1- UN, DUE, TRE...FA 4,43%! SABINA, TESSERA NUMERO UNO DEL PDN, IL PARTITO DELLA NOIA 2- LA PRIMA COSA CHE DEVE FARE LA GUZZANTI, OLTRE A FARSI SGONFIARE I CONNOTATI DALL’OVERDOSE DI BOTOX, È ALZARE IL TELEFONO E CHIAMARE LUCIA ANNUNZIATA, L’EX PRESIDENTESSA RAI E DIRLE “GRAZIE CHE ESISTI, E CHE MI PERMETTI DA ANNI DI SFOTTERTI A PIENE MANI, CON TANTO DI OCCHIETTO DEBOLE E CADENZA ULTRACAMPANA” 3- È INFATTI QUESTO, IN TRE ORE DI RESISTENZA DAVANTI AL QUANTOMAI PICCOLO SCHERMO, IL PASSAGGIO PIÙ DIVERTIBILE NEL CONTENITORE DI “UN DUE TRE STELLA”, TEORICAMENTE ATTESISSIMA TRASMISSIONE SATIRICA, E PRATICAMENTE ABBECEDARIO DELL’ANTAGONISMO BORGHESE, CON TANTO DI BIRIGNAO RUBATO ALLA TITOLARE DARIA BIGNARDI 4- ASPETTANDO IN VANO IL MIRACOLO DI UNO SGHIGNAZZO, TRIONFA, COME NOVE ANNI FA, LA RETORICA DELL’ANTITUTTO; QUELL’OVVIO DEI POPOLI CHE NON PASSA MAI DI MODA 5- VOGLIAMO INFINE DIRE CHE LA SORELLINA CATERINA ORMAI È MOLTO MEGLIO DI QUESTA SABINA CHE SI BUTTA VIA NEL NOME DELLA TETRAGGINE, TRA COMIZIETTI E SACCENTERIE?

VIDEO - http://video.corriere.it/guzzanti-prima-frecciata-berlusconi/6529bd06-6e1b-11e1-98c2-a788cd669a01

Riccardo Bocca per il blog Gli Antennati de l'Espresso

La prima cosa che deve fare Sabina Guzzanti, oggi, è alzare il telefono e chiamare Lucia Annunziata. Se è una persona onesta, la fantastica Sabina, e di sicuro lo è, ha il dovere di raggiungere l'ex presidentessa Rai e dirle «grazie che esisti, e che mi permetti da anni di sfotterti a piene mani, con tanto di occhietto debole e cadenza ultracampana».

È infatti questo, in tre ore di resistenza davanti al quantomai piccolo schermo, il passaggio più divertibile nel contenitore di "Un due tre stella", teoricamente attesissima trasmissione satirica, e praticamente abbecedario dell'antagonismo borghese, con tanto di birignao rubato alla titolare Daria.

Riepilogando per i - giustificati - assenti, da nove anni Sabina Guzzanti mancava dalle televisioni nazionali. E ora che (evviva!) è tornata, ci aiuta a ricordare cosa c'eravamo persi per colpa del solito Silvio: ossia l'incedere teutonico di una barricadera catodica, dimentica degli obblighi da comicastra - far ridere, tanto ridere, o almeno abbastanza ridere - e fedele soltanto alla militanza nel PdN: il Partito della Noia, di cui ha la tessera numero uno.

Certo è difficile, lo riconosce lei stessa, dimenticare il trapiantato in bandana, la sua guitteria conclamata, e anche il pollame desnudo di certe notti arcoriane. Ma certo non può bastare, come cambio pagina, la caricatura di un Monti telecomandato dal presidente Napolitano, e tantomeno è sufficiente la caricatura di madame Palombelli, tratteggiata mentre difende l'adorato Francèsco - che tra parentesi ne ha tanto bisogno, vista l'aria che tira.

In crisi di divertimento, mentre le palpebre cedono, s'attende dunque da casa il miracolo di uno sghignazzo. Ma poco importa, alla condu-attrice, se il divertimento latita. Lei ha da gestire, in studio, una personalissima cellula in sonno, costituita da un soviet di economisti, intellettuali e giornalisti illuminati, tutti assieme preposti a indottrinare il pianeta.

