TRAVAGLIO “SORCINO” - SPARITI I CANTAUTORI IMPEGNATI, E’ RIMASTO SOLO ZERO A FARE IL CONTROCANTO: “IMPARATE A DIRE NO!”

Marco Travaglio per "Il Fatto Quotidiano"

Il rito, anzi l'incantesimo si ripete quasi ogni sera al PalaEur di Roma, anzi al PalaZero, per 15 volte in un mese (record di permanenza della storia della musica italiana). Dentro ci sono, sul megapalco, Renato con i 34 orchestrali diretti da Renato Serio, gli 8 musicisti della sua band e i 12 ballerini coreografati da Bill Goodson; e, sugli spalti, 7 mila fan a serata (ma solo perché di più non ce ne stanno: alla fine - l'ultimo concerto, salvo proroghe, è previsto per il 22 maggio - saranno più di 100 mila e non si trova più un biglietto a pagarlo oro).

Tre ore abbondanti di show e magia intitolati Amo Tour, ben oltre la mezzanotte, che qualche critico con la puzza sotto il naso ha trovato troppo lungo, ma che il pubblico vorrebbe prolungare ancora, con continue richieste di bis: "Io per me andrei avanti fino alle cinque del mattino, ma devo pur mandarvi a letto, no?". E il suo non è uno show ruffiano, perché Renato Fiacchini in arte Zero, quasi 63 anni, non gigioneggia con troppi classici del passato. Anzi, ne è piuttosto avaro: "Sarebbe troppo comodo, io il mio pubblico l'ho sempre educato così".

La scaletta è fatta di 28 brani interi, più due medley con 9 cavalli di battaglia: totale 37 canzoni che abbracciano 40 anni di carriera e 30 dischi (il primo Lp, nel 1973, fu No, mamma, no! ed era già dal vivo), interpretate con la solita voce prodigiosa che, anziché calare con l'età o almeno con l'usura della serata, va in crescendo. C'è quasi tutto l'ultimo album, Amo, e c'è un po' tutto il repertorio più recente, nel solito melange di ballate, melodie lente, discomusic, rock, funky, preghiere laiche e anche un po' religiose, divertissement scatenati e scorticanti, come il classico Baratto a tempo di marcetta e lo stralunato L'ammucchiata, che fanno impazzire gli zeromaniaci.

I quali, in un passaparola silenzioso, già conoscono la scaletta e avanzano a frotte verso il palco quando sta per partire un brano ballabile, come gli sfrenati Mi vendo e Triangolo intrecciati in sequenza, poi disciplinatamente tornano a sedere quando tocca a un lento.

Lui, Renato, in forma come non lo si vedeva da anni, ultimo grande animale da palcoscenico della musica italiana, non lascia niente al caso: perfezionista come sempre, non fa una mossa che non sia studiata e coordinata con la coreografia. Balla molto, si diverte almeno quanto il pubblico e cambia d'abito quasi a ogni canzone. Sul bianco nel primo tempo, sul rosso e sul nero nel secondo. Piumaggi, lustrini, paillettes, palandrane, tuniche, completi variopinti firmati Cavalli e Mayer, maschere tra il carnevale di Venezia e Montezuma (e per chi non ne ha abbastanza, nel foyer c'è una mostra dei costumi di una vita).

Ogni tanto fa un passo in avanti, rompe il ritmo e arringa i sorcini con divagazioni, ricordi degli amici che non ci sono più (come Lucio Dalla e Giancarlo Bigazzi), invettive in linguaggio "zerese" (variante unica del romanesco). Stavolta ce l'ha soprattutto con i politici, che nella sua carriera passata aveva quasi sempre lasciato in pace; ma, ora che la generazione dei cantautori impegnati s'è pressoché estinta, comincia lui che passava per disimpegnato (lo era solo in modo diverso). E cambia bersaglio ogni sera.

Una volta ce l'ha con Napolitano: "Nun m'ha mai chiamato per farmi cavaliere, ma almeno facesse cavalieri ‘ste canzoni". Un'altra con Berlusconi: "'Sti fanfaroni che ci hanno le televisioni e fanno pure gli editori". Un'altra, grillescamente, attacca gli eterni gattopardi: "Siete sempre gli stessi, avete proprio rotto il cazzo, ma in Parlamento mannatece chi nun c'ha lavoro". Ogni sera ricorda che la gente comune ha una forza di cui nemmeno s'accorge e la incita a reagire, a protestare: "Tu sei uno, tu sei uno, tu sei uno, ma insieme siamo una potenza! Io nun v'ho detto niente, ma se scendete tutti in piazza fate paura!".

Non c'è tempo per la noia, le tre ore corrono filate. I nonni, i genitori e i ragazzi che affollano il PalaZero sanno tutto a memoria, dall'antichissimo e modernissimo Madame (Renato la canta in versione dance remixata in un video che lo vede dietro la consolle del deejay) all'ultima struggente elegia per la sua vecchia portinaia della Montagnola (Angelina).

E si commuovono dinanzi al video di Alessandro D'Alatri, girato nel carcere femminile di Latina, di uno dei gioielli di Amo: Un'apertura d'ali, sinfonia inedita firmata Bigazzi. E tornano a commuoversi quando Renato canta Il carrozzone, spalle al pubblico, mentre sul maxi-schermo sfilano i nomi di Jannacci, Califano, Dalla, Mariangela Melato, Mia Martini e "tutti gli altri che non hanno permesso al silenzio di vincere".

L'aveva detto nella sua ultima intervista al Fatto: "Voglio trasmettere alla gente il coraggio di voler cambiare". E lo grida sul palco, nel finale: "Imparate a dire no!". Poi però non risparmia una strigliata ai feticisti della videoripresa, che lo filmano con gli iphone e gli ipad dalle prime file: "Ahò, c'avete il Renato vero a du' metri e lo guardate da dietro ‘sti cosi: ma che, siete matti? Ma quando ve ricapito?". Speriamo subito.

 

renato zerorenato zerorenato zero Marco Travaglio Roberto e Renato Zero Marco Travaglio renato zero renato zero negli anni renato zero triangolo renato zero vintage

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."