; e di Eduardo Scarpetta, qui completamente mascherato da un altro accento e da una fisicità – attoriale, intendiamoci – prorompente.

matilda de angelis la legge di lidia poet 3

 

“La legge di Lidia Poët” segue piuttosto dichiaratamente il successo di “Enola Holmes”, la serie di film con Millie Bobby Brown e Henry Cavill. Ma è anche una serie profondamente (siamo a tre “alleluia”) italiana. Per intuizioni e costruzione: nessuna “americanata”; nessun tentativo di fare l’impossibile; ogni cosa è concreta, solida, con i piedi ben piantati per terra. In “Lidia Poët” c’è la schiettezza di chi non ha paura di affrontare certi temi (diseguaglianze, pregiudizi, sessismo) ed è pronta a mandare a quel paese chiunque – dal punto di vista artistico, chiaramente. In questa serie, e Netflix ci perdonerà i vaghissimi spoiler, ci sono: omicidi, indagini; colpi di scena; scene di nudo; scene di nudo frontale; sesso, battute, ironia; divertimento e, fermi tutti, talento. Dura solo – sì, solo, ahinoi – sei episodi.

matilda de angelis la legge di lidia poet 5jeremy renner mayor of kingstown matilda de angelis la legge di lidia poet 4jeremy renner mayor of kingstown matilda de angelis la legge di lidia poet 1matilda de angelis la legge di lidia poet 7matilda de angelis la legge di lidia poet 6mayor of kingstown

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