de bortoli e bazoli

UBI MAIOR, ‘CORRIERE’ CESSAT - LE TRATTATIVE SEGRETE PER LIBERARSI DI DE BORTOLI: BAZOLI INTERCETTATO NELL’INDAGINE SU UBI BANCA, NELL’ESTATE 2014 PARLAVA SOLO DELLO SCONTRO SU VIA SOLFERINO - FLEBUCCIO SI ERA OPPOSTO AI BONUS PER L’AD SCOTT JOVANE E I SUOI MANAGER VISTO CHE I GIORNALISTI SUBIVANO TAGLI DOLOROSI. JOVANE ERA DIFESO DA ELKANN, E LÌ INIZIÒ LO SCONTRO CON BAZOLI…

Gianni Barbacetto per il Fatto Quotidiano dell’8 luglio 2017

 

DE BORTOLI E BAZOLIDE BORTOLI E BAZOLI

Non era mai successo che a un direttore di giornale fosse comunicata la sua data di scadenza. Accade a Ferruccio de Bortoli: una nota, il 31 luglio 2014, comunica a lui e ai lettori che a fine aprile 2015 il consiglio d' amministrazione di Rcs MediaGroup nominerà un nuovo direttore del Corriere della sera. Nei mesi precedenti avvengono movimenti sotterranei, scontri feroci, consultazioni febbrili.

 

Qualcosa ora emerge in superficie, grazie alle intercettazioni a cui era sottoposto (per tutt' altre vicende: l' indagine su Ubi banca) Giovanni Bazoli, presidente di Intesa Sanpaolo, azionista di Rcs, da anni il più influente tra i personaggi che hanno il potere di indicare il direttore del Corriere. Al termine dell' inchiesta in cui Bazoli è indagato per ostacolo alla vigilanza e illecita influenza sull' assemblea sociale, le intercettazioni sono state messe a disposizioni degli indagati e delle parti civili.

de Bortoli intervista il giovane editore John Elkann Presidente LA Stampa de Bortoli intervista il giovane editore John Elkann Presidente LA Stampa

 

Bazoli ha un buon rapporto con De Bortoli, che sente con frequenza. Il 31 marzo 2014, per esempio, i due parlano al telefono e "Bazoli si informa", si legge nel brogliaccio della Guardia di finanza, "su quale è l' opinione di Repubblica in merito alla situazione del governo Renzi". Ma il 4 aprile si manifesta lo scontro che porterà al cambio di direttore: Bazoli chiama De Bortoli, che gli riferisce il contrasto con l' amministratore delegato di Rcs, Pietro Scott Jovane.

 

GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN

Questi pretende bonus per sé e i manager, mentre taglia risorse per il giornale. De Bortoli non ci sta. Racconta al telefono: "Dopo la vicenda dei bonus e il fatto che il management, a cominciare dall' amministratore delegato, ha fatto marcia indietro sui bonus in occasione di quella giornata, tra l' altro io avevo minacciato le dimissioni per consentire l' uscita del giornale con l' intervista a Obama, loro sono andati avanti a tenere una posizione dura, al rischio di avere una crisi internazionale, perché c' è stata un' ora in cui la Casa Bianca ci aveva ritirato l' intervista".

ferruccio de bortoliferruccio de bortoli

 

Conclude: "Se va avanti questa storia dei bonus, io mi dimetto". Dopo questo episodio, "loro hanno ritirato e sospeso i bonus, il giorno dopo mi ha chiamato Scott Jovane e mi ha detto: 'Guarda, noi l' abbiamo fatto per fare un favore a te, perché questo è un nostro diritto sacrosanto sancito da una delibera del cda'".

 

Tra il direttore e l' ad è guerra. Lo stesso giorno, chiama Bazoli anche Franco Dalla Sega, presidente della finanziaria Mittel. Bazoli gli dice che John Elkann, presidente della Fiat e grande azionista del Corriere, si è schierato con Scott Jovane e vuole sostituire De Bortoli.

 

PIERGAETANO MARCHETTI GIULIA MARIA CRESPI INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO PIERGAETANO MARCHETTI GIULIA MARIA CRESPI INAUGURAZIONE MITO ALLA SCALA FOTO FRANCO CORTELLINO

Bazoli è contrario, ma ha capito che non può più opporsi. Ecco il brogliaccio: "Riferisce che non si opporrà a tale decisione, ma ne prenderà atto e influirà sulla scelta del sostituto. Bazoli riferisce di Calabresi quale potenziale sostituto". È il candidato preferito da Elkann. Due giorni dopo, il 6 aprile, a chiamare Bazoli è Paolo Colombo, il presidente di Saipem.

