big cina hollywood

UNO SQUALO DI NOME WANDA - WANG JIANLIN, L’UOMO PIU’ RICCO DELLA CINA, CON IL SUO “DALIAN WANDA GROUP”, COLOSSO DEL CINEMA, SI LANCIA ALLA CONQUISTA DI HOLLYWOOD: COLLABORAZIONE CON LA COLUMBIA PICTURES E TRATTATIVA PER RILEVARE LA “DICK CLARK PRODUCTIONS”

Guido Santevecchi per “CorrierEconomia - Corriere della Sera

 

WANG JIANLINWANG JIANLIN

Ombre cinesi si stanno allungando su Hollywood. La regia è di Wang Jianlin, ex ufficiale dell' Esercito popolare di liberazione divenuto l' uomo più ricco della Cina con il suo Dalian Wanda Group. Gli ultimi due colpi sono stati annunciati nel giro di una settimana a settembre: prima ha stretto un accordo di collaborazione con la divisione cinema della Sony, proprietaria della Columbia Pictures; subito dopo è entrato in «trattative esclusive» per rilevare con un miliardo di dollari Dick Clark Productions, l' azienda televisiva che produce tra l' altro i Golden Globe Awards, gli American Music Awards e Miss America, uno studio tv che fa parte del sistema di autopromozione hollywoodiano.

 

wang jianlin atletico madridwang jianlin atletico madrid

Quella con Sony è una «partnership strategica», hanno detto i due gruppi.

Un' alleanza che porta i cinesi dentro uno dei «Big Six» studios di Hollywood, la mitica Columbia appunto. Per la Sony lo scopo è chiaramente commerciale: trovare finanziamenti per le sue produzioni e avere una presenza privilegiata nelle sale cinematografiche, visto che Wang Jianlin è il primo proprietario mondiale di cinematografi, dalla Cina agli Stati Uniti.

 

wanda wang jianlinwanda wang jianlin

E Wanda ha idee precise, da alfiere del soft power cinese. Il comunicato dell' azienda di Pechino non nasconde l' obiettivo di «accrescere la presenza a Hollywood e rafforzare l' influenza culturale nell' industria cinematografica globale». Con l' intesa, Wanda finanzierà grandi produzioni della Sony e in cambio «si sforzerà di insistere sull' elemento cinese nei film in cui investirà». Finora, i cinesi avevano speso per quote di minoranza in singoli film, ma ora Wang Jianlin si propone di intervenire in maniera sistematica, sostenendo i budget della Sony.

 

I patti

Naturalmente, investendo denaro (le due parti non hanno voluto rivelare quanto), il presidente di Wanda potrebbe avere anche una parola sui soggetti dei film, sensibilizzando gli sceneggiatori sugli «elementi cinesi»: tradotto un po' brutalmente significa che la Columbia Pictures di Hollywood potrebbe dover pensare storie che piacciano al pubblico cinese e magari anche al partito comunista cinese che controlla la censura.

Wang Jianlin Quingdao Oriental Movie Metropolis Wang Jianlin Quingdao Oriental Movie Metropolis

 

In cambio, c' è da immaginare che le pellicole hollywoodiane di Sony potranno superare gli ostacoli protezionisti del mercato cinese: secondo la legge i film stranieri ammessi all' enorme mercato di Pechino ogni anno non possono superare il numero di 34.

L' arrivo dei cinesi ha messo in allarme il mondo politico americano. Al Congresso di Washington è subito arrivata una lettera-interpellanza di 16 deputati che sollecitano uno scrutinio più attento degli investimenti cinesi nell' industria dell' intrattenimento e media «che sollevano crescenti preoccupazioni sugli scopi di propaganda».

 

Ma Wang Jianlin è ormai un attore nell' industria cinematografica Usa. Ha fatto fortuna costruendo un impero immobiliare in Cina, poi quando il mercato del mattone cinese ha cominciato a saturarsi, ha diversificato lanciandosi nell' intrattenimento («quella immobiliare in Cina è la più grande bolla nella storia», ha detto alla Cnn).

LEGENDARY STUDIOSLEGENDARY STUDIOS

 

All' ex militare evidentemente interessa molto il cinema e colleziona sale in giro per il mondo: Dalian Wanda Group possiede quasi tremila schermi in Cina e si sta avviando a controllare la maggioranza delle sale negli Stati Uniti, dove nel 2013 ha rilevato per 2,6 miliardi di dollari la seconda catena americana, Amc Entertainment (5.028 schermi e 20 mila dipendenti) e sta concludendo l' acquisto di Carmike Cinemas (2.264 schermi); in portafoglio anche l' europea Odeon Uci Cinemas. Sale e case di produzione: all' inizio del 2016 Wanda ha rilevato per 3,5 miliardi di dollari gli studios Legendary, noti per polpettoni come «Jurassic World» e la serie di «Godzilla».

 

LEGENDARY STUDIOS 2LEGENDARY STUDIOS 2

Poi ha cercato di rilevare la Paramount Pictures, un' altra delle Big Six, che però è stata ritirata dal mercato. Il caso Legendary non si può lamentare di essere passata nella scuderia Wanda: il suo Warcraft , che in America in estate ha deluso ed è scomparso subito, in Cina ha incassato 220 milioni di dollari. Il segreto? Wanda lo ha imposto nell' 80% delle sue sale.

 

DICK CLARK PRODUCTIONDICK CLARK PRODUCTION

Il caso Warcraft mette in primo piano la crescente dipendenza di Hollywood dai botteghini cinesi. Da tempo gli studios indipendenti valutano attentamente le aspettative e i gusti del pubblico cinese e sforbiciano scene e situazioni politiche che non piacerebbero ai censori di Pechino, o lavorano in post-produzioni dei loro film. È successo con Skyfall che per passare la censura ha rinunciato alla scena nel grattacielo di Shanghai in cui un «cattivo» cinese veniva ucciso sotto gli occhi di James Bond; e poi via la parte in cui Javier Bardem ricordava di essere stato tradito a Hong Kong e torturato da agenti comunisti.

 

WANDA GROUPWANDA GROUP

Quentin Tarantino per far uscire Django in Cina ha dovuto rendere meno rosso il colore del sangue e accorciare gli schizzi di materia organica dopo le revolverate. In World War Z si immaginava che Brad Pitt dovesse far fronte a un' apocalisse di zombie originata da una sorta di ground zero in Cina: guardando al botteghino nella Repubblica popolare, il riferimento è stato spostato geograficamente in Russia e lo scienziato scopritore del virus è un eroico cinese.

 

WANDA GROUPWANDA GROUP

A Wang Jianlin il cinema piace anche farlo e sta costruendo una sua Hollywood in Cina. Nel 2013 a Qingdao, bella città di mare nello Shandong, sono cominciati con una grande festa i lavori per la Oriental Movie Metropolis, una Hollywood cinese da 8 miliardi di dollari; obiettivo produrre 30 film l' anno per il mercato internazionale e 100 per quello locale. All' evento sono venuti tra gli altri Nicole Kidman, John Travolta, Leo DiCaprio: non è stata solo la comparsata di una notte, gli agenti di questi divi hanno già firmato contratti per spedirli a girare in Cina.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)