blonde

LA VENEZIA DEI GIUSTI - “BLONDE” È UN FILM CHE INFRANGE MOLTE REGOLE DEL CINEMA NON SOLO AMERICANO. LA SCENA DI J.F.KENNEDY STESO SUL LETTO CHE SI VA FARE PRIMA UN RASPONE POI UN BLOW JOB DA MARILYN È QUALCOSA CHE NON AVETE MAI VISTO E CHE NON PENSAVAMO DI VEDERE - SARÀ UNA BOMBA PER LO SPETTATORE MEDIO DI NETFLIX MA ANCHE PER I CRITICI, CHE NON HANNO ANCORA CAPITO CHE IL REGOLAMENTO DI CONTI COL POTERE MASCHILE, COL PATRIARCATO, COI PRODUTTORI SCOPATORI, CON LA MEMORIA STESSA DI HOLLYWOOD, È APPENA INIZIATO… - VIDEO

 Marco Giusti per Dagospia

Blonde

 

“Who killed Norma Jean?”, cantava Pete Seeger già negli anni ’60. Attorno a questa domanda e a tutte le possibili risposte, arriva oggi questo bellissimo film, “Blonde”, diretto da Andrew Dominick con una luminosa Ana De Armas, tratto dal romanzo omonimo di Joyce Carol Oates, che già aveva dato vita a una miniserie vent’anni fa dallo stesso titolo con Poppy Montgomery protagonista.

 

“Blonde” è un film che infrange molte regole del cinema non solo americano. La scena di J.F.Kennedy steso sul letto che si va fare prima un raspone poi un blow job da Marilyn (“non essere timida” le dice, spingendole la testa proprio dove pensate voi), è qualcosa che non avete mai visto e che non pensavamo di vedere.

 

blonde

Ma neanche la spiegazione del “come sei arrivata al cinema?”, che vede Marilyn ricordare la scena del presidente della Fox che la accoglie togliendole le mutande e la inizia al cinema prendendola così con una evidente pecorina. O il commemnto di Zanuck al suo primo, intenso provino, “Bel culo”. Perbacco! Così si fa il cinema? Così si trattano i presidenti americani, addirittura il leader del mondo democratico? I giganti della Fox? Ma il bersaglio della Oates e di Dominick non sono né il Presidente degli Stati Uniti né il Presidente della Fox.

 

ana de armas marilyn monroe blonde

Come nel potente “Il potere del cane” di Jane Campion, che a Venezia fece orrore a tutti i critici italiani o quasi, il bersaglio sono tutti i maschi che uccisero Norma Jean abusando di lei (“I, said the City, as a civic duty, I killed Norma Jean”), e il potere patriarcale maschile, che comincia con un padre che non c’è e non ci sarà mai, va avanti con un campione di baseball, il Joe Di Maggio di Bobby Cannavale, seguita con un commediografo ultrasnob newyorkese, l’Arthur Miller di Adrien Brody, e chiude con il Presidente J.F.Kennedy steso sul letto che vuole quella cosa lì mentre parla al telefono delle accuse di molestie.

 

ana de armas in blonde 3

Maschi senza volto, “E tu chi sei?” chiede a Miller non riconoscendolo quando rientra a casa, pallide imitazioni di un padre che non c’è, e che approfittano del corpo di Marilyn non riconoscendola mai come Norma Jean. Gli unici maschi possibili, oltre al suo adorabile truccatore, Whitey, sono i figli pazzi, drogati e sfortunati di due celebri star, Charles Chaplin Jr detto Cassie e Edward G. Robinson jr detto Munny, che faranno, come Marilyn, una brutta fine, anche se Cassie muore nel 1968 e non nel 1962, ma che le daranno gli unici veri piaceri sessuali, a tre, di tutta Hollywood.

 

ana de armas in blonde 2

Un’orgia fra gemelli dimenticati dai padri, dove il maschile e il femminile non esiste più. Ragazzi segnati da Hollywood fin dalla nascita come “figli di”, destinati quindi a essere massacrati. Ma sarà proprio di Cassie il primo figlio che aspetterà Marilyn, al quale dovrà rinunciare preferendo la carriera. “Ho ucciso mio figlio per questo”, dice gelida e cosciente la sera della prima di “Gli uomini preferiscono le bionde”, dove inizia a odiare il suo doppio, Marilyn, e scopre che prende solo 5000 dollari, in quanto “proprietà” della Fox, rispetto ai 100 000 bigliettoni che prende Jane Russell, che è proprietà di Howard Hughes.

 

Blonde 5

Ma le cose non andranno meglio neanche con l’intellettuale newyorkese Arthur Miller, dove diventa la star di Hollywood da esibire agli amici, anche se Norma Jean è pronta a recitare Cekhov e sorprende lo scrittore, che in fondo la tratta come un animale da sezionare. Dei tanti set che poteva trattare, Dominick sceglie quello di “A qualcuno piace caldo” di Billy Wilder, il più sofferto da Marilyn e da Billy Wilder.

 

Dove il suo ruolo, quello di Sugar se non sbaglio, è un continuo uscire e entrare tra Norma Jean e Marilyn, dove tutti sono mascherati da qualcosa che non sono. Incredibilmente è forse il film dove Marilyn è più bella, più luminosa. Un attimo prima di esplodere tra pillole e stress e un amante pesante come il Presidente.

Blonde 4

 

Le due ore e 40 minuti di “Blonde”, girate da Andrew Dominick un po’ in bianco e nero un po’ a colori, riprendendo tutta l’iconografia legata a Marilyn, dalle sue fotografie ai suoi film, musicate con uno score indimenticabile da Nick Cave e Warren Ellis (Oscar subito!), interpretate da una bravissima Ana De Armas nel ruolo della sua vita, capace di sdoppiarsi continuamente tra Norma Jean e Marilyn, di uscire da un personaggio e entrare in un altro, saranno una bomba per lo spettatore medio di Netflix ma anche per i critici che non hanno ancora capito che il regolamento di conti col potere maschile, col patriarcato, coi produttori scopatori, con la memoria stessa di Hollywood è appena iniziato.

ana de armas in blonde 1

 

“Blonde” è solo un antipasto. "Who saw her die? I, said the Night, and a bedroom nlight, We saw her die".

Articoli correlati

A VENEZIA IL POMPINO CHOC DI ''BLONDE'' - MARILYN MONROE VIENE PORTATA LETTERALMENTE DA KENNEDY

warren ellis, andrew dominikjulianne nicholsonana de armas arriva in darsena ana de armas Blondeadrien brody, ana de armas ana de armasadrien brodyana de armas arriva in darsenajulianne nicholson, ana de armasjulianne nicholson, adrien brody, andrew dominik, ana de armas

Blonde 2BlondeAna De Armas nel film Blonde su Marilyn Monroe 3Ana De Armas nel film Blonde sua Marilyn Monroe 5Ana De Armas nel film Blonde su Marilyn Monroe 4Ana De Armas nel film Blonde su Marilyn MonroeAna De Armas nel film Blonde su Marilyn Monroe 2joyce carol oates blonde

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…