 

Claudio Calabi Claudio Calabi

Gli riferisce che "stanno succedendo cose inquietanti tutte legate a un tema, che puoi immaginare qual è e che hanno riflessi anche su situazioni che a te stanno particolarmente a cuore". Il tema, aggiunge l' estensore del brogliaccio, è "presumibilmente" il Corriere e le "dimissioni di De Bortoli".

 

Il giorno seguente, chiama Claudio Calabi, ex amministratore delegato di Rcs e presidente di Pandette, la holding del gruppo Rotelli, altro azionista del Corriere. L' argomento è sempre De Bortoli. Bazoli dice a Calabi di "non fare quel passo l' incontro mi ha portato di fronte a uno che non accetta più assolutamente nessun compromesso lui vuole distruggere il Corriere, l' unica speranza è che sia io l' obiettivo, distruggendo me ma è esasperato, totalmente esasperato". Poi aggiunge che "la strada indicata da lui è di essere mandato via a testa alta e non in maniera punitiva e che sia scelto un successore che non sia debole".

 

PIERGAETANO MARCHETTI LUCIANO FONTANA FERRUCCIO DE BORTOLI PIERGAETANO MARCHETTI LUCIANO FONTANA FERRUCCIO DE BORTOLI

Prosegue il brogliaccio: "Bazoli riferisce che l' uomo del quale si parla (De Bortoli) ha indicato come condizione tassativa che 'il piano sul Corriere deve cambiare radicalmente perché loro vogliono aumentare ancora il prezzo e non ha nessunissimo senso, vogliono abolire le edizioni locali e tutto questo per avere una redditività più elevata di quello che è giusto avere, tutto questo solo per i loro bonus". Bazoli "dice di non accettare queste cose".

 

Il 9 aprile Giulia Maria Crespi, storica ex proprietaria del Corriere, chiama Bazoli.

"Chiede se è vero che 'va via Fontana e De Bortoli'. Bazoli riferisce di essere molto preoccupato, ma non sa dare una risposta certa. Riferisce che è in atto uno scontro sul fatto che il consigliere delegato col suo staff hanno richiesto dei bonus; bonus che sono stati ritirati perché c' è stata una protesta e lo stesso direttore era contrario. Bazoli riferisce che il consigliere delegato è sostenuto dalla Fiat".

 

 Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri. Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri.

Il 12 aprile telefona Filippo Andreatta, professore a Bologna e figlio di Beniamino, grande amico e mentore di Bazoli. I due "parlano della situazione politica generale. Andreatta dice che l' aveva chiamato perché aveva notizie, in merito al Corriere, dove sembra ci sia una certa pressione per cambiare la direzione. Bazoli conferma. Andreatta dice che queste vengono da Torino". Cioè dalla Fiat.

 

"Bazoli conferma nuovamente. Andreatta dice di sapere che ci sono anche delle resistenze. Bazoli dice che sta raccogliendo elementi e verificando dei rapporti tra azionisti prima di parlare con Torino, ma non esclude di dover fare un discorso molto duro essendo molto preoccupato. Bazoli dice che questo è frutto di uno scontro tra direttore e consigliere delegato e lui dà ragione al primo, mentre il secondo è difeso da Elkann. Andreatta dice che c' è bisogno di saggezza ed equilibrio. Bazoli dice che probabilmente non accadrà nulla prima dell' assemblea".

il Presidente de La Stampa e di Fiat John Elkann e lAd di RCS Pietro Scott Jovane il Presidente de La Stampa e di Fiat John Elkann e lAd di RCS Pietro Scott Jovane

 

Poi "Andreatta gli ricorda, come riserva della Repubblica, il loro amico Aldo Cazzullo che è torinese e potrebbe essere una soluzione di compromesso. Bazoli dice che prima c' è da difendere De Bortoli e poi, nel caso vada via, come è probabile, ci sarà il problema della successione Bazoli dice che questo è un po' il suo cruccio di questi giorni essendo più tranquillo per la banca".

 

Il 31 luglio 2014 viene dato l' annuncio che il direttore cambierà. E 30 aprile 2015 De Bortoli lascia il posto al suo condirettore, Luciano Fontana.

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…