1- ULTIMI GIORNI PER LA RAI DEL BANANA (MAI UNA RAI SOPRAVVISSUTA A UN GOVERNO) 2- L’EFFETTO DOMINO DOPO IL SILURAMENTO DI MINZOLINI: LA “SFIDUCIA” AL DG LORENZA LEI 3- RIZZO NERVO SCODELLA UN DOSSIER SU ASSUNTI E PROMOSSI QUANDO ERA VICE DI MASI 4- IN BALLO C’È ANCHE L'ASSUNZIONE DEL L’EX MARITO DI LADY LEI COME QUADRO ALLA SIPRA 5- AGGIUNGERE IL SOLITO CASINO DI SANREMO: GIANMARCO MAZZI (DIRETTORE ARTISTICO DEL FESTIVAL) HA CHIAMATO DIRETTAMENTE IN CAUSA LA DIREZIONE GENERALE DI LORENZA LEI ATTRIBUENDOLE LA DECISIONE DI “TENERE FUORI” CELENTANO DALLA RASSEGNA CANORA. FRASE CHE HA SCATENATO TUTTO IL “CASO” SUL MOLLEGGIATO (NESSUN CONTROLLO SUI MONOLOGHI E UN COMPENSO DA ITALIA “SOBRIA E RIGOROSA”: 300 MILA EURO A PUNTATA, CON UN TETTO MASSIMO DI 750 MILA EURO)

1- RAI LEI ASSEDIATA SU FESTIVAL E TG1 E RIZZO NERVO PRESENTA UN DOSSIER SU ASSUNTI E PROMOSSI QUANDO ERA VICE DI MASI
Paolo Conti per il "Corriere della Sera"

Martedì amaro per il direttore generale Rai, Lorenza Lei. Uno scontro col presidente Paolo Garimberti sulla sua proposta per il Tg1 (proseguire con l'interim ad Alberto Maccari fino al 30 giugno). Un pre-consiglio informale e senza voti ma con contestazioni esplicite del consigliere Nino Rizzo Nervo (area Pd) a Lorenza Lei, accusata di aver violato il codice etico della Rai e il decreto legislativo 231/2001 sulla responsabilità degli enti.

Il tutto già contenuto in un carteggio tra consigliere e direzione generale. E un coinvolgimento nella vicenda Celentano, almeno da parte di Gianmarco Mazzi, direttore artistico di Sanremo, che rivela: la frase «la Lei dice che Celentano è fuori» gli sarebbe stata comunicata dal direttore di Raiuno, Mauro Mazza.

Da venerdì Lorenza Lei aveva aperto una trattativa con Maccari (direttore del Tgr in carica e ad interim del Tg1 a un passo dalla pensione) proponendogli un contratto a termine post-pensione fino alla fine di giugno. Un modo per non affrontare oggi il nodo del dopo Augusto Minzolini (rimosso dal suo incarico il 13 dicembre 2011) e rinviare la decisione al nuovo Consiglio dopo la scadenza dell'attuale (28 marzo).

Ma si è opposto il presidente Paolo Garimberti, da sempre fautore di una nomina definitiva, nonostante l'incognita del ricorso al magistrato del Lavoro di Minzolini: un ordine di reintegro è sempre possibile.

Vista la spaccatura, il Consiglio già convocato per domani, giovedì, è stato cancellato. Di direzione del Tg1 si parlerà martedì 31, ultimo giorno del contratto di Maccari. Occorrerà trovare sia un direttore per il Tg1 (ieri il nome più accreditato e ritenuto in grado di non dividere il Consiglio era quello di Marcello Sorgi, già direttore della testata tra il 1996 e il 1998) che per la Tgr.

La soluzione-ponte di Maccari avrebbe sulla carta una maggioranza di centrodestra ma avrebbe il voto sfavorevole del presidente. Condizione difficile per dirigere il Tg1. Molto allarmato il presidente della Vigilanza Rai, Sergio Zavoli: «Il rinvio sul Tg1 accentua l'esigenza di un'adeguata riflessione politica e istituzionale ai fini di una soluzione che sottragga la Rai a paralizzanti condizionamenti. E ciò in nome di una politica che tuteli la costante e reale credibilità del Servizio pubblico». Una spinta al cambiamento dei criteri di nomina della governance della Rai?

Altro nodo, la riunione informale di due ore e mezza con Garimberti e tutto il Cda, assente solo Angelo Maria Petroni (senza Lorenza Lei, trattandosi di soli consiglieri). Rizzo Nervo ha comunicato formalmente a Garimberti e agli altri consiglieri il contenuto delle sue contestazioni scritte. Alcune assunzioni e promozioni decise nell'ambito dello staff del direttore generale.

E poi, secondo il racconto di Rizzo Nervo, l'assunzione del suo ex marito come quadro alla Sipra il 1° gennaio 2011 avvenuta quando l'attuale direttore generale era vicedirettore generale di Mauro Masi con delega a bilancio, pianificazione e controllo e quindi (ha detto Rizzo Nervo) in continuo collegamento con la concessionaria Sipra. Poi il contratto di lavoro a tempo indeterminato si è concluso con le dimissioni il 31 dicembre e trasformato in un incarico esterno da agente monomandatario.

