francesca michelon stefano d'orazio

“SONO FIGLIA DI STEFANO D'ORAZIO, CONTRO DI ME E’ STATA INTRAPRESA UNA GUERRA INIMMAGINABILE” – LA 40ENNE FRANCESCA MICHELON, RICONOSCIUTA DAL TRIBUNALE DI ROMA COME FIGLIA LEGITTIMA DEL BATTERISTA DEI POOH SCOMPARSO NEL 2020, SBOTTA SUI SOCIAL: “MIO PADRE DISSE IN TV CHE AVEVA IL RAMMARICO DI NON AVER AVUTO FIGLI. QUELLE SUE DICHIARAZIONI ERANO COME PUGNALATE. MI SONO SENTITA DARE DELLA APPROFITTATRICE, DELLA PARASSITA...” - IL TESTAMENTO DEL MUSICISTA CHE VEDEVA COME UNICA EREDE LA MOGLIE DI D’ORAZIO, TIZIANA GIARDONI DOPO LA SENTENZA DEL TRIBUNALE È STATO ANNULLATO…

Valentina Baldisserri per corriere.it - Estratti

francesca michelon

 

 

Dopo mesi di silenzio, Francesca Michelon - riconosciuta dal tribunale di Roma come figlia legittima del batterista dei Pooh Stefano D’Orazio - ha deciso di parlare. Un lungo sfogo affidato a Facebook per raccontare la sua verità su una vicenda per lei dolorosa che non si è ancora conclusa e i cui strascichi sono pesanti.

 

Un post per «chiarire le cose dopo anni di sussurri e congetture, perché - scrive la 40enne web designer- è stata intrapresa contro di me una guerra che va ben oltre ogni immaginabile previsione».

 

(...)

 

Il batterista dei Pooh in vita non aveva mai riconosciuto la figlia , nata da una relazione con Oriana Bolletta, a sua volta sposata con Diego Michelon. La sentenza ha svelato la paternità e ha anche annullato il testamento del musicista che vedeva come unica erede la moglie di D’Orazio, Tiziana Giardoni.

 

A Francesca Michelon andrebbe metà dell'eredita e  i giudici hanno riconosciuto anche un risarcimento di 60 mila euro per il danno biologico.

Fin qui i fatti processuali.

 

Il ricorso della moglie di D'Orazio

Francesca Michelon spiega su Facebook che ha scritto il lungo post perché  «ora è stato promosso contro di me un appello. E la versione fornita va ad invertire totalmente le parti, al contrario di quanto è stato detto negli ultimi dieci anni…Questo - scrive sempre Michelon - è uno schiaffo morale alla mia storia esistenziale lunga 20 anni».

 

stefano d'orazio

Non vuole stare zitta Francesca, tanto che il suo diventa una specie di memoriale. Racconta dall’inizio la vicenda: da quando nel 2006 scoprì che il suo padre biologico non era colui che l’aveva cresciuta ma un uomo molto famoso, ai primi timidi contatti con Stefano D’Orazio, dagli incontri (rari), ai tentativi di avere contatti più assidui, fino agli anni di gelo che hanno preceduto la decisione di fare causa per il riconoscimento della paternità.

 

«La prima volta che ci incontrammo - scrive Francesca - lui mi disse: Ringrazia tua madre se sei viva, io le avevo proposto una crociera per liberarsi di te, menomale che non ha accettato! Per me si trattava di un’uscita divertente fatta per sdrammatizzare, avevo 21 anni. Ricordo di avergli detto che lo capivo, che non serbavo rancore. Il nostro primo incontro si era concluso con grandi sorrisi e la promessa di volerci conoscere meglio, senza alcun rancore».

 

L'ultima telefonata

Racconta Francesca dei momenti in cui «lui mi diceva che gli ricordavo sua madre, una cosa che mi aveva colpita». Poi  gli incontri con il batterista dei Pooh si faranno  più sporadici. «Tengo a precisare che non volevo nulla da lui, se non conoscerlo meglio. È capitato che mi comprasse un computer (che mi serviva per lavoro) ma non per mia richiesta».

 

L'ultima telefonata tra i due avviene, secondo il racconto di Francesca, nell'agosto 2007.

«La legge di allora dava il diritto ad un figlio biologico di promuovere azioni legali per il riconoscimento, entro il primo anno dalla scoperta della verità.

stefano d'orazio

Io non lo sapevo e per questo, per circa 3 anni, avevo continuato a provare a sentirlo per fargli gli auguri di Natale e Pasqua, o semplici saluti. Ma senza successo. Non mi ha mai più risposto, neppure al telefono».

 

Azione legale «ma non per soldi»

Francesca ricorda un episodio che la ferì oltremodo: «Mio padre disse in TV che tra i suoi più grandi rammarichi nella vita c'era proprio quello di non aver avuto figli. Quelle sue dichiarazioni erano come pugnalate».

 

«Ho passato 3 anni ad essere mortificata... quindi nel 2010 gli ho fatto recapitare una lettera scritta da un avvocato... ho ricevuto solo l'invito a lasciar perdere. Poi ho deciso di intraprendere la mia azione legale. Non per soldi, non per fama  ma perché, crescendo, ho compreso che un figlio non si rifiuta così».

 

 

stefano d'orazio

Nel suo lungo post Michelon descrive gli insulti ricevuti: «Mi sono sentita dare della approfittatrice, della parassita... Avrei potuto approfittare di questa mia vicenda. Ma non l’ho mai fatto , grazie al cielo ho una bella vita e un lavoro che amo. Ma è anche vero che ho subito un danno esistenziale su cui nessuno dovrebbe sindacare».

 

Francesca chiude il suo sfogo parlando della moglie di D'Orazio, senza nominarla mai. «La persona che oggi è contro di me è subentrata in una vicenda nata molto prima del suo arrivo nella sua vita, e che, quindi, non parla per esperienze dirette ma per sentito dire. È stata intrapresa una guerra contro di me che va ben oltre ogni immaginabile previsione - aggiunge Francesca- è stato promosso contro di me un appello e la versione fornita va ad invertire totalmente le parti, al contrario di quanto è stato detto negli ultimi dieci anni. Questo è uno schiaffo morale alla mia storia esistenziale lunga 20 anni... non posso davvero accettare che vengano ribaltate le carte in questo modo. È troppo doloroso. Dovrebbero esserci dei limiti dettati dal buon senso da non superare.Ma quei limiti sono stati superati. E io non ce la faccio più».

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