putin trump zelensky lavrov

PER PUTIN LA PACE NON È UNA POSSIBILITÀ: CONTINUA A BOMBARDARE PER OSTACOLARE QUALSIASI CHANCE DI NEGOZIATO - TRUMP RINUNCIA AL RUOLO DI MEDIATORE E "MAD VLAD" MANDA AVANTI IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SERGEI LAVROV, A FARE IL LAVORO SPORCO - MOSCA PRETENDE DI ESSERE COINVOLTA NELLA GESTIONE DELLA SICUREZZA DELL'UCRAINA (COME METTERE DRACULA A CAPO DELL'AVIS), STOPPA L'IPOTESI DI MILITARI EUROPEI SUL TERRENO E FRENA SU UN BILATERALE ZELENSKY-PUTIN...

MOSCA ALZA ANCORA LA POSTA PER ALLONTANARE IL VERTICE MISSILI AL CONFINE EUROPEO

Estratto dell'articolo di Tonia Mastrobuoni per "la Repubblica"

 

il cerchio magico di vladimir putin

“Producevano cose di tutti i giorni, tipo macchine per il caffè”, ha puntualizzato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il bombardamento della fabbrica Flex avvenuto nella notte di mercoledì è diventato un caso. E non tanto perché la fabbrica è di proprietà americana ed è stata colpita da "vari" missili da crociera russi, come ha puntualizzato il capo dello Stato.

 

Ma perché l'attacco è avvenuto a Mukachevo, in Transcarpazia, la regione nell'estremo sudovest dell'Ucraina che finora era stata risparmiata dai bombardamenti. Un altro sintomo che in questi giorni post-vertice alla Casa Bianca gli attacchi di Mosca si stanno spostando dal fronte per concentrarsi sulle città del centro e dell'ovest.

 

lavrov putin

Nelle stesse ore dell'attacco alla Flex, cinquanta droni sono stati abbattuti solo nella regione di Kiev. E la grande maggioranza dei 574 droni e 40 missili caduti tra martedì e mercoledì sono precipitati lontano dalla linea orientale delle trincee.

 

Eppure, nel consueto rovesciamento della realtà in cui è maestra, Mosca ha accusato ieri Kiev e l'Europa di sabotare i risultati del vertice di Alaska tra Donald Trump e Vladimir Putin. Il ministro degli Esteri russi Sergej Lavrov si è lanciato in una lunga intemerata contro Zelensky e i Volenterosi che sembra avere come unico scopo quello di affogare le trattative avviate proprio ad Anchorage su forte spinta degli americani per mettere fine al conflitto in Ucraina.

TRUMP E LA FELLATIO A PUTIN

 

Putin non ha alcuna intenzione di sedersi al tavolo con Zelensky e ieri lo ha dimostrato chiaramente attraverso il suo capo della diplomazia. Che ha elencato una lunga lista di condizioni per il proseguio delle trattative.

 

Una delle questioni principali riguarda le garanzie per la sicurezza chieste da Zelensky per essere certo che, in caso di pace, Mosca non torni ad attaccarla in futuro. Ebbene, Lavrov ha puntualizzato che il Cremlino sostiene ancora l'opzione per le garanzie di sicurezza all'Ucraina discusse nei negoziati di Istanbul nel 2022.

 

Nell'estate di quell'anno le trattative si arenarono per la richiesta di Putin che tra i garanti della pace in Ucraina vi fossero i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Cioè, la Russia stessa. In altre parole, Mosca avrebbe dovuto garantire la pace in Ucraina nel caso di un attacco di Mosca. Gli ucraini, comprensibilmente, abbandonarono il tavolo.  […]

 

SERGEI LAVROV VLADIMIR PUTIN

La vecchia volpe della diplomazia russa, dopo le provocazioni dei giorni scorsi come l'invito a organizzare il bilaterale o trilaterale con Zelensky e Trump a Mosca, ha anche dichiarato che Putin si sarebbe «ripetutamente» mostrato pronto ad incontrare il presidente ucraino, ma solo dopo che saranno «risolti tutti i problemi che richiedono discussioni ad alti livelli». Un processo che potrebbe durare anche anni.

 

Un'altra pretesa di Lavrov riguarda i possibili accordi «firmati» nell'incontro tra i due leader. Secondo Mosca ci sarebbero «questioni di legittimità» che riguardano Zelensky, che causa invasione russa e legge marziale non ha più potuto indire elezioni .

 

DONALD TRUMP - VLADIMIR PUTIN - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

Non si è fatta attendere la replica del Commissario europeo alla Difesa, Andrius Kubilius: «Chi è il vero capo del Cremlino, Putin o Lavrov?», visto che il ministro degli Esteri «nega pubblicamente tutto ciò che Putin ha promesso a Trump?». […]

 

RAID E BOMBE, MOSCA ALZA IL TIRO GARANZIE, IL PIANO ALLEATO PER KIEV

Estratto dell'articolo di Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

Il negoziato sull’Ucraina procede a vista, con pochi punti di riferimento, mentre la guerra divampa. Ieri i russi hanno lanciato il terzo attacco più potente dall’inizio del conflitto: 574 droni e 40 missili balistici hanno colpito la zona occidentale del Paese, dove vengono stoccati gli aiuti in arrivo dall’Europa. Danneggiata anche un fabbrica americana. Almeno una vittima e 15 feriti. Gli ucraini hanno risposto con un’incursione aerea nel Kursk.

 

donald trump alla casa bianca con sergei lavrov e sergei kislyak

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova ha commentato così: «Kiev continua a compiere atti di terrorismo contro i pacifici cittadini russi», aggiungendo che «negli ultimi sette giorni sono morti 15 cittadini russi, compreso un bambino, più 141 feriti, tra i quali 14 minorenni».

 

Da Washington arrivano segnali contrastanti. Donald Trump ha ripreso il suo consueto moto ondulatorio. In un’intervista radiofonica con la «Wabc», il presidente repubblicano ha detto: «Preferisco che Putin e Zelensky si incontrino senza di me, almeno all’inizio. Voglio vedere che cosa succede».

 

DONALD TRUMP SBARCA DALL AIR FORCE ONE DOPO L INCONTRO CON PUTIN IN ALASKA

Il presidente, scrive il «Guardian» citando due fonti interne all’Amministrazione, potrebbe fare «un passo indietro» rispetto al ruolo di mediatore. Ma, più tardi, in un altro colloquio con il conduttore Todd Starnes, Trump ha precisato:

 

«Sapremo tra circa due settimane se riusciremo ad avere la pace in Ucraina, dopodiché forse dovremo adottare una strategia diversa». Infine, sulla piattaforma «Truth», si è prodotto in un’analisi retrospettiva: «E’ molto difficile, se non impossibile, vincere una guerra senza attaccare il Paese invasore».

 

donald trump e vladimir putin video parodia sul summit di anchorage in alaska 3

Nel frattempo gli europei stanno prendendo sul serio le riunioni tra i capi militari convocate dal Segretario di Stato Usa, Marco Rubio. Nei giorni scorsi, nella capitale americana, gli alti gradi delle forze armate di Germania, Regno Unito, Francia, Italia, Finlandia, oltre che, naturalmente, Stati Uniti e Ucraina hanno partecipato ai «gruppi tecnici» incaricati di studiare le garanzie.

 

Al centro del confronto resta la proposta avanzata dall’Italia: applicare un «simil articolo 5 della Nato» anche all’Ucraina, cioè tutti gli alleati corrono in soccorso di un partner aggredito. Secondo le indiscrezioni pubblicate dal Messaggero e da Bloomberg , gli Stati che hanno già firmato o che firmeranno intese bilaterali con Kiev dovranno impegnarsi, in caso di aggressione, a offrire un appoggio difensivo rapido, entro uno o due giorni. […]

 

In questa fase, comunque, è oggettivamente difficile prevedere se la trattativa possa davvero decollare. A Mosca parla il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, infilando una serie di «niet». Innanzitutto, boccia ogni ipotesi di tutela che non preveda «il coinvolgimento» della Russia. […]

donald trump e vladimir putin video parodia sul summit di anchorage in alaska 2

 

Secondo: «no» alla presenza di militari «stranieri» sul suolo ucraino. Per altro, aggiunge Lavrov, gli «europei stanno complottando per sovvertire l’agenda, senza affrontare le cause primarie della crisi ucraina». Vale a dire, dal punto di vista di Mosca, l’espansione della Nato a est, la protezione delle minoranze russe eccetera.

 

Infine il terzo rifiuto, forse il più importante: nessun incontro con Zelensky «se prima non vengono risolti tutti i nodi». Come dire: la strada verso il bilaterale, ammesso che esista davvero, è molto lunga. […]

 

Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto ha smentito la notizia di una telefonata tra Trump e il premier Viktor Orbàn, che ci sarebbe stata lunedì 18 agosto. L’Ungheria, tuttavia, conferma il veto all’ingresso dell’Ucraina nella Ue.

vignetta volodymyr zelensky offerto a donald trump dai leader europei LA MAPPA DELL UCRAINA MOSTATA DA DONALD TRUMP A ZELENSKY ALLA CASA BIANCA giorgia meloni insegue trump e zelensky alla casa bianca foto lapressevolodymyr zelensky alexander stubb donald trump foto lapresse vladimir putin donald trump anchorage alaska 3 foto lapresse

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?