SALVATE IL SOLDATO CHECCO! - MARCO GIUSTI: “SE OGGI FIORELLO È IL POLITICAMENTE CORRETTO E ZALONE È IL POLITICAMENTE SCORRETTO, PERCHÉ, INVECE DI PUNTARE SU UNO SHOW DIRETTAMENTE VERSUS FIORELLO, CIOÈ ANCOR PIÙ POLITICAMENTE SCORRETTO, SI PRESENTA CON UNO SHOW TRADIZIONALE - ZALONE NON SI È RESO CONTO CHE L’ITALIA, RISPETTO AL TOUR DI QUEST’ESTATE E AI TEMPI DEL GRANDE SUCCESSO DEI LORO DUE FILM, CON LA FINE DI BERLUSCONI E L’ARRIVO DI MONTI, È PROFONDAMENTE CAMBIATA. FIORELLO LO HA CAPITO. CHECCO NO”…

Marco Giusti per Dagospia

Salvate il soldato Checco! Un misero 22 per cento per il suo "Resto Umile Show". Più o meno come la fiction "Cenerentola" con Vanessa Hessler su Rai1. Insomma... A Canale 5 (e non solo) si aspettavano se non il 43 come per Fiorello, almeno un 30 per cento.

Per il suo primo show su Canale 5, liberamente tratto dal suo tour di grande successo, appunto "Resto Umile Tour", Checco Zalone e il suo spin doctor, Gennaro Nunziante, avrebbero potuto osare qualsiasi cosa, qualsiasi battuta. E questo ci aspettavamo, al di là degli ascolti. Certo, le battute più cattive del tour contro Berlusconi (chiamato Trombolo al telefono...), contro Renzo Bossi detto il Trota, contro gli italiani che non pagano le tasse (sono timidi...) ci sono tutte.

E ci sono anche quelle nuove e terribili su Fabio Fazio ("quello che vende i libri su Rai3"), sul rapporto Berlusconi-Rai ("non è più sua..."). E tutto questo ascoltato su Canale 5, come su qualunque altro canale generalista, è comunque clamoroso. C'è lo sketch più o meno integrale su Roberto Saviano ripreso da quello del tour (magistrale), c'è un gran numero con Kekko dei Modà (chiuso e perfetto).

Ma ci sono anche sketch che oggi, non funzionano più come due mesi fa, come quello sul povero Cassano, utile solo per la telefonata con cui Checco-Cassano scarica un mignottone a Silvio ("24 anni... vabbè gallina vecchia fa buon brodo!"). C'è un più che discutibile sketch di Nichi Vendola coi bambini che sembra ideato da Sallusti. Ma, soprattutto, non ci sono più le parolacce scatenate, la forza ingenua e popolare del Checco del tour.

Perfino il geniale sketch di zio Michele, finito a dare ricette di cucina in tv ("i maccheroni all'Avetrana"), grande idea politicamente scorretta di Checco e Gennaro, viene normalizzato dalla presenza di Claudio Bisio e schiacciato dalla chiusa teorica-ideologica con la canzone di Giorgio Gaber (con effetto sfiga immediato...).

Inoltre scompare quasi del tutto la figurina della fidanzata del tour, la bravissima Claudia Potenza, che permetteva a Checco di giocare come in un film o come in una sitcom il suo ruolo di maschio single tamarro, e compare una specie di valletta nera, la pur gradevole Youma, quasi a segnalare che siamo in uno show di prima serata però un po' diverso.

Come se non bastasse Checco non sa muoversi con gli ospiti in promozione (il cd di Laura Pausini...) con la grazia di Fiorello, è un comico di generazione post-Bombolo e non un intrattenitore d'esperienza che si modella su Walter Chiari e Lelio Luttazzi. Ma dove siamo? Aiuto! Ridateci il Checco di prima.

Perché il comico di punta numero uno del nostro cinema, il più amato dai bambini cattivi, si deve normalizzare in uno show da prima serata senza essere uno showman. Ovvio che il confronto con Fiorello allora sia naturale e lì Checco non ha chance, 'gna fa, Fiorello è l'unico vero showman che abbiamo, piace a tutti, è pure molto più bello di lui (sì, è vero, ammettiamolo, come disse anche Nanni di Troisi, "lui è più comico, ma io sono più bello").

Ma se oggi Fiorello è il politicamente corretto e Checco è il politicamente scorretto (copyright Freccero), perché, invece di puntare su uno show direttamente versus Fiorello, cioè ancor più politicamente scorretto, si presenta con uno show ibrido, dove oltre a presentare uno studio e una messa in scena alla "piùgrandespettacolodopoilweekend", cioè tradizionale, finisce per normalizzare (zio Michele su tutti) quello che verrebbe esaltato solo se fosse il più lontano possibile dalla normalità della tv generalista?

Allora è ovvio che, di fronte a un Checco senza parolacce e un po' privato di quel candore da tamarro pugliese che osa parlare di Saviano e Vendola esattamente come parla di Kekko dei Modà o di Tiziano Ferro, che osa volutamente farci ridere di gay e di miti della sinistra per affrontare di petto temi seri sdrammatizzandone i toni retorici, i bambini cattivi di ogni età preferiscano fare i compiti e i veri tamarri siano già fuggiti con qualche zozza (è venerdì sera...).

Parte del suo vero pubblico, insomma, è in gran parte fuggito, mentre i vecchi sono rimasti sintonizzati su Carlo Conti e Maurizio Crozza non ha perso uno spettatore. E' come se Checco e Gennaro, che in tanti stimiamo profondamente, non si fossero resi conti che l'Italia, rispetto a quest'estate e ai tempi del grande successo dei loro due film, con la fine di Berlusconi e l'arrivo di Monti, è profondamente cambiata. Fiorello lo ha capito. Checco e Gennaro no.

 

MARCO GIUSTI Checco ZaloneScene da Che bella giornataZalone Vanzina Valsecchi FIORELLO PRESENTA IL NUOVO SHOW

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