beppe vessicchio barba barbe barbie

“SANREMO DA FESTIVAL DELLA CANZONE È DIVENTATO IL FESTIVAL DEL PRODOTTO. E' LA CONSEGUENZA DELL'OBSOLESCENZA RAPIDISSIMA DEI TESTI: OGGI CONTA FARE UNA COSA CHE FUNZIONI SUBITO” - IL DIRETTORE D’ORCHESTRA PEPPE VESSICCHIO IN UN LIBRO RACCONTA MOZART AI GIOVANI: “OGGI LA MUSICA È DIVENTATA TRIBALE: GLI ELEMENTI CHE SI UTILIZZANO SONO SEMPRE MENO, LE CANZONI SONO MONOTONALI” – GINO PAOLI, ORNELLA VANONI CHE GLI TIRO’ UNA SCARPA E QUELLA VOLTA CHE BAUDO A SANREMO…

 

Filippo Maria Battaglia per la Stampa – www.lastampa.it

 

peppe vessicchio

Amare Mozart grazie a una mandria di vacche. È capitato a Peppe Vessicchio: anni fa, il direttore d'orchestra più amato della liturgia sanremese lesse in uno studio che i bovini del Wisconsin producevano l'8% in più di latte se ascoltavano la musica del genio di Salisburgo.

 

«Mi incuriosii e iniziai a studiare le sue partiture alla ricerca di un codice – racconta –. Scoprendo un equilibrio nello sviluppo dell'intreccio delle melodie: una sequenza logica e al contempo geniale, in grado di interagire anche con le piante».

 

Vessicchio ha iniziato così a usare le sinfonie di Mozart prima per far crescere le vigne e invecchiare il vino. Adesso, per suggellare il suo amore per il compositore austriaco, ha deciso di raccontarne la vita ai lettori più giovani, in un libro, Bravo bravissimo (De Agostini). «A 13 anni – scrive nelle prime pagine – Volfango aveva già visitato mezza Europa ottenendo successi incredibili. Io, alla stessa età, avevo giusto deciso quali passioni avrei coltivato».

beppe vessicchio foto di bacco

 

(…)

Fece in tempo a vederla affermato?

«Grazie a Dio sì. Ero poco più che un bambino, quando, notando che disegnavo bene, papà mi disse: "Potresti fare l'architetto". Fu per lui che mi iscrissi ad Architettura, anche se nel frattempo la musica era diventata una passione».

 

Già al liceo?

«Avevo imparato i rudimenti da mio fratello, poi mi ero chiuso nella mia stanza a esercitarmi. Al liceo, durante le occupazioni, il mio pensiero era sempre uno: suonare. Se ne accorse il professore di latino, diplomato anche al conservatorio: dopo avermi ascoltato, mi ingaggiò per un matrimonio di sabato mattina».

 

Marinò la scuola?

«Sì. A giustificarmi ci pensò lui».

 

Poi si laureò in Architettura?

«No. Di notte andavo a suonare, al mattino uscivo presto per le lezioni. Papà, scorgendo la mia insoddisfazione, un giorno mi domandò a bruciapelo: "Ma se ti laurei, farai mai l'architetto? ". Gli dissi di no. E lui: "Allora perché continui? ". Risposi: "È una promessa che ti ho fatto". "Se vuoi fare una cosa per me, cerca di essere felice».

 

PEPPE VESSICCHIO COVER

La ascoltò: riprese a studiare musica a tempo pieno.

«E iniziai a suonare in un club in cui si esibiva anche Giobbe Covatta. Il proprietario gestiva un gruppo comico, "I Rottambuli": mi chiese se volevo organizzare la parte musicale. Diventammo "I Trettré"».

 

 Quando capì che voleva dedicarsi alla sola musica?

«Nel 1980. Maurizio Costanzo ci chiamò per un suo programma, Grand'Italia, prima dell'esibizione mi voltai: alle nostre spalle c'era l'orchestra del grande Dino Siani, capii che il mio posto sarebbe dovuto essere lì. Finii a stento lo sketch, poi corsi a telefonare alla mia futura moglie: "Questa – dissi – è l'ultima volta"».

 

Cosa fece?

«Il mio pallino era la composizione. Presentai una canzone a Peppino Di Capri: allora una delle grandi star italiane. Gli piacque. Un altro artista, Peppino Gagliardi, la sentì e mi chiese di occuparmi del suo album. Così, a neanche 30 anni, finii a dirigere un'orchestra».

 

 E come andò?

«Ero giovane, mi trovai davanti ai musicisti dell'orchestra Scarlatti: bravissimi, ma guardavano alla musica leggera come a un espediente per arrotondare. Iniziai a fare dei rilievi, ma mi snobbavano. Fu Gagliardi a dirmi: "Mandiamoli via". Il direttore d'orchestra indica una via: se dice che è sbagliata, gli altri dovrebbero rimboccarsi le maniche».

