sigari cuba

EL PUEBLO FUMADOR UNIDO JAMÁS SERÁ VENCIDO! - SIGARO LIBERO A NEW YORK: IL DISGELO USA-CUBA POTREBBE CHIUDERE L’EPOCA DEL CONTRABBANDO FATTO DI SEGATURA E SCARTI DI TABACCO - MA LA CULTURA PROIBIZIONISTA VIETA DI FUMARE OVUNQUE

Gianni Riotta per “la Stampa

 

marita lorenz fidel castromarita lorenz fidel castro

La rivista Cigar Aficionado esulta, con cautela. Il disgelo delle relazioni diplomatiche tra Usa e Cuba non permette ancora di precipitarsi dai pochi tabaccai superstiti e far rifornimento di Cohiba, Trinida, Romeo y Julieta o Upmann. I reporter di Cigar Aficionado chiamano il ministero del Tesoro per avere chiarimenti, per ora freddini: Obama permette di portare fino a 100 dollari in sigari a chi viaggia da Cuba agli Stati Uniti, ma poiché nessuna scatola da 25 sigari - confezione standard - ha quel prezzo, non resta che comprare sigari sfusi al mercato nero, spesso imbottiti di segatura o scarti di tabacco.
 

maradona sigaromaradona sigaro

«Il frutto proibito»

Il sigaro cubano, ammette il direttore Marvin Shanken, «è il frutto proibito, speriamo che arrivi presto il giorno in cui ogni cittadino possa goderne legalmente». È così forte il fascino del fumo da sigaro, pur nella cultura proibizionista Usa che vieta oggi di fumare ovunque, che la classifica di Cigar Aficionado viene svelata giorno per giorno, con i fan ansiosi di sigari che non potranno avere senza contrabbando. Nel 2013 la vittoria va al cubano Montecristo N.2. Gli esperti fumano senza vedere l’etichetta dei sigari, «test alla cieca», giudicano gusto, aroma, reazione alle dita. Il punteggio va da 0 a 100 e il 96 del Montecristo 2013 è record. 
 

sigari cubani 4sigari cubani 4

In fondo alla classifica
Ieri la sorpresa. A 24 ore dalla storica apertura tra Barack Obama e Raul Castro, Cigar Aficionado completa la classifica e nessun sigaro cubano è tra i primi tre. Reazioni furiose sul web, ma il risultato anticipa il futuro all’Avana, una volta che l’embargo cadrà, malgrado le resistenze del Congresso repubblicano.

Sigaro Campione 2014 è, per la prima volta, l’Oliva Serie V Melanio Figurado, sigaro del Nicaragua (foglia involucro dall’Ecuador). Melanio Oliva è marchio storico, nato a Pinar del Rio, Cuba, nel 1886. Nel 1964 Fidel Castro scaccia Gilberto Oliva senior, che trasferisce l’azienda in Honduras. Tempi duri, il contante manca e si fa ricorso a tabacco del Nicaragua. Oggi gli Oliva, secondo brand del Paese, espongono fieri la storia di cubani emigranti al sito www.olivacigar.com.
 

sigari cubani 6sigari cubani 6

Il sigaro medaglia d’argento infuria l’industria cubana. È l’E.P. Carrillo La Historia E-III e spiega la rivoluzione cubana, la sua utopia, caduta e diaspora come un Manuale. Ernesto Perez-Carillo debutta in un minuscolo sigarificio nel cuore della Miami cubana, Little Havana, Calle Ocho. Per la propaganda di Castro sono «gusanos», vermi, ma «La Gloria Cubanas» si fa amare, due dollari a sigaro, clienti felici.

 

sigari cubani 3sigari cubani 3

Il fondatore rivende il marchio, ne fonda uno nuovo con i figli, nasce La Historia. Tabacco da Messico, Honduras, Repubblica Dominicana e Nicaragua, tradizione cubana familiare, miscela globale. Cuba comunista scopre che il monopolio più sacro della Rivoluzione, con basco e barba del Che, il sigaro, è conquistato dal Nemico Mercato. L’etichetta dei sigari La Historia, con le immagini struggenti della Nonna a Pinar del Rio, Cuba, e la Nipote a Miami, fa da Manifesto al Futuro Cubano.
 

sigari cubani 2sigari cubani 2

Al terzo posto un sigaro del Nicaragua dal nome romantico, Illusione Fume D’Amour Clementes, prodotto da Dion Giolito in Nevada. Al quarto posto, solitario, l’Hoyo de Monterrey Epicure Especial, sigaro cubano di nuova generazione, meno sontuoso degli antenati, più elegante, destrutturato si direbbe di un vino. Fino al decimo posto la classifica che condizionerà gli acquisti di Natale ha solo Nicaragua, Ecuador, Messico, Repubblica Dominicana.
 

sigari cubani 10sigari cubani 10

Il sigaraio di VI Avenue
Cari amici cubani benvenuti nel presente. Leggendo Cigar Aficionado ricordavo che ogni venerdì, dal tabaccaio di New York La Concha, VI Avenue, arriva il sigaraio cubano. È un omino piccolo, apre in vetrina un minuscolo desco di legno, stende le foglie di tabacco, larghe, umide, aromatiche, e confeziona sigari. In poche parole, narra la sua storia, nato a Cuba, emigrato come tanti dalla rivoluzione 1959, da sigaraio usa tabacco coltivato nella Repubblica Dominicana «nato da semi cubani».
 

sigari cubani  sigari cubani

La leggenda ricorda le ragazze cubane che rollavano le foglie sulla coscia nuda, un brivido di erotismo glissando sulla fatica operaia. A farmi ammirare il sigaraio cubano della Sesta Avenue non è il gusto per i «puros», i sigari. È la sua lotta per l’identità. Via dall’Avana, è il sigaro «da semi cubani» il legame alla Patria. Patria o Muerte, Venceremos, Hasta la Victoria Siempre, slogan frusti dopo repressione, carcere speciale, povertà, prostituzione, si riscattano in America per lui nel fumo azzurrino del sigaro.
 

obama sigaro cubanoobama sigaro cubano

La sua dignità, preservare la fede in un sigaro, è un miracolo. Guardandolo penso che nella libertà perfino i sigari cubani miglioreranno. In attesa della democrazia all’Avana non resta dunque che aspirare a sigari da «semi cubani», fumati nell’ultimo parco di New York che ancora lo permette. Quale? Non posso dirlo in pubblico, scrivetemi www.riotta.it o twitter @riotta per l’indirizzo. El Pueblo Fumador Unido Jamás Será Vencido.

fidel castro che guevarafidel castro che guevara

 

Ultimi Dagoreport

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN

- PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E LA THATCHER DELLA GARBATELLA PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALL'INTRONAZIONE DI LEONE XIV, A PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…