trudie styler

“DEBUTTO DA REGISTA PER I DIRITTI LGBT” - “LA SIGNORA STING” TRUDIE STYLER PRESENTA ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA FREAK SHOW - “ANCHE IO A SCUOLA ERO BULLIZZATA, MI CHIAMAVANO SCARFACE - E SU WEINSTEIN: “A HOLLYWOOD CI SONO MOLTI PIU’ UOMINI DI QUANTI IMMAGINIAMO CHE SI COMPORTANO COME LUI” - VIDEO

 

Arianna Finos per La Repubblica

 

sting e trudie styler

Attrice elegante, produttrice indipendente, attivista ambientalista, coltivatrice di vino e olio toscano, moglie di Sting. Trudie Styler è il simbolo di una che ce l'ha fatta nella vita. Stupisce che abbia scelto di debuttare alla regia con Freak Show perché «sentivo questa storia in modo profondo e personale ».

 

Tratto dal romanzo omonimo di James St. James, il film racconta la storia di un adolescente che lotta, con coraggio e creatività, per affermare il proprio modo di essere in una scuola rigida, arrivando a candidarsi come Reginetta locale.

 

Non piegheranno la sua volontà le prese in giro e le botte che lo manderanno (momentaneamente) in coma. «Ho avuto un' infanzia difficile - racconta l' inglese Styler, che porterà il film alla Festa di Roma, Alice nella città, e sarà nella giuria di Taodue per l' opera prima - A scuola ero esclusa, bullizzata e infelice.

 

sting e trudie styler 34 anni insieme

Da bambina ebbi un incidente, un camion colpì la mia faccia, che si aprì, letteralmente. Rimasi a lungo piena di cicatrici. In classe mi chiamavano Scarface: la scuola può diventare un posto orribile se non sei accettata dal branco.

 

All' università si celebra la diversità di pensare, di vestire. Ma tra i cinque e i 17 anni se sei diversa ti rigettano. Questo succede spesso nel mondo Lgbt. In America è difficile per ragazzini che hanno una questione di identità sessuale. Io vivo a New York, città aperta, come Los Angeles.

 

trudie styler and sting

Ma il resto dell' America è diversa. Questa storia però non parla solo di questioni Lgbt ma anche di outsider: come dice il protagonista Billie "non riguarda solo l' essere gay, ma anche vestire o credere nella cosa considerata sbagliata".

 

L' essere "diverso" dal gruppo ti rende un nemico. Ho sempre voluto farmi voce di chi è messo a tacere, gli indigeni delle foreste tropicali e i ragazzini isolati a scuola».

 

La situazione, rispetto al set del 2015, è peggiorata.

«Sì. Nel 2015 nessuno di noi avrebbe mai pensato a Trump presidente. Da uno dei suoi comizi estremi prendemmo la frase mantra che nel film dice l' aspirante reginetta rivale, "Rendiamo l' America di nuovo grande", perché ci sembrava agghiacciante. Allora Trump non era ancora il candidato repubblicano».

 

TRUDIE STYLER E STING

Da attrice e produttrice cosa pensa del caso Weinstein?

«La vicenda è orribilmente disturbante. Ma certo non stupisce che accada in una industria dominata dai maschi.

 

Le donne sono il 25 per cento dei produttori e 5 il cinque per cento dei registi. Sceneggiatori maschi scrivono storie per maschi. Sono uomini anche i distributori e i proprietari delle sale che scelgono i film.

 

Neanche immaginiamo quanti uomini a Hollywood si comportano come Weinstein e ora si chiedono: "Sarò il prossimo?"».

 

eliot sumner 4

La ragazzina con le cicatrici è diventata una donna di successo.

«Ciò che non ti ammazza ti rende più forte. A diciassette anni, una sera, dopo un litigio con mio padre che non voleva facessi l' attrice, sono andata via di casa e mai più tornata.

 

Ho recuperato il rapporto con mio padre quando era anziano. Ho seguito il mio cammino. Ora con la mia Maven Pictures finanzio progetti con storie al femminile, con registe e attrici.

 

L' esempio perfetto è Novitiate, sulla ribellione di un gruppo di monache alla tirannia della madre superiora prima del Concilio Vaticano anni 60».

 

sting con la moglie trudle styler

Il protagonista di "Freak Show" ha un rapporto difficile con i genitori. Lei che figlia è stata e che madre è?

«Sono cresciuta in un ambiente operaio. I miei genitori pensavano che fare l' attrice fosse un sogno ridicolo. Mi mantenevo facendo la barista, la cameriera.

 

Poi sono arrivati i primi ruoli e la gioia più grande è stata la prima casa comprata con i miei soldi. Riguardo ai ragazzi, io e Sting ne gestiamo sei in tutto e diciamo loro: qualunque cosa vorrai essere nella tua vita ti sosterremo.

 

Portiamo i nostri figli nel mondo ma non li possediamo. Siamo i loro guardiani finché non sono pronti a intraprendere il loro viaggio».

 

IL VINO DI STING - SISTER MOON

Vostra figlia Elliot "Coco" Sumner ha realizzato due canzoni per "Freak Show".

«Sì, è stata eccezionale. E Sting è venuto sul set, ci teneva molto».

 

Anche lei e Sting avete il vostro musical, la clip di "We' ll be together".

«È vero, una mini-commedia in bianco e nero girata da una regista di cinema, infatti, Mary Lambert. Che bei ricordi. Uscivo dalla macchina con un abito nero da maliarda e io, che adoro lavorare con mio marito, avevo addirittura due Sting a disposizione».

 

STING E LA MOGLIE TRUDIE

Per "Freak Show" ha chiamato il suo amico Dante Spinotti.

«Ci siamo conosciuti nel 1987, sul set a Cinecittà di Mamba di Mario Orfini, un film visivamente stupendo, con le scenografie di Ferdinando Scarfiotti e i costumi di Milena Canonero.

 

Il rapporto con il cinema italiano era iniziato prima, con La sposa americana di Giovanni Soldati, con Stefania Sandrelli. Mamba raccontava di una donna chiusa in casa con un serpente letale, sul set eravamo Dante e io, siamo diventati amici.

 

Gli raccontai dei miei sogni da regista e mi disse "Quando succederà chiamami". Ventotto anni dopo l' ho fatto».

 

TENUTA IL PALAGIO DI STING

Lei e Sting trascorrete le estati in Toscana, ora sarà ospite a Roma. Con l' Italia c' è un rapporto speciale.

«Sono felice di portare il film, di essere in giuria a Roma. La scorsa estate mi sono vista tutti i film di De Sica, adoro Miracolo a Milano. L' Italia è una sorta di casa spirituale per me e Sting.

 

Ci piace la genuina celebrazione di momenti che altri paesi danno per scontati: il piacere del cibo, del buon vino, dello stare a tavola a chiacchierare. Nel mondo cinico di oggi dovremmo essere grati che resista nel vostro paese un senso di comunità».

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