philip roth

POLITICAMENTE CORRETTO A ROTH DI COLLO - LA SINISTRA RINNEGA LA SUA ICONA PHILIP ROTH ACCUSATO DAI SALOTTINI PROGRESSISTI E DALLE NAZI-FEMMINISTE USA DI ESSERE MASCHILISTA, MISOGINO E ANTISEMITA – L’UNICO A DIFENDERLO IN ITALIA È LO SCRITTORE ALESSANDRO PIPERNO. SULL'ACCUSA DI "ANTISEMITISMO" RICORDA CHE ROTH È STATO, INVECE, QUELLO CHE “HA DATO LUSTRO ALL'EBRAISMO LAICO…”

philip roth

Francesco Specchia per “Libero quotidiano”

 

«Noi lasciamo una macchia, un percorso, una traccia. L' impurità, la crudeltà, l' abuso, l' errore. La verità su di noi è infinita. Come le bugie». Probabilmente l' aguzzo Philip Roth avrebbe risposto così - citando il suo La macchia umana, atto d' accusa ante litteram contro la "cultura delle cancellazione"- davanti alle variopinte accuse di maschilismo, misoginia, antisemitismo che in queste ore stanno fioccando dai grandi salotti letterari della sinistra americana, con imbarazzato riverbero sugli omologhi salottini radical italiani.

 

Nessuno pensava che sarebbe stato possibile, il sacrificio di un' icona di classe, di un (proprio) feticcio culturale sull' altare del politicamente corretto. Eppure, è accaduto. In America escono nell' ordine: la monumentale biografia del grande scrittore - The Biography in Italia pubblicata da Einaudi- a firma di Blake Bailey, il libro With Philip del suo intimo amico Benjamin Taylor e un favoloso ritratto di David Remnick sul New Yorker.

philip roth

 

E, di colpo, la cultura liberal e gli ambienti Dem in blocco, sull' inevitabile strascico del movimento #MeToo prendono Roth, per anni simbolo d' intelligenza progressista, genio iconoclasta, idolatra dell' eterno femminino e del sesso illimitato e, lo scuotono dal piedistallo; fino a precipitarlo nelle segrete della letteratura, tra le più bieche delle accuse. Ora, se negli Usa la polemica su Roth coinvolge grandi testate come il New Yorker o storiche firme del femminismo come Meg Elison («La sua misoginia infonde ogni cosa che scrive. È disgustato dalla propria attrazione nei confronti delle donne»), in Italia nessun intellettuale un tempo fieramente rothiano - di quelli che votano Pd, sfogliano i libri di Adelphi e pasteggiano a film di Woody Allen - ha finora preso una posizione.

philip roth

 

LA DIFESA L' unico a schierarsi a favore del suo mito dell' infanzia è lo scrittore Alessandro Piperno, ebreo raffinato, il quale sulle colonne del Corriere della sera, nel tentativo di difendere Roth dal fuoco concentrico dell' idiozia e di un nuovo maccartismo, ribatte colpo su colpo. Piperno sull' accusa di "antisemitismo" ricorda che Roth è stato, invece, quello che «ha dato lustro all' ebraismo laico e secolarizzato mostrandone complessità, ironie, sprezzature».

 

All' accusa di "antiamericanismo" risponde di come semmai, in Roth, rifulga un eccesso di patriottismo, dato che Roth considerava da sempre New York e sobborghi come il principio e la fine di ogni cosa. E all' accusa - gravissima - di maschilismo Piperno oppone l' estetica di una narrazione rothiana esplosa tra effluvi di fluidi e umori, di sboccatezza e crudités erotiche.

 

phlip roth margaret martinson sua prima moglie

Roba che non solo non è affatto da condannare, ma anzi echeggia di altri grandi della letteratura da Flaubert e Tolstoj; e pure rivela un' ossessione per le donne che non è altro che un' ineluttabile straziata idea dell' amore (e qui richiama Il teatro di Sabbah l' opera del vecchio Philip dove il protagonista è una sorta di Tristano porno che arriva a compie atti di autoerotismo sulla tomba dell' amante). Roth era uno stoico e un cinico di mestiere: considerava i propri vizi, gli adulteri, le "ossessioni veneree" alla stregua di una medaglia al valore. Se la sarebbe risa di tutto questo, magari in compagnia di Neil Simon e di Harold Bloom.

philip roth

 

RIDISEGNARE IL MONDO Non si dovrebbe neanche star qui a discutere sull' operazione di damnatio memoriae che una minoranza intellettuale farcita di femminismo oltranzista sta in questi giorni praticando sulle sue spoglie. Eppure, questo è l' ennesimo tentativo di ridisegnare il mondo, di riscrivere la storia attraverso l' ansia del politicamente corretto. Qualche settimana fa era accaduto a George Orwell strattonato tra ideologie di destra o di sinistra a seconda della convenienza. Mesi prima, come riporta il Daily Mail, l' Università di Leicester aveva annunciato l' intenzione di accantonare il gigante letterario Geoffrey Chaucer a favore di «modelli sostitutivi che rispettino di più razza e genere». Anche Shakespeare corre rischi, a questo punto.

 

philip roth nicole kidman

Prima ancora erano stati Harper Lee e Mark Twain, un tempo autori amati dalla sinistra e riconosciuti emblemi democratici dei diritti civili, a subire l' onta dell' esilio nei programmi delle scuole americane. Questo perché le associazioni per diritti dei neri avevano deciso che le opere principali dei suddetti autori Il buio oltre la siepe di Lee e Le avventure di Huckleberry Finn di Twain risultano troppo "discriminatori" - e dunque un po' fascisti- perché nei tempi è ripetuta troppe volte la parola «negro». Siamo all' assurdo kafkiano.

 

PIPERNO

Anche perché si tenga conto che soprattutto Il buio oltre la siepe, in cui l' avvocato bianco Atticus Finch difende il nero Tom Robinson dall' accusa di stupro, è universalmente considerato uno dei più grandi manifesti letterari contro l' odio razzista mai scritti. Della stessa sinistra discriminazione fu vittima nel '99 Michel Houellebecq. Che nel suo best seller Le particelle elementari - requisitoria contro la libertà sessuale e il mondo postsessantottino, confezionato con un linguaggio esplicito e sessualmente colorito - passò dall' essere uomo della gauche a campione delle destra più becera.

 

PIPERNO 1

La cancel culture , la cultura delle cancellazione, sta davvero diventando una ghigliottina per qualsiasi scrittore. Suscettibilità, indignazione facile e perbenismo stanno contaminando ogni forma di dissenso dal pensiero unico.

 

Se continua così il buonismo rimarrà l' unica fonte di ispirazione. Tra poco, fatti i fuori i grandi, ci dovranno dire, in uno scenario alla Fahrenheit 451, quali sono gli autori che potremo compulsare e quelli che dovremo bruciare. L' Italia sarà un mondo in cui (senza offesa) i D' Avenia, i Veltroni, i Moccia o le Sveva Casati Modigliani vigileranno sulle nostre coscienze. Un mondo in cui le macchie di Philip Roth dall' alto sembreranno continenti sperduti alla deriva della letteratura.

roth scatenatoroth coverphilip roth 7philip roth 6philip roth milan kunderaphilip roth 8philip roth barack obamaphilip roth mia farrowphilip roth primo leviphilip roth new york

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...