delitto di garlasco chiara poggi alberto stasi andrea sempio

NEL CASO GARLASCO È PARTITA LA CACCIA A “IGNOTO 3” – GLI INQUIRENTI PROVANO A DARE UN VOLTO AL PROFILO BIOLOGICO “Y947” DI UN UOMO SCONOSCIUTO, EMERSO DALLE ANALISI DEL TAMPONE ORALE FATTO NELLA BOCCA DI CHIARA POGGI – DOVRANNO RICOSTRUIRE IL GIRO DI RELAZIONI DELL’INDAGATO ANDREA SEMPIO IN QUELL’ESTATE DEL 2007 E PROCEDERE A PRELIEVI MIRATI DI DNA. I RIS POTREBBERO COMINCIARE DAI PARENTI DEL SUICIDA MICHELE BERTANI. MA ANCHE DAGLI AMICI STRETTI: IL FRATELLO DELLA VITTIMA, MARCO POGGI, E ALESSANDRO BIASIBETTI (OGGI FRATE) – QUANTE PERSONE C’ERANO NELLA VILLETTA QUANDO È STATA UCCISA CHIARA? – PERCHÉ IL PROFILO BIOLOGICO È EMERSO SOLO OGGI? 18 ANNI FA I RIS ANDARANO ALLA RICERCA SOLAMENTE DI LIQUIDO SEMINALE…

GARLASCO, AL SETACCIO I DNA DEGLI AMICI DI SEMPIO

Estratto dell’articolo di Massimo Guarino e Massimo Pisa per “la Repubblica”

 

chiara poggi 1

La porta spalancata dalla scoperta del profilo biologico Y947, il tracciato numero 1300-2-335283-114472 che porterebbe all'individuazione di un "Ignoto 3", si apre su uno scenario finora sconosciuto agli stessi investigatori.

 

Perché, se è vero che lo stesso capo di imputazione accusa Andrea Sempio di aver ucciso Chiara Poggi "con il concorso di altri soggetti o di Alberto Stasi", mai prima d'ora la presenza di un eventuale complice si era affacciata con la forza dell'evidenza scientifica. L'esame è stato ripetuto ieri pomeriggio nei laboratori della Scientifica, in Questura: gli esiti sono attesi a ore e pochissimi sono i dubbi sulla conferma.

 

ANDREA SEMPIO A POMERIGGIO CINQUE

Dunque, al di là dei rumori di fondo sulle gemelle Stefania e Paola Cappa, sul Santuario della Bozzola e sugli amici dell'indagato (a cominciare dal suicida Michele Bertani, scomparso nel 2016 e menzionato da Sempio durante la prima inchiesta a suo carico), la lente della Procura di Pavia e dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano si era finora posata esclusivamente sul 37enne commesso di telefonia.

 

[...]

 

michele bertani

E poi l'indagine tradizionale: l'analisi dei suoi movimenti del 13 agosto 2007, le verifiche su quelli dei genitori, gli orari, le telefonate, l'alibi, i contatti e il possibile movente dell'amico di Marco Poggi, che frequentava la villetta alla periferia di Garlasco per giocare ai videogame con il fratello della vittima e il resto della compagnia di allora: Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti. I loro profili biologici sono tra quelli già confrontati con "Ignoto 3", e scartati.

 

Ora, l'indagine che sta tentando di riscrivere la storia del delitto di Garlasco, e che è partita dal punto fermo del dna sulle unghie della vittima (sarà l'ultimo degli esami in ordine cronologico nell'incidente probatorio affidato ai periti Denise Albani e Domenico Marchigiani, e quello davvero decisivo) si trova di fronte all'esigenza di riscrivere se stessa.

 

E rivedere la convinzione, finora maturata, che Andrea Sempio potesse aver varcato la porta di via Pascoli 8 anche quel lunedì mattina di diciott'anni fa, uccidendo in solitaria. Senza la complicità di un "Ignoto 2" — il labile profilo presente su un'altra unghia della vittima — cui sarà difficile attribuire un'identità in laboratorio vista la bassa presenza di marcatori sui tracciati compilati nel 2014. Senza la presenza di un "Ignoto 3" che andrà identificato.

 

SOPRALLUOGO DEI CARABINIERI DEL RIS ALLA VILLETTA DI GARLASCO DEI POGGI

Cominciare dallo stesso Bertani, e dai suoi parenti in vita. Riascoltare gli amici stretti: Marco Poggi e Alessandro Biasibetti (oggi frate) e ancora Freddi e Capra. Cercarli tra le conoscenze remote dell'indagato, all'epoca fresco di maturità (voto: 64) all'istituto tecnico Calvi di Sannazzaro de' Burgondi.

 

Ex compagni di scuola, frequentatori di bar e locali a Garlasco, iscritti a corsi professionali o di krav maga. Un paziente e lungo lavoro di ricostruzione che — come filtra da ambienti investigativi — non pare abbia il supporto del materiale sequestrato a Sempio e ai genitori: nessuno, finora, tra i taccuini, i diari, gli scritti e i supporti informatici prelevati lo scorso 14 maggio presenterebbe riferimenti alla vita del commesso prima del 2017. Sparito tutto. Un fronte d'indagine che si annuncia caldissimo. [...]

 

I TAMPONI DATI AL RIS NEL 2007 SI CERCÒ SOLO LIQUIDO SEMINALE

Estratto dell’articolo di C.R.G. M.PI. per “la Repubblica”

 

chiara poggi

È il 5 novembre 2007 quando Marco Ballardini, il medico incaricato di stilare la "relazione di consulenza tecnica sulle cause della morte di Chiara Poggi" firma il documento. A pagina 22, delle quaranta totali, c'è un passaggio fondamentale: "Abbiamo eseguito tamponi orofaringeo, vaginale e rettale al fine di consentire l'effettuazione di accertamenti di carattere genetico forense".

 

È la stessa relazione a chiarire dove sono finiti i reperti: "Gli stessi, in data 17.08.2007, sono stati consegnati a personale del nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri della compagnia di Vigevano", allora comandati dal capitano Gennaro Cassese.

 

MARCO POGGI - ANDREA SEMPIO - ANGELA TACCIA

Eppure non tutto viene analizzato da investigatori e inquirenti dell'epoca. Di certo non si fanno approfondimenti sul tampone orofaringeo eseguito sul corpo della vittima. Lo stesso su cui oggi — più di seimilacinquecento giorni dopo — gli accertamenti hanno permesso di isolare due diverse tracce di dna maschile.

 

Il perché di quella leggerezza lo ha spiegato, dalla sua cattedra a Quarto Grado, l'ex generale Luciano Garofano, all'epoca comandante del Ris di Parma e oggi consulente della difesa di Andrea Sempio, indagato nella nuova indagine dei carabinieri di Milano e della Procura di Pavia: «Il Ris lo analizzò però fece una valutazione logica. "Cosa cerchiamo? Cerchiamo un uomo, quindi cerchiamo del liquido seminale", che però dette risultato negativo. Sulla base di questo si decise di non fare un'ulteriore analisi del dna», la sua difesa.

 

[...]

 

Luciano Garofano ex ris di parma

Ma quelle tracce biologiche sul tampone non sono gli unici possibili indizi in qualche modo sfuggiti alle indagini che hanno poi portato alla condanna a sedici anni di Alberto Stasi, l'ex fidanzato della vittima.

 

Tra i reperti diciotto anni fa scartati e oggi tornati al centro dell'indagine c'è anche l'impronta 13, rimasta impressa su uno dei fogli di acetato analizzati nell'incidente probatorio: sopra i periti hanno trovato altre tracce genetiche — sei i marcatori presenti — al momento ancora da attribuire.

 

rifiuti e oggetti trovati a casa di chiara poggi dopo l'omicidio

Così come ancora da identificare è il profilo di "Ignoto 2", che è stato isolato sulle unghie di Chiara Poggi insieme a quello — secondo la procura — del nuovo indagato. Nella vecchia inchiesta anche quel dna fu considerato non utilizzabile. Stesso destino dell'impronta 33, quella che durante i rilievi nella villetta di Garlasco fu trovata sul muro delle scale su cui fu buttato il corpo di Chiara e grattata con un bisturi. Nel 2007 fu scartata: secondo investigatori e inquirenti di oggi la mano che lasciò quell'impronta era quella di Andrea Sempio.

marco poggiLe gemelle Paola e Stefania Cappa il 13 agosto 2009 alla messa per il secondo anniversario della morte di Chiara Poggi

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