LA VENEZIA DEI GIUSTI – CIAK-CIAK E TRAN-TRAN CON "SIVAS", OPERA PRIMA DEL TURCO KAAN MUJDECI E IL FRANCESE "LE DERNIER COUP DE MARTEU" DI ALIX DELAPORTE

Marco Giusti per Dagospia

 

sivas venezia 71sivas venezia 71

Venezia 71. Come vanno le cose quassu'? "Variety" stronca il Leopardi di Martone trattato dai nostri critici come un capolavoro. Mereghetti rifila una palla solitaria a uno dei migliori film visti da queste parti, "Nobi" di Shinya Tsukamoto. Ci risiamo. Natalia Aspesi e' tornata a casa, e Concita e' rimasta a Roma a farsi i selfie mentre stira.

 

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Baratta chiede di prorogare di un anno il contratto dei direttori e ovviamente il suo. Giura che non vuole fare il sindaco, ma se la prende con l'"inelegante" Cacciari che lo ha definito troppo vecchio. E i film in concorso? Mah! Diciamo che "Sivas", opera prima del turco Kaan Mujdeci, storia di un bambino, Aslan, e di un cane da combattimento, Sivas appunto, in un lontano paesino della Turchia orientale, era piuttosto buono, anche se non e' stato accolto benissimo dal pubblico in sala.

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Gli animalisti non lo hanno assolutamente gradito, anche se la scritta "Nessun animale e' stato ferito durante la lavorazione" chiude i titoli di coda del film. Inoltre la ferocia dei combattimenti fa parte integrante di questa piccolissima storia zavattiniana, perche' il piccolo Aslan, bravissimo, si lega proprio al cagnone Sivas quando, dopo uno scontro sanguinoso, lo raccoglie dopo che il padrone lo ha abbandonato credendolo morto.

le  dernier  coup  de  marteu venezia 71le dernier coup de marteu venezia 71

 

Aslan cura e protegge Sivas, lo porta in giro per il villaggio e poi lo portera' a combattere per farne il nuovo campione turco. Carino e commovente, anche se forse meno interessante, il francese "Le dernier coup de marteu", opera seconda della giovane regista Alix Delaporte, accolto con grandi applausi stamane alla proiezione stampa.

 

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Siamo a Montpellier, dove un ragazzino, il bravissimo Romain Paul,  vive con la madre malata di cancro, Clotilde Hesme, in una specie di bidonville sulla spiaggia. Gioca bene a calcio e sogna di essere preso nel Montpellier. Mica male. Va a conoscere il padre che non ha mai incontrato, un celebre direttore d'orchesta, Gregory Gadebois, che sta preparando in citta' la Sesta di Mahler.

 

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Lui e' diffidente, ma il ragazzo insiste e dietro la dura scorza del maestro apparira' un cuore. Mahler e il calcio, con omaggi a Zidane e a Messi, la malattia e la paternita' ritrovata. Un po' strappacore, "un Dardenne senza conflitti e senza tensione" leggo da qualche parte, ma sicuramente un film sentito e probabilmente il migliore dei tre titoli francesi in concorso.

 

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