 

Qualche anno dopo, nell'83, conobbe Gino Paoli.

«Stava lavorando a un nuovo progetto e i suoi discografici gli avevano proposto un grande direttore francese, Paul Mauriat. Così gli storici musicisti di Gino, temendo di essere soppiantati, gli suggerirono me come arrangiatore».

isabella gherardi beppe vessicchio marisela federici foto di bacco

 

E Paoli?

«Andammo a trovarlo mentre era a cena da Maria Pia Fanfani, la moglie di Amintore. Reagì stizzito: "Non la conosco". Aggiungendo sardonico: "Non ci siamo mai baciati in bocca" . Ci infilammo in uno stanzino pieno di cappotti, tirai fuori cassette e mangianastri, gli feci sentire tre-quattro cose. Per mettermi alla prova mi chiese quale mi piacesse di più. Ne indicai una. E lui: "Anche a me. Però questo non significa nulla". Andai a trovarlo a Genova».

 

Lo convinse: nell'85 scriveste insieme Ti lascio una canzone.

BEPPE VESSICCHIO - BARBE - MEME

«Gino voleva fare un omaggio a Ornella Vanoni come suggello della loro storia. L'idea mi piacque moltissimo: ancora prima di nascere, quella canzone aveva già una sua vita. Lui scrisse il testo, io la musica. Paoli era un gatto: non sapevi mai se ti avrebbe graffiato o fatto le fusa».

 

Nonostante quella canzone, Vanoni a un certo punto le tirò una scarpa.

«Accadde durante una prova: dopo che avevo fermato per l'ennesima volta un'esecuzione, ebbe uno scatto di stizza. La scarpa volò, ma non era diretta a me. Ridemmo tutti».

 

Sempre in quell'anno arrivò anche il primo grande successo televisivo: con Fantastico di Baudo.

«Pippo era potente, esigente e competente. Se uno degli arrangiamenti non gli piaceva, si tornava a scrivere fino a notte inoltrata».

 

Baudo se lo sarebbe ritrovato spesso a Sanremo.

«Era casa sua: pensi, una mattina lo sorpresi a spostare una fioriera all'ingresso del teatro».

beppe vessicchio 1 foto di bacco

 

All'Ariston lei ha accompagnato quattro volte i vincitori e altre quattro è stato premiato per gli arrangiamenti. Com'è cambiato Sanremo?

«Da festival della canzone è diventato il festival del prodotto. Una conseguenza, questa, dell'obsolescenza rapidissima dei testi: un tempo, un artista sognava di trovare il brano che sarebbe rimasto nel suo repertorio per sempre. Oggi ciò che conta è fare una cosa che funzioni subito».

 

Non sembra solo un problema di Sanremo.

«La musica contemporanea è un diagramma. Se la guardiamo in modo monodimensionale, dovremmo essere felici per la quantità di materiali e per la partecipazione dei più giovani, grazie anche a strumenti tecnologici straordinari».

 

Sento l'ombra di un «ma».

PEPPE VESSICCHIO

«Ciò che viene prodotto oggi è perlopiù modesto. La musica è diventata tribale: gli elementi che si utilizzano sono sempre meno, le canzoni sono monotonali».

 

 

Speranze?

«Sono riposte nella storia stessa della musica: se si guarda al passato, nei periodi meno felici c'è sempre stata una reazione. Accadrà anche stavolta. Prima però bisogna toccare il fondo».

beppe vessicchio e l occhio nero 3

 

Scenderemo ancora un po'?

«Temo di sì. Ma poi risaliremo».

BEPPE VESSICCHIO E FEDEZ - MUSCHIO SELVAGGIO DA SANREMObeppe vessicchiofedez e beppe vessicchio

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO

carlotta vagnoli flavia carlini

COME SIAMO POTUTI PASSARE DA ELSA MORANTE E MATILDE SERAO A CARLOTTA VAGNOLI? È POSSIBILE CHE SI SIA FATTO PASSARE PER INTELLETTUALI DELLE FEMMINISTE INVASATE CHE VERGAVANO LISTE DI PROSCRIZIONE ED EVOCAVANO METODI VIOLENTI E LA GOGNA PUBBLICA DIGITALE PER “FARE GIUSTIZIA” DEI PROPRI NEMICI? LA CHIAMATA IN CORREITÀ DEL SISTEMA EDITORIALE CHE HA UTILIZZATO QUESTE “VEDETTE” LETTERARIE SOCIAL DA MILIONI DI FOLLOWER PER VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ – VAGNOLI PUBBLICA PER EINAUDI, FLAVIA CARLINI HA VERGATO UN ROMANZO INCHIESTA SULL’ITALIA DEL GOLPE INFINITO PER SEM (FELTRINELLI) . MA SULLA BASE DI COSA? BASTA AVERE UN MINIMO SEGUITO SOCIAL PER ESSERE ACCREDITATI COME SCRITTORI O DIVULGATORI?