bova francini

SQUILLO DI BOVA - "BASTA CON I CELLULARI A TEATRO: CHI VUOL TELEFONARE SE NE STIA A CASA" – GRAMELLINI: "UNA VOLTA UNO ANDAVA A TEATRO PER TRASCORRERE 2 ORE LONTANO DA TUTTO, ANCHE DA SÉ. MA ORA OGNI DISCONNESSIONE DAL PROPRIO EGO, È CONSIDERATA UN LUSSO DA ARTISTI. CHE POI QUESTO RAOUL BOVA NON FACEVA LA PUBBLICITÀ DEI TELEFONINI?”

1. BOVA A TEATRO

bova francini

 

http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/bova-che-diva-capricciosa-rsquo-attore-si-esibisce-169108.htm

 

2. SPETTATORI SQUILLO

 

Massimo Gramellini per il Corriere della Sera

 

Raoul Bova è un attore di grandi pretese. Vorrebbe che durante i suoi spettacoli il pubblico silenziasse il telefonino o addirittura - sacrilegio! - lo spegnesse. E se gli spettatori non gli ubbidiscono, alternando la visione della pièce teatrale ad amabili conversari in viva voce con amici e parenti, egli monta su tutte le furie. Esce dal palco durante un monologo e si rifiuta di tornarvi alla fine della rappresentazione per gli applausi di rito.

 

È accaduto l' altra sera a Catania, ma poteva succedere ovunque: il telefonino ha unito l' Italia meglio di Garibaldi e la maleducazione inconsapevole è il codice p.i.n. (preferisco interromperti nuovamente) che accomuna i fratelli di selfie. Nessuno va a teatro con l' idea di disturbare gli altri spettatori e tantomeno Raoul Bova. Così come nessuno è attraversato dal sospetto che la suoneria della Cavalcata delle Valchirie, sparata a tutto volume nello scompartimento del treno, possa infastidire gli altri passeggeri.

 

bova francini

Per preoccuparsi dell' effetto dei propri rumori sul prossimo, bisognerebbe preoccuparsi del prossimo: una pratica caduta in disuso. Ma ormai non ci si preoccupa neppure dell' effetto dei propri rumori su se stessi. Una volta uno andava a teatro per rifugiarsi in un altrove dove trascorrere due ore lontano da tutto, anche da sé. Ma adesso ogni disconnessione, ancorché momentanea, dal proprio ego, è considerata un lusso da artisti. Che poi questo Raoul Bova non faceva la pubblicità dei telefonini?

 

 

3. BASTA CON I CELLULARI A TEATRO

 

Renato Franco per il Corriere della Sera

 

bova

«Erano poche persone, senza cultura teatrale e senza rispetto nei confronti di chi gli stava intorno. Mi spiace che a fare le spese per un atteggiamento di pochi siano state tutte le persone perbene che erano a teatro». I nuovi Frankenstein della maleducazione sono in mezzo a noi, zombie chini sul cellulare che cercano il mondo non intorno a loro, ma dentro un display sempre acceso. Così, dopo la signora che ha fotografato Morandi in un bagno dell' Autogrill (non era un selfie con l' orinatoio di Duchamp), ecco un nuovo caso: i continui squilli al Metropolitan di Catania che hanno fatto giustamente irritare Raoul Bova.

 

«Non mi era mai successo prima - racconta l' attore -.

Mentre ero sul palco venivo distratto dalle suonerie, ho provato anche a esitare per far capire che avevo sentito e che ero disturbato tanto io quanto gli spettatori che volevano assistere allo spettacolo, ma non c' è stato niente da fare».

 

CHIARA FRANCINI RAOUL BOVA

Non è servito nemmeno che la produzione del teatro avvisasse i distrattori: «Al prossimo telefonino che sentiamo in sala, interrompiamo lo spettacolo». Minaccia caduta nel vuoto, avvertimento silenziato dal rumore delle notifiche di WhatsApp e da nuovi squilli, con Raoul Bova sconfortato tanto quanto la sua compagna di scena Chiara Francini.

 

CHIARA FRANCINI RAOUL BOVA

La messinscena di Due (di Luca Miniero e Astutillo Smeriglia) gira intorno a un rapporto di coppia, la diversa visione della vita insieme emerge nelle differenze fra maschile e femminile. La soluzione è l' ascolto reciproco. Magari senza cellulare a letto. «Sarebbe meglio - ride Bova - ma ci sono tante coppie che si filmano anche lì».

 

Agli applausi finali, come vuole la prassi, Bova lascia l' attrice da sola. Poi toccherebbe a Raoul... «Ma non me la sono sentita di fare l' uscita singola per i ringraziamenti, ho fatto solo quella di gruppo.

 

Non sono intransigente, ma la reiterazione continua ha creato un clima assurdo. C' era la gran parte di pubblico che voleva assistere allo spettacolo che discuteva con i - ripeto - pochi che disturbavano.

Nessuno li costringeva a stare lì, se volevano telefonare potevano starsene a casa».

 

Lo squillo a teatro non è affatto un inedito. Toni Servillo ha interrotto un suo spettacolo per sgridare uno spettatore al cellulare, il direttore d' orchestra Alan Gilbert ha sospeso la Nona di Mahler distratto da un maleducato, Claudio Biso si è sentito rispondere da una donna al telefonino che non poteva chiudere la conversazione perché stava parlando con la figlia...

bova francini

 

Poi ci sono i concerti, dove il problema è un altro: si sentono tutti Spielberg e vogliono farsi il video dello show disturbando la visuale con le loro mani protese verso l' alto. Se Gianna Nannini ha invitato i suoi fan a non fare riprese, Adele ha fermato il suo show per rimproverare una ragazza che la stava filmando («ehi, sono davvero qui nella vita reale, questo non è un dvd»). Il rocker Jack White e il comico Chris Rock sono andati oltre e hanno trovato la soluzione definitiva: niente foto, video o audio, ogni smartphone è stato sigillato in una pochette rimasta chiusa fino alla fine dello spettacolo e riaperta da una chiave speciale.

CHIARA FRANCINI RAOUL BOVA

Per due ore si può resistere.

CHIARA FRANCINI RAOUL BOVA

 

massimo gramellini

RAOUL BOVACHIARA FRANCINI RAOUL BOVA

Ultimi Dagoreport

trump zelensky meloni putin

DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

salvini rixi meloni bignami gavio

I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….