Ieri nessuna decisione, riunione informale. Ma l'orientamento della maggioranza di centrodestra sarebbe di non dare seguito operativo all'accusa, soprattutto per non destabilizzare l'azienda in un momento così complesso mentre il Cda è in scadenza.
Infine il capitolo Sanremo. Nonostante le smentite di lunedì, ieri Gianmarco Mazzi (direttore artistico del festival) ha chiamato direttamente in causa la direzione generale attribuendole la decisione di «tenere fuori» Celentano dalla rassegna canora. Frase che ha scatenato tutto il «caso» sul Molleggiato.

2 - CONTROLLO SUI MONOLOGHI A SANREMO CELENTANO TRATTA CON VIALE MAZZINI
Maria Volpe per il "Corriere della Sera"

Seconda puntata della fiction «Celentano a Sanremo?». Allo stato attuale la Rai attende che Adriano Celentano restituisca la bozza del contratto con le «correzioni». Ovvero: nessun controllo sui testi e nessuno spot durante le sue performance. Performance che dovrebbero durare circa 40 minuti ciascuna, e non si sa quante saranno e per quante sere. Compenso stabilito: 300 mila euro a puntata, con un tetto massimo di 750 mila euro. Ovvero, se il Molleggiato decide di esibirsi con cinque monologhi per cinque sere, il prezzo resterà comunque 750 mila euro.

Il compenso però non è mai stato un problema. L'accordo è stato raggiunto subito. Quel che invece ancora traballa è la libertà. Tutto sembrava già concluso, quando d'improvviso, sabato scorso, si blocca tutto. Vengono fermati gli spot e Gianmarco Mazzi, direttore artistico del Festival, riceve un messaggio sms da parte dei vertici Rai che dice «Celentano è fuori dal Festival». Putiferio. Lunedì sul blog di Celentano Claudia Mori chiede spiegazioni. La Rai smentisce di non volere più Celentano. Il Molleggiato ieri dà l'aut-aut.

E scrive, sempre sul blog: «Caro Gianmarco (Mazzi ndr), posso venire a Sanremo solo se tu dichiarerai alla stampa il contenuto dei messaggi che hai ricevuto dal simpatico direttore di Rai1 Mauro Mazza (non è un'ironia, mi è simpatico veramente) con i quali ti faceva la radiocronaca di ciò che la Lei (Lorenza Lei, direttore generale Rai ndr) aveva sentenziato: "Celentano è fuori da Sanremo"». E conclude senza lasciare scampo a Mazzi: «Se tu non chiarirai come stanno le cose, io al Festival non verrò. Tu e Morandi siete due amici. Ma non posso fare altrimenti».

A questo punto il direttore artistico del Festival - che aveva convinto il Molleggiato, dopo anni, a partecipare a Sanremo - ha vuotato il sacco. E conferma tutto: Mazza sabato «mi comunica per iscritto che la Rai ha bloccato la programmazione dei promo su Celentano», decisione «ostile e autolesionista, in una fase di trattativa ormai avanzata. Poi mi comunica, sempre per iscritto e in modo inequivocabile: "La Lei dice che Celentano è fuori". Fatto confermatomi telefonicamente dall'avvocato Valerio Fiorespino, (direttore delle Risorse Tv della Rai ndr) che riferisce dell'invito della direzione generale a cercare "un'alternativa a Celentano"».

Dopo aver, dunque, confermato tutto, nonostante la Rai continui a smentire, Mazzi si chiede «quali uffici, e quali ufficiali, dovrebbero concordare i contenuti dell'intervento di Celentano». E aggiunge: «Non mi fido (degli uffici), preferisco che Celentano dica quello che vuole, anche perché in diretta può farlo liberamente, e a me (come a chiunque altro) sia data la possibilità di rispondergli se non sarò d'accordo. Il che è anche probabile».
Per il direttore artistico, rivedere dopo otto anni Celentano in tv e a Sanremo, anche con Morandi, «rappresenta per la Rai e per me un successo artistico, professionale e commerciale. Da parte dell'azienda mi sarei aspettato più entusiasmo».

Certo un fulmine a ciel sereno, poiché a parole i vertici Rai avevano garantito a Celentano totale libertà. Invece poi, davanti alla bozza di contratto inviatagli dalla Rai, l'artista si è imbattuto nell'articolo 8 che garantisce «discrezionalità ed autonomia sui contenuti dell'intervento delle performance, che saranno concordati, unitamente alle modalità della sua partecipazione con i competenti uffici». A questo punto, sottolinea Mazzi «Celentano mi ha guardato e mi ha detto "secondo te, che dice questo contratto, sono libero o non sono libero?". Non ho saputo rispondere».

Ieri, dunque, giornata frenetica dove tutti tentavano di ricucire tutto. Mentre Celentano, Claudia Mori e lo staff del Clan rielaboravano la famosa bozza di contratto evidentemente togliendo i punti caldi. E la Rai precisava in serata: «Siamo in attesa di ricevere la bozza di contratto definitiva relativa alla partecipazione di Celentano al Festival. La Rai era e resta fortemente interessata alla presenza di Adriano».

Anche Giorgio Merlo (Pd), vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai, sottolinea: «La presenza di Celentano a Sanremo è importante. Ma è altrettanto importante il rispetto del cosiddetto codice etico dell'azienda». Immediata la replica di Celentano: «Il codice etico della Rai non è mai stato messo in discussione. L'unico codice etico al quale per tutta la vita mi sono attenuto e ha contato è quello ricevuto da mia madre e da mio padre».

 

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