1. LA SVIZZERA HA DETTO CHE BISOGNA PIANTARLA CON LA LIBERA CIRCOLAZIONE DEGLI IMMIGRATI. BRUXELLES E I GIORNALONI ITALIANI VIBRANO DI INDIGNAZIONE. “IL VOTO DEGLI SVIZZERI VA CONTRO IL PRINCIPIO DELLA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE PERSONE” 2. QUANTA IPOCRISIA: IN EUROPA NON VALE IL PRINCIPIO DELLA LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE PERSONE, MA DELLA MANO D’OPERA. MEGLIO SE A BASSO COSTO. IL PRINCIPIO DI SOLIDARIETÀ “CALPESTATO” SARÀ INVECE PIENAMENTE SODDISFATTO DAI CIE E DALLA BOSSI-FINI 3. CHE COS’È LA SOLIDARIETÀ, L’ITALIA EUROPEISTA? DISOCCUPAZIONE, CASSA INTEGRAZIONE, DELOCALIZZAZIONE, IMMIGRATI FATTI ENTRARE E LASCIATI VIVERE COME STRACCIONI AGLI ANGOLI DELLE STRADE O RECLUSI LONTANO DAGLI OCCHI, MEZZA ECONOMIA IN NERO 4. LA SVIZZERA HA DEI PROBLEMI E PROVA A RISOLVERLI. NOI ABBIAMO DEI PROBLEMI E NON POSSIAMO RISOLVERLