tito boeri

TITO E LA LUNA - L’EX PRESIDENTE DELL’INPS SCRIVE ALLA “VERITÀ” PER PRENDERSI “IL MERITO” DEL SEQUESTRO PREVENTIVO DA 38 MILIONI DI EURO ORDINATO DALLA PROCURA DI ROMA NEI CONFRONTI DI “GEDI” - IL COMUNICATO DEL SINDACATO USB CHE CINQUE ANNI FA METTEVA FORTEMENTE IN DUBBIO LA VERSIONE DI BOERI, CON FRECCIATONA FINALE: “LEGATO PROFESSIONALMENTE AL GRUPPO EDITORIALE CHE FA CAPO A DE BENEDETTI, IL PRESIDENTE DELL'INPS SI TROVA NELLA NECESSITÀ DI DOVER INDAGARE SU PRESUNTE ILLEGITTIMITÀ COMMESSE DA QUEL GRUPPO E A NIENTE VALE SCARICARE LA PATATA BOLLENTE SUL MINISTERO DEL LAVORO”

TITO BOERI ENRICO LETTA

1 - IL REGALO DI NATALE DELLA PROCURA DI ROMA A JOHN ELKANN: CONGELATI 38 MILIONI DI EURO AL GRUPPO EDITORIALE "GEDI", PER PRESUNTE IRREGOLARITÀ NELLE PROCEDURE DI PREPENSIONAMENTO DI UNA SETTANTINA DI DIPENDENTI – SI TRATTA DI UNA VICENDA CHE RISALE AI TEMPI IN CUI LA SOCIETÀ ERA CONTROLLATA DALLA CIR DELLA FAMIGLIA DE BENEDETTI. MANCO A DIRLO, SULLE TESTATE DEL GRUPPO NON SI TROVA MANCO UNA RIGA SULLA NOTIZIA...

https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/regalo-natale-procura-roma-john-elkann-congelati-38-294799.htm

john elkann foto mezzelani gmt 149

 

2 - TITO BOERI CI SCRIVE: «IL SEQUESTRO A GEDI È TUTTO MERITO MIO»

Giacomo Amadori per “La Verità”

 

Nelle scorse ore finalmente i siti di due giornali, Il Tempo e Il Fatto Quotidiano, hanno ripreso la notizia della Verità sul sequestro preventivo da circa 38 milioni di euro ordinato dalla Procura di Roma nei confronti del gruppo Gedi.

 

L'azienda editoriale è accusata di aver organizzato una truffa ai danni dell'Inps, perché avrebbe prepensionato numerosi ex dipendenti privi dei requisiti necessari, in particolare dirigenti che, non avendo diritto al beneficio, erano stati demansionati. All'inizio dell'indagine si parlò anche di cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) ottenuta trasferendo lavoratori da rami sani della holding a società in difficoltà. Ma da Gedi ci fanno sapere che la «Cigs è stata erogata correttamente e che non risultano addebiti a questo proposito».

 

corrado corradi foto di bacco

La Procura ha iscritto almeno tre persone sul registro degli indagati, tra cui due importanti dirigenti del gruppo: il direttore delle risorse umane Roberto Moro e il capo della divisione Stampa nazionale Corrado Corradi.Ma i lettori di Repubblica, Stampa, Secolo XIX e alcune testate locali di Gedi continuano a non essere informati della vicenda. Tranne quelli che hanno ricevuto da qualche benefattore il nostro articolo del 31 dicembre che ha svelato il clamoroso provvedimento degli inquirenti.

 

ROBERTO MORO

È il caso dell'ex presidente dell'Inps Tito Boeri, citato nel nostro scoop di tre giorni fa. Infatti, prima di contestare la nostra ricostruzione in una lettera al direttore, ha precisato: «Non essendo un lettore del suo giornale, ho ricevuto lo stralcio di articolo dal dirigente Inps cui a suo tempo avevo chiesto di seguire la vicenda».

 

Il manager in questione, Luca Sabatini, avrebbe informato del sequestro il suo vecchio presidente in modo encomiastico: «Le voglio dare una buona notizia: grazie al suo intervento siamo riusciti a smascherare una truffa ai danni dell'Inps; c'è voluto del tempo, ma ci siamo riusciti». Insomma l'intervento della Procura sarebbe merito di Boeri, collaboratore di Repubblica dai tempi in cui l'azienda era guidata dalla famiglia De Benedetti.

 

CARLO DE BENEDETTI

Ma nel 2020 la proprietà è cambiata: sarà per questo che oggi l'economista cerca di appuntarsi la medaglia? Chissà. Comunque l'ex presidente dell'Inps proprio non si è ritrovato nella nostra descrizione dei fatti: «Leggo l'articolo, ma mi trovo di fronte ad una ricostruzione distorta e maliziosa del mio operato, volta a insinuare che io abbia voluto insabbiare la vicenda».

 

Quindi spiega come avrebbe scoperchiato il presunto marciume dentro al gruppo Gedi: «Come posso documentare, dopo avere ricevuto un messaggio criptico da una persona a me sconosciuta (non era un messaggio anonimo) riguardo a potenziali frodi ai danni dell'istituto, fui io stesso a sollecitare il mittente perché mi offrisse i dettagli della vicenda.

TITO BOERI

 

E il giorno stesso in cui ricevetti una mail più circostanziata incaricai il direttore centrale della direzione centrale ammortizzatori sociali (Sabatini, ndr), struttura competente in materia (e non certo un "dirigente di seconda fascia" come riportato dal vostro giornalista) di approfondire la vicenda».

 

TITO BOERI

Ma Boeri porta anche altre prove del suo lavoro di implacabile segugio anti Gedi: «Posso documentare che anche successivamente a questa mia prima segnalazione sollecitai la direzione ad andare a fondo, lasciando poi al direttore generale, una volta appurato che ci potevano essere gli estremi di una frode, il compito di seguirne l'evoluzione».

 

L'ex presidente dell'Inps sottolinea anche: «Se avessi voluto davvero insabbiare la vicenda, lo avrei potuto fare in un'infinita di modi, a partire dall'ignorare il messaggio di una persona a me sconosciuta tra le centinaia di mail che ricevevo ogni giorno».

carlo de benedetti

 

Quindi adesso l'Inps potrebbe recuperare 38 milioni di euro grazie alla tenacia investigativa del suo ex presidente detective. Però dal nostro archivio abbiamo tirato fuori un comunicato del sindacato Usb che, cinque anni fa, metteva fortemente in dubbio la versione di Boeri, dopo che quest' ultimo aveva fatto pubblicare sul sito dell'Inps il carteggio interno riguardante le segnalazioni dell'ex dipendente del futuro gruppo Gedi.

TITO BOERI ENRICO LETTA

 

Scriveva il sindacato: «Se l'obiettivo di Boeri era di smarcarsi da eventuali accuse di ritardi nella trasmissione agli uffici competenti delle informazioni ricevute [], le mail pubblicate di certo non lo aiutano.Innanzitutto il presidente non ha sentito il bisogno di coinvolgere da subito il direttore generale, che è il responsabile della gestione dell'Inps.

 

TITO BOERI

Il carteggio è cominciato il 10 maggio di quest' anno (2016, ndr) e Cioffi (Massimo, l'allora dg, ndr) ne viene a conoscenza solo il 4 luglio, perché» Sabatini «gli gira per conoscenza una mail indirizzata al presidente, che lo aveva incaricato di approfondire la vicenda.Bisogna arrivare al 12 agosto perché siano interessate (anche questa volta dal dc degli ammortizzatori sociali, ndr) della vicenda le direzioni centrali Entrate, Pensioni, Vigilanza e Informatica».

 

Nelle settimane successive, il direttore generale Cioffi dà indicazione di coordinare l'attività ispettiva con il ministero del Lavoro, all'epoca guidato dal renziano Giuliano Poletti. Nel comunicato il sindacato evidenzia che ci vollero ben cinque mesi perché dall'Inps partisse una lettera indirizzata al dicastero di via Veneto, quello che autorizza le Cigs. «Perché tanto ritardo?», si chiedevano i sindacalisti, intravedendo «molte zone d'ombra».

massimo cioffi

 

A loro giudizio Boeri nelle mail invitava Sabatini «ad approfondire, ad andare fino in fondo alla vicenda», ma al tempo stesso non ravvisava quali potessero «essere le violazioni». Per questo si domandavano: «Ma è regolare demansionare a quadri dei dirigenti d'azienda per poter usufruire di prepensionamenti a carico della collettività?». E aggiungevano: «Se le circostanziate accuse dell'ex dipendente del gruppo Espresso (oggi Gedi, ndr) sono veritiere, siamo di fronte a illegittimità che vanno sanzionate».

 

tito boeri

Interrogativi accompagnati da una frecciata finale: «Il conflitto d'interessi a carico di Boeri è fuori discussione. Legato professionalmente al gruppo editoriale che fa capo a De Benedetti, il presidente dell'Inps si trova nella necessità di dover indagare su presunte illegittimità commesse da quel gruppo e a niente vale scaricare la patata bollente sul ministero del Lavoro». Cinque anni dopo, in modo un po' ardimentoso, Boeri si vuole prendere tutti meriti del sequestro alla casa editrice per cui scrive.

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...