OGGI, IN CULO NO - NUOVO LIBRO DI BEHA - PARAFRASANDO MARX: “CHE COS’È IL CULO OGGI, CHE VALORE D’USO E/O DI SCAMBIO RAPPRESENTA, QUASI FOSSE UNA MONETA?” - “LA POLITICA NON È PIÙ NIENTE MA È DIVENTATA TUTTO, GRAZIE ALL’OCCUPAZIONE PRIVATA DEL SUOLO PUBBLICO DA PARTE DI OGNI PARTITO” - BATTIATO: “PER QUELLI CHE CREDONO CHE NON TUTTO È PERDUTO, BEHA SUGGERISCE SOLUZIONI INTERESSANTI”…

Prefazione di Franco Battiato al libro di Oliviero Beha "il Culo e lo Stivale"

Questo libro di Oliviero Beha è uno di quelli che lasciano il segno. Con la freddezza di un chirurgo, fa un'analisi caustica e spietata, prendendo di mira i paradigmi della cultura contemporanea: la politica, la televisione (e la Rai), la pubblicità. Un grido d'allarme sulla trasformazione degli italiani.

Pasolini, all'inizio degli anni Settanta, aveva avvertito i primi sintomi e l'aveva definita «mutazione antropologica»... da lì, un impressionante declino. Ho estratto delle frasi relative ai soggetti sopra citati: «La politica non è più niente ma è diventata tutto, grazie all'occupazione privata del suolo pubblico da parte di ogni partito». «... si possono far soldi e carriera senza saper fare assolutamente nulla... polverizzati dignità e merito...»

«... drammatica mutazione antropologica equiparare la pubblicità di un prodotto a quella di una persona, trattata alla stregua di merce, con il suo entusiastico consenso.» Un libro doloroso, ma anche divertente, perché il nostro Oliviero ha una capacità rara di stigmatizzare qualcuno o qualcosa con un aggettivo o un attributo. E per quelli che credono ancora che non tutto è perduto, e non siamo in pochi, Beha suggerisce anche soluzioni interessanti.


Introduzione di Oliviero Beha al libro "il Culo e lo Stivale"

IN UN CUL DE SAC...
La cosa più ragionevole che sento dire negli ultimi mesi è: «Abbiamo paura per il futuro dei nostri figli». Ovviamente si sa perché. La crisi economica, il lavoro volatilizzato, la povertà d'andata e di ritorno ai confini della miseria eccetera: la fine, o quantomeno la sospensione, della speranza e della fiducia. Le classiche «pezze al culo». Dunque è naturale che la paura sia per i nostri figli. Ma poiché è la «nostra» paura, forse bisognerebbe ripartire da noi, da un esame di coscienza che ci manca.

Abbiamo paura per il mondo che lasciamo loro, per il mondo com'è e come abbiamo contribuito a modificarlo o a svilupparlo, giacché il termine «progresso» è diventato una foto bruciacchiata negli angoli dalle fiamme della preoccupazione. Abbiamo paura perché ci consideriamo ormai immobili di fronte a un muro, incistati in un tempo fermo, che già diacronicamente non ci prevede più: abbiamo già dato, e siamo colpevoli, o responsabili o irresponsabili, e piangiamo solo sul latte versato di fronte allo sguardo perso dei figli.

Ci vediamo e li vediamo in un cul de sac, da cui noi non faremo in tempo a uscire e che trasferiamo nei patemi per la generazione successiva, figli letterali o metaforici che siano. Cul de sac, culo di sacco, vicolo cieco: un'espressione francese con alle spalle un famoso film di Roman Polanski, adesso ormai desueta per qualunque conversazione aggiornata. Oggi chi la usa più, chi ne conosce il significato originario, chi ne sa un po' di storia?

Oggi del cul de sac è rimasto il culo e basta. Si dice «culo», vocabolo sdoganato a ogni livello e in ogni situazione pubblica e privata, in Parlamento come ai mercati generali, e si intende quasi tutto, il nostro habitat sia naturale che culturale. Compreso quel «vicolo cieco» di cui sopra, che abbiamo normalizzato nelle abitudini e nella visione del mondo. Come abbiamo fatto a finire abbastanza rapidamente nel culo di un presente e di un futuro tanto nebulosi e atterrenti, lotofagi privi di memoria nel culo dell'oblio? Che cos'è il culo oggi, che valore d'uso e/o di scambio rappresenta, quasi fosse una moneta?

Dico sia nell'aggiornamento delle teorie marxiane che nel modo di vivere, nello stile di vita che ha innalzato il culo a denominatore comune di tutto o quasi. La lingua - finché non diventi muta - continua infatti a rimanere il nostro territorio nazionale, e dire culo è insieme immediato, liberatorio e conclusivo: come se il cul de sac fosse il nostro orizzonte di riferimento. E invece è impossibile che continui a essere visto come tale, persino il biologismo giovanile ne ha o ne avrà presto piene le scatole.

Allora è necessario andare oltre il culo, renderlo meno «cieco» avanzando lungo quel vicolo, ritrovare un minimo di coraggio e di fiducia per i figli che urlano «culo» alla ricerca di decibel sociali in una comunicazione sempre più esteriore. Oppure banalmente lo declinano a ogni pie' sospinto, in ogni situazione, cercando autolesionisticamente in esso quasi una forma di identità e di sicurezza, per regressive che siano. Tanto c'è il culo... Per i figli sì, dicevo, certamente, ma anche per noi, statuine da «strano interludio», per le quali dire «culo» era trasgressivo o semplicemente maleducato.

E ciò accadeva nell'Italia del secondo dopoguerra, quella della Ricostruzione, in un tempo solo apparentemente remoto eppure più vicino di quel che tendiamo a percepire: la nostra vita, la loro vita, e il culo che le timbra così diversamente. Un buon argomento, non vi pare?

 

OLIVIERO BEHA Franco BattiatoROMAN POLANSKI Roman Polanski

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…