VERDONE TRISTONE - “GIUSTI A QUESTO PUNTO DI NON RITORNO, MAGARI MORISSIMO DEMOCRISTIANI!” – ‘’MI SONO ROTTO LE PALLE DI LEGGERE DI BELEN E BERLUSCONI”

Malcom Pagani per "il Fatto Quotidiano"

Mi sono rotto le palle soprattutto di una cosa".

Di cosa, Carlo Verdone?
Non ce la faccio più a leggere di due personaggi che da soli occupano l'80% delle notizie italiane.

Grillo e Berlusconi?
(Tutto d'un fiato, nonostante un penoso raffreddore). Nooo. Berlusconi e Belen. Non ne posso più. Il matrimonio di Belen ci ha perseguitato per 20 giorni. Prima se fa, poi nun se fa, poi il prete ha detto de sì, poi du' preti hanno detto de no, aspetto il figlio, poi non aspetto il figlio. Basta. Pietà. Abbiamo queste due B, Berlusconi e Dudù glieli risparmio e poi ne abbiamo una terza. Barcone. Una vergogna senza limiti. Centinaia di poveracci morti in modo atroce con qualche peschereccio che ha anche evitato di soccorrerli. Ma che mondo è questo? Sa che le dico?

Che mi dice?
Che non m'appartiene più niente tranne la nostalgia. A me che sul ricordo ho scritto un libro, come a moltissimi altri. Sorrentino, Luchetti, Ozpetek, Virzì, Veronesi. Raccontiamo il passato per ritrovare una carezza, per farci curare dalla memoria. Ma guardare solo indietro non è normale e secondo me, non è un bel segno. Ormai siamo arrivati a rimpiangere l'inconfessabile. Persino la politica di ieri.

Moriremo democristiani?
Ma magari morissimo democristiani, ci metterei una firma.

Dice sul serio?
Dei democristiani che avevano le loro magagne e hanno fatto casini tremendi, sapevamo a memoria quel che non ci piaceva. Li abbiamo presi in giro e avversati, ma oggi purtroppo giungo a una conclusione tragica. Erano migliori dei loro eredi e pur nell'ipocrisia, avevano il buon gusto di non trasformare le loro avventure private nella soap preferita della nazione. Poi erano preparati e, porca pupazza, avevano una loro dignità.

Qui c'è un Parlamento in cui ci sono alcune persone improvvisate che hanno frequentato un Cepu accelerato di politica. Per la politica ci vogliono i maestri. 50 anni fa c'erano Bobbio, Berlinguer e, anche se distante dalle mie idee, Almirante. Ora chi c'è? Dove sono i maestri? Ma li ha visti ieri a Montecitorio? Squadre impegnate a dire soltanto "Yes" oppure "no" al capo, logge, gruppi di interesse. La disaffezione è un atto igienico. Io non so che futuro abbia questo paese. Non lo so. Non lo so davvero.

Il suo politico televisivo diceva preambolo a conclusione di un rosario di parole incomprensibili. Siamo ancora alla commedia?
Riproducevo il politichese. La compromissione programmatica delle scelte operative è una frase che l'operaio non capiva, ma adesso siamo molto oltre. La fantasia non tiene più il passo della realtà. Ma ci rendiamo conto della figura che abbiamo fatto in Europa?

Ieri Alfano fondava una corrente a cui non aderiva, Santanchè fluttuava da diva disneyana, Scilipoti inneggiava alle bastonate da riservare ai traditori e in un clima da suburra, tra pianti e tifo da stadio, andava in scena un circo.
Sono caratteri, maschere impossibili da riprodurre. In Gallo Cedrone c'era Armando Feroci. Un mitomane. Un arrivista. Un politico senza scrupoli animato dal trasformismo nettamente superato, superato trecento volte, dagli episodi del reality parlamentare dell'ultimo mese. Aveva anticipato i tempi? Forse, ma che consolazione è? Siamo in una palude anche noi che per contratto, siamo costretti a far ridere. Osserviamo con un senso di impotenza. Ci stanno rubando il mestiere. Va in scena una postcommedia della politica con un finale "incaciarato" che pur sforzandosi, a essere bello non riesce. È talmente brutto che ti cascano le braccia. Anche artisticamente.

Un brutto film?
L'ennesimo film mediocre di un paese in svendita. Ricordiamoci di quanto ci è costata Alitalia. Dei proclami inutili e ridicoli: "La nostra grande compagnia di bandiera deve rimanere tutta italiana". Italiana un cazzo. Arriveranno tedeschi, francesi, forse persino polacchi e ungheresi che hanno flotte in rapida crescita. Potremmo parlare anche di Telecom, ma forse è inutile. Siamo fuori. Abbiamo messo tutto all'asta. Cultura e turismo potrebbero aiutarci. Invece se ci casca un pezzo in testa, non abbiamo i soldi per ripararlo e a salvare i capolavori arrivano gli stranieri: "Ve lo aggiustiamo noi, fatevi da parte". Che umiliazione.

Ce lo meritavamo?
La gente è incazzata. Ma la gente, dirlo è onesto, ha le sue responsabilità. Si è fatta fregare perché ha studiato poco e male. Un popolo in letargo di azione e dinamismo ha delegato il futuro agli uomini sbagliati. Si è trasformato in una compatta truppa di telespettatori permanenti. Con lo stesso piglio riservato alla televendita, l'Italia si è messa sul divano:
" Questo mi piace, questo mi conviene, quell'altro non mi fa pagare". Seguendo i pifferai che promettevano di salvare il portafogli senza immaginare che quello che risparmi oggi, lo paghi domani con gli interessi.

Anche Grillo ha una parte in commedia?
Mi sforzo di capirlo. Alcune volte mi sembra onesto, altre non lo comprendo, faccio fatica. Potrebbe collaborare di più, ma non lo giudico. Può darsi che valuti senza torti l'ipotesi di un'alleanza come l'ultimo capitolo dell'eterna commedia all'italiana.

Letta dopo il discorso di Berlusconi lo ha omaggiato con un generoso "grande".
Non l'ho visto, ho letto, ma non ne ho capito il senso. Bisognerebbe chiedergli cosa intendesse. Grande attore? Grande istrione? Grande faccia tosta? Io penso grande faccia tosta.

C'era aria di solidarietà. Monti l'ha accolto con fraterna vicinanza: "un rispettoso saluto al presidente Berlusconi in questo momento di difficoltà personale".
Se ne dicono per mesi di tutti i colori e poi si abbracciano. Gliel'ho detto, capire è difficile. Mi dispiace solo di una cosa.

Quale, Verdone?
Avrei voluto darvi un'intervista spiritosa. Avrei voluto, ma non ce l'ho fatta.

 

carlo verdone nei ruoli del professore nel film grande grosso e verdone carlo verdone foto mezzelani gmt CARLO VERDONE E ROBERTO DAGOSTINO jpegBEPPE GRILLO DAL TRENO GRILLO A ROMALA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI CICCHITTO SANTANCHE Silvio Berlusconi saluta Daniela SantanchèACHILLE OCCHETTO ENRICO BERLINGUER jpegNAPOLITANO ALMIRANTEBelen Rodriguezbelen rodriguez nuda

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