UNA SETTIMANA DOPO IL DAGOSCOOP, IL “CORRIERE” SI SVEGLIA E DÀ LA NOTIZIA DEL PASSAGGIO DI STÉPHANE LISSNER DALLA SCALA ALL’OPERA’ DI PARIGI (ANCORA NULLA DA “REPUBBLICA”) - NEL 2015 IL FRANCESE PRENDERA’ IL POSTO DI NICOLAS JOEL, CHE LASCIA PER PROTESTA CONTRO I TAGLI AL BILANCIO - PISAPIA FESTEGGIA: LISSNER GUADAGNAVA UN MILIONE L’ANNO ED ERA RIUSCITO A SCONTENTARE GLI APPASSIONATI E A SVUOTARE IL TEATRO…

Da "Corriere.it"

Stéphane Lissner, attuale sovrindendente della Scala, sarà il prossimo direttore artistico dell'Opera di Parigi, a partire dal 2015: lo ha annunciato il Ministero della Cultura francese. Come ricorda il quotidiano francese Le Monde, l'attuale direttore dell'Opera Nicolas Joel aveva annunciato di non voler un secondo mandato per protestare contro i tagli al bilancio decisi dal Ministero, pari a circa il 2,5% per i prossimi tre anni.

IL SUCCESSORE - Lissner, a questo punto, è tenuto ad affiancare l'attuale sovrintendente francese da subito, per avviare le nuove stagioni, come è la prassi nel teatro lirico. «Suggerirei alla Scala di fare altrettanto: nominare al più presto il successore per iniziare a collaborare con Lissner ed evitare un passaggio traumatico», aveva detto pochi giorni fa al Corriere il maestro Daniel Barenboim.

«L'importante è che venga fatta con un'ampia visione - aveva aggiunto -. Senza tener conto di pressioni politiche né di interessi particolari. Ma solo delle qualità artistiche e gestionali di chi terrà le redini della Scala». Riguardo a un possibile incarico per lui stesso, si era schermito: «Non so... Comincio anch'io ad avere i miei anni. Tra poco sono 70. E poi, giusto nel 2015, aprirò qui a Berlino l'Accademia Barenboim-Said, il mio amico-filosofo palestinese, con cui ho ideato l'Orchestra Divan».


1- MILANO GODE! IL SOVRINTENDENTE STEPHANE LISSNER IN FUGA VERSO L'OPERA' DI PARIGI
DA DAGOSPIA DEL 1 OTTOBRE 2012
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/1-milano-gode-il-sovrintendente-stephane-lissner-in-fuga-verso-lopera-di-parigi2-ma-44705.htm

DAGOREPORT
Per Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, il ballo in maschera al Teatro della Scala, tra sprechi e perdita di prestigio, deve finire dopo che da mesi il sovrintendente Lissner sta brigando per lasciare Milano alla volta di Parigi.

Tanto che a Le Marais , l'elegante quartiere di Parigi, situato sulla rive droite della Senna, una casa è pronta per accoglierlo con la sua neo sposa italiana, la ex nuora di Vincenzo Maranghi, che gli ha detto sì il 18 luglio scorso.

Acquistata di recente dopo il rinnovo plurimilionario del contratto alla Scala, la casa ospiterà la nuova coppia dal momento in cui Lissner accetterà l'incarico di sovrintendente all'Operà di Parigi dove si prepara a sostituire, entro l'anno, Nicolas Joel che intende lasciare la direzione del Teatro. Alla faccia della Madonnina e di un cda incapace di i opporsi ai suoi capricci e con il ministro dei Beni Culturali Ornaghi distintosi solo per far nominare suoi fedelissimi.

In questo modo Lissner coglierà due piccioni con una fava: torna a casa (pieno di soldi) e si sfila da una situazione alla Scala dove l'aria per lui si fa ogni giorno più pesante. Sono ormai molti in città dentro e fuori il Teatro, a rimproverare a Lissner una gestione della Scala molto poco Smart (di cui il suo stipendio che incide per un milione all'anno, più 300mila che incasserà a fine mandato, sulle casse del Teatro è solo un esempio) e una conduzione artistica che "copre" una direzione musicale che solo con un eufemismo si potrebbe definire "part time" (Baremboim è a Milano 4 mesi scarsi su 12) lasciando l'orchestra in balia di un tourbillon di direttori con risultati spesso deludenti.

Chi ha potuto assistere alla Nona di Beethoven alla presenza del Papa ricorda una delle serate più infelici della gestione Lissner; per non parlare della Messa da Requiem di Verdi diretta da Baremboin a Salisburgo lo scorso agosto oggetto di severe recensioni anche da parte di critici di solito generosi con il Teatro.

Molte, infine, le preoccupazioni anche per la prossima tourneé in Giappone dove Verdi sarà affidato alle bacchette di Harding e Dudamel che per mettere in fila quante opere di Verdi hanno fin qui diretto bastano le dita di una sola mano.

Nel frattempo dopo qualche anno di assestamento anche il pubblico incomincia a reagire; sta per nascere un club di abbonati molto critico con l'attuale direzione artistica, la biglietteria comincia a faticare nel saturare i posti del Teatro (alla prima della Boheme la scorsa settimana erano almeno 40 i posti invenduti in platea) mentre la prima del 7 dicembre (dove ascolteremo il Lohengrin di Wagner, preferito a Verdi per l'apertura di stagione - altra scelta molto indigesta ai cultori del patrimonio lirico italiano) fatica a raccogliere adesioni nonostante migliaia di inviti via mail spediti in tutto il mondo.

E il Consiglio? Finora il sindaco ha fatto asse con Ermolli in cambio della pace sindacale garantita dallo stesso Lissner; ma Pisapia ha deciso finalmente di mettere mano alla gestione visto che, tra l'altro, a gennaio scade la convenzione del Teatro con il Comune e gli assessori Boeri (cultura) e Tabacci (Bilancio) hanno già fatto sapere che prima di rinnovarla alle stesse condizioni (circa 7 milioni l'anno di contributo) intendono capire come questi fondi sono spesi e applicare anche qui la "spending review".

 

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