A CHE SERVE AVERE AZIONI DEL “CORRIERE”? A POMPARE LA FIAT E SCREDITARE IL SINDACATO CHRYSLER

1. A CHE SERVE AVERE AZIONI DEL CORRIERE?
Bankomat per Dagospia

A cosa serve avere azioni del Corriere? Ad interpretare i contratti al posto degli inutili giudici del Delaware.

E' sempre difficile dire quanto valga un business e non abbiamo gli elementi qui ed ora per stabilire chi dei due sia matto, se Marchionne o il Giudice del Delaware che sostiene che un misero 3,3 per cento di Chrysler ( ma significativo, in vista del resto del pacchetto di minoranza in mano al sindacato ed ancor da valorizzare ) valga non 140 milioni di dollari ma ben tre volte tanto.

Nelle dispute sui valori d'azienda vi sono solo criteri, logiche, metodi più o meno ragionevoli, mai verità assolute. Una cosa e' certa: fa bene a Marchionne e fa bene ai suoi azionisti di riferimento , sempre abituati da un secolo a comandare con soldi altrui, doversi piegare ogni tanto ad un confronto, perdere del tempo a capire perché mai vi siano dei soci con altre idee ed interessi non necessariamente in linea con i loro.

Fa del bene perche' bisognerebbe ricordarsi che non e' obbligatorio essere quotati per avere azionisti di importante minoranza, senza i quali non si riuscirebbe ad avere il controllo di grandi gruppi e tirarsela di conseguenza. Si vuole comandare da solo? Piace andare al Rotary e farsi applaudire come titolari della Xyz spa ? Allora basterebbe avere i soldi. I propri. Non hai i soldi, non fai il capitalista. Fai il consulente o il manager.

Comunque leggete quei comunisti del Fatto. Il pezzo non e' ideologico come talora quando scrivono di economia e finanza.

Naturalmente il Corriere della Sera dà a tutta la vicenda altro colore, annega la notizia in un maxi articolo a tutta pagina, in prima di economia, dove si dice che la Borsa tifa Fiat, e dove addirittura si ripete che l'offerta della Fiat e' rispettosa degli accordi originari. Sicche', ma lo lascia pensare al lettore, il matto sarebbe il Giudice del Delaware. Matto proprio, se gli accordi originari parlano tanto chiaro, cosa perdiamo ancora tempo con i Tribunali?

Certo il Corriere non puo' non ricordare che una primaria banca d'affari americana (forse governata dalla FIOM?) ritiene la quota dei sindacati valere nel suo complesso fra i 3 ed i 4 miliardi di Dollari. I sindacati, ovviamente, si collocano sulla parte alta della forchetta. Ma la Fiat ritiene di offrire addirittura un terzo - secondo i contratti originari, lo dice il noto giurista del Corriere - quindi ben al di sotto della fascia bassa della forchetta.

Continuiamo a non sapere quale sia il giusto valore di Chrysler. A differenza del Corriere non siamo neppure in grado di dare interpretazioni autentiche del contratto. Ma abbiamo capito ancora una volta perche' la Fiat non smette di fare l'editore, anche al Corriere, sognando addirittura di mettere tutto assieme con La Stampa. Operazione in fondo abbastanza inutile, ci permettiamo di suggerire....

Bankomat


2. FIAT, I SINDACATI USA POTREBBERO FAR PAGARE CARA CHRYSLER A MARCHIONNE
Da http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/25/fiat-sindacati-usa-potrebbero-far-pagare-cara-chrysler-a-marchionne/575490/


Il giudice federale Donald Parson sembra orientato a propendere verso il Veba, il fondo del sindacato dei metalmeccanici Uaw, nella disputa con Fiat sul prezzo di acquisto di una quota di Chrysler in mano al fondo. Il giudice del Delaware, riporta la Reuters, ha indicato di favorire le argomentazioni del legale del Veba, Robert Hirth. "Sono orientato in questa direzione" ha detto Parson.

Fiat e il Veba si stanno scontrando da mesi sul prezzo di acquisto di una call option di Chrysler, una disputa che potrebbe influenzare il prezzo di acquisto totale da parte di Fiat dell'intera quota della società americana ancora in mano al Veba. Il Lingotto ha offerto 139,7 milioni di dollari per acquistare il 3,3% di Chrysler, mentre il Uaw ritiene che la quota valga almeno 342 milioni di dollari.

Il verdetto si avvicina proprio mentre Fiat si avvicina all'ottenimento di un finanziamento dalle banche per acquistare tutto il 41,5% della casa automobilistica americana in mano al sindacato. Fiat punta a un'intesa definitiva entro luglio e starebbe lavorando con le banche per un finanziamento da 3 miliardi di euro, con il quale finanziare l'acquisizione mantenendo gli attuali livelli di riserve di liquidità intatti per mantenere il rating.

Complessivamente, in base alle stime del Veba, però, la partecipazione dovrebbe valere 4,6 miliardi di dollari, anche se secondo i calcoli di Eric Selle, analista di JPMorgan la quota potrebbe costare a Fiat fra i 3 e i 4 miliardi di dollari. Secondo Selle, Torino ha la possibilità di coprire il costo usando asset di valore quali Ferrari e Maserati per assicurarsi un finanziamento da circa 2,9 miliardi di dollari. L'acquisizione è fondamentale per i piani di dell'ad di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, che punta alla fusione tra le due case, con la probabile quotazione negli Stati Uniti

 

SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN FOTO ANSA NAPOLITANO MARCHIONNE ELKANN CALABRESI John Elkann con MArchionne FIAT CHRYSLER TIM GEITHNER E SERGIO MARCHIONNEMarchionne e Obama nella fabbrica Chrysler RAHM EMANUEL E RUPERT MURDOCH FANNO DOMANDE A JOHN ELKANN SULLA SORTE DELLEURO E LE PROSPETTIVE DI CHRYSLER CCLINT EASTWOOD NELLO SPOT CHRYSLER

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