Un esercito della salvezza che -mentre i minuti passano e s'aggiunge pure il venerato Moore (Michael)- recita a ruota di Lady Sabi il manifesto della rivolta: mazzate alle banche d'affari, mazzate ai partitacci schifosi, mazzate anche ai gestori dei cosiddetti mercati, in realtà covi di vipere e di interessi occulti.

E se per caso capita l'incidente, cioè che un dirigente Pd -Stefano Fassina- si dichiari apertamente Sì Tav, scatta istantanea la punizione, con la padrona di casa che gli aizza contro un tecnico (il giurista Ugo Mattei) e non gli rimette la museruola fino alla pausa pubblicitaria.

Dopodiché va detto, nel rispetto delle vittime innocenti, che l'umorismo svalvolato di Nino Frassica, per quanto troppo lunare e anarchico in una simile arena, merita grati applausi, come pure la fascistella di Caterina Guzzanti e un altro paio di battutisti esordienti.
Ma non è questo il punto.

Il problema, piuttosto, è la disattenzione patologica alla grammatica televisiva, che anche se cambia premier rimane sempre la stessa. Straparlare per ore, insomma, resta comunque un reato, almeno quanto il concorso esterno all'associazione mafiosa.

E non meno grave, va sottolineato, è il sospettuccio di furberia, di cui Guzzanti s'è macchiata imitando Giovanni Stella, campione siderale di volgarità involontaria, oltre che amministratore delegato del carrozzino La7.

Voleva forse apparire una prova di libertà, e invece era un abbaglio per anime belle. Nulla di (s)travolgente, infatti, è stato detto e fatto nell'intera puntata. Ha trionfato, come nove anni fa, la retorica dell'antitutto; quell'ovvio dei popoli, beato lui, che non passa mai di moda.

2- VOGLIAMO INFINE DIRE CHE LA SORELLINA CATERINA ORMAI È MOLTO MEGLIO DI QUESTA SABINA CHE SI BUTTA VIA NEL NOME DELLA TETRAGGINE?
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"

Dopo la bufera di «Raiot», è tornata in video Sabina Guzzanti con un omaggio al grande capo de La7 Giovanni Stella, uno più tosto di lei. Per questo forse si sperava in un programma che indulgesse meno al predicatorio e pescasse ad antiche riserve di satira. Niente da fare. L'avvio è lento (se 9 anni vi sembran pochi provate voi a lavorar o a rinnovare il repertorio), e anche l'imitazione di Mario «Montinator» Monti a colloquio con il Quirinale non pare brillantissima (il padre Paolo, quando imitava Pertini, era più ficcante).

Come appare fra il pubblico Giulietto Chiesa la tentazione è di cambiare canale ma il dovere frena, giusto per intercettare Nino Frassica, il cui registro comico sembra preso a prestito da Panariello o giù di lì, e sentire la voce d'oltretomba di Patrizio Roversi. Ecco mancava solo quel bambinone invecchiato di Michael Moore, degno erede di Giulietto, a farci una lezioncina sulla finanza.

Guzzanti ha molti rospi da togliersi ma il programma procede tra noia e tristezza, tra comizietti e saccenterie: propaganda infida.

Forse i nove anni poteva impiegarli a preparare un programma migliore, con più ritmo: «Un due tre stella» è prima di tutto una trasmissione mal costruita, sembra che i suoi molti autori non sappiano decidersi su che tipo programma fare e come farlo.

Il tutto è molto primi anni 2000: gli stessi feticci, le stesse ossessioni, da Berlusconi a Bush, aggiornate ai tempi della crisi. Peggio dei giovani satiristi c'è solo il pubblico in sala. Insomma, Guzzanti si salva solo con le vecchie imitazioni. Vogliamo infine dire che Caterina ormai è molto meglio di questa Sabina che si butta via nel nome della tetraggine?

 

SABINA GUZZANTI SABINA GUZZANTI E LA SQUADRA DI UN DUE TRE STELLA sabina guzzanti STEFANO DISEGNI SU SABINA GUZZANTI POLLO SPENNATO DA "SETTE"SABINA GUZZANTI IMITA BARBARA PALOMBELLI A LA SETTE SABINA GUZZANTI IMITA LUCIA ANNUNZIATA A LA SETTE

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…