lidia ravera giorgia meloni

“GIORGIA MELONI? MI LASCIA FREDDA. LEI, VON DER LEYEN, MERKEL: NON CI SONO FEMMINISTE SUL TRONO” – LIDIA RAVERA INFILZA LE DONNE DI POTERE: “NESSUNA CHE SIA ARRIVATA IN ALTO IN POLITICA SULL'ONDA DELLE BATTAGLIE DELLE DONNE. LE "UOME" ENTRANO NEL CLUB MASCHILE IMPARANDO LA LINGUA DEGLI UOMINI, CHE NON È MICA DIFFICILE” – L’ESPERIENZA COME ASSESSORE ALLA CULTURA DELLA REGIONE LAZIO? “ANNI INFERNALI. MI CHIAMAVANO "IL CAPRICCIO DI ZINGARETTI". AVEVO UNA VISIONE POLITICA MA IL PARLAMENTINO REGIONALE È UNA BRUTTA COPIA DI QUELLO NAZIONALE, IO FACCIO IL CULO A TE, TU LO FAI A ME, PER…” – IL LIBRO

Claudia Arletti per Il Venerdì - Estratti

 

lidia ravera

Mezzo secolo dopo Porci con le ali, Lidia Ravera vive con spirito indomito la non più verde età (il suo Age Pride del 2023 è una requisitoria contro l'ageismo); e ora con il libro autobiografico, Volevo essere un uomo, dà voce alla sé bambina, cresciuta nello sgomento di essere percepita come creatura di serie B.

 

Perché voleva essere un uomo?

«Da piccola, per fare contenta mia madre. Da adolescente, per potere prendere l'iniziativa, invece di aspettare tutta impennacchiata di essere scelta. Da adulta, per non dovere nascondere talento e ambizioni».

 

E oggi?

«Oggi vorrei essere un vecchio. Affascinante e colto, corteggerei le donne con maestria, sarei uno scrittore settantenne circondato da trentenni aspiranti al ruolo di figlie. Fosse l'inverso, lui sarebbe un toy boy. O "un gay che si nasconde", come si disse di Macron. Comunque, non ho la fila di giovanotti alla porta».

 

Le rincresce?

lidia ravera - volevo essere un uomo - copertina

«Gli uomini hanno già abbastanza privilegi. Davanti anche a quello della giovinezza, scapperei».

 

 

(...)

 

Lo dice per esperienza personale?

«Nel '79, alla nascita di mio figlio, provai un attimo di vergognoso trionfo: maschio! Mi giustifico dicendo che la vita degli uomini è più facile di quella delle femmine. Però ho educato, questo sì, un perfetto femminista che divide il lavoro di cura con la moglie, si occupa di sua figlia, è cresciuto con l'esempio di un padre che ha stimato e sostenuto la compagna. L'ipotesi di una possibile inferiorità femminile sicuramente non lo ha mai sfiorato».

 

Altre confessioni?

«Della mia prima occupazione al liceo ho un ricordo preciso: lo shampoo secco Testanera. Senza essere sciocca né fragile, sono cascata sotto il ricatto della bellezza. Ho buttato anni dalla finestra per fare cerette, preparare valigie accorte e andare dal parrucchiere, inseguendo un personaggio che non era il mio. Gli uomini hanno frenato il cambiamento inchiodandoci al must della giovinezza, per invidia del corpo femminile, che contiene il dispositivo per produrre gli umani».

 

 

Nel ‘68 e oltre era sulle barricate.

arbasino match suni agnelli lidia ravera

«Però mi mancava l'audacia, non mi sentivo mai dentro alle cose come gli altri. Noi ragazze battevamo le mani, si sorrideva, qualche battuta... Io avrei saputo benissimo che cosa dire e che cosa fare. Ma erano i ragazzi a detenere il monopolio della parola pubblica».

 

Non poteva prendersela, la parola?

«Non era contemplato».

 

È così che si diventa femministe?

«Non per moda, certo. Lo si diventa quando percepisci la discriminazione. E oggi non veniamo lapidate, ma non siamo neanche l'altro sguardo che racconta la storia: restiamo sempre sotto, e un passo indietro».

 

Eppure, c'è una donna presidente del Consiglio, che effetto fa?

«Mi lascia fredda. Meloni, Von der Leyen, Merkel... Nessuna che sia arrivata in alto in politica sull'onda delle battaglie delle donne. Le "uome" entrano nel club maschile imparando la lingua degli uomini, che non è mica difficile. Ma non ci sono femministe sul trono».

 

Non era un piccolo trono l'assessorato alla Cultura della Regione Lazio?

lidia ravera 6

«Anni infernali. Mi chiamavano "il capriccio di Zingaretti". Avevo una visione politica e, tenendo il profilo basso, alcune cose le ho fatte, per fertilizzare il territorio del Lazio: finanziando gruppi di danza, lettura, di paese, invece di dare tanto a pochi come si è sempre fatto. Ma il parlamentino regionale è una brutta copia di quello nazionale, io faccio il culo a te, tu lo fai a me, per conservare la poltrona in vista della legislatura seguente. Si irridono gli altri senza costruire niente. Succede da quando la politica è diventata professione, e non più passione».

 

Oggi una ragazzina che voglia i pantaloni rischia la diagnosi di disforia di genere e i bloccanti della pubertà.

«Però guardo con interesse al transfemminismo perché registra un disagio forte, l'incapacità di stare in pace col proprio corpo; e a quello che chiamano il femminismo delle desinenze».

 

Si è mai sentita dare della "nazifemminista"?

GIORGIA MELONI - URSULA VON DER LEYEN

«Un obbrobrio riservato alle femministe più radicali. Sì, qualche volta l'hanno detto anche a me. Ma un po' di intransigenza deve esserci. Temo il femminismo alla moda in cui l'eguaglianza finisce con l'essere discriminatoria».

 

E gli uomini come li vede?

«La mia generazione ha messo in discussione il copione della virilità.

Quella successiva ha vissuto la reazione, il contraccolpo, più o meno consapevole: i maschi violenti che ti filmano o e poi mettono il tuo corpo in rete, i femminicidi, la crescita dell'aggressività. Nella mia prima adolescenza ricordo i fischi per strada, tutti gli incidenti subìti in silenzio, sull'autobus , in ascensore… Un'immensa vergogna che non ti consentiva di aprire bocca. Oggi almeno le ragazzine si ribellano».

lidia ravera 3

 

Anche gli uomini sono schiacciati dagli stereotipi. Ne usciremo mai?

«Consiglio sempre ai maschi di fare gruppi di autocoscienza».

Un po' fuori moda.

«Invece farebbe bene a tutti coloro che si occupano della cosa pubblica.

Imparerebbero a passare dal particolare all'universale».

 

Ha un consiglio per le giovani madri di figlie femmine?

«Non siate rigide. Alla mia nipotina piacciono le gonne di tulle rosa e abbiamo molte Barbie, anche se ce le lanciamo e certe volte le prendiamo a calci, non è che giochiamo alla seduzione... Ma alle amiche giovani con figlie piccole dico sempre: se vedi la tua bambina che culla un camioncino, regalale una bambola».

lidia ravera 2lidia ravera foto di baccolidia ravera carlo fuortes foto di baccolidia raveralidia raveralidia ravera (2)lidia ravera photo andrea arrigalidia raveralidia ravera 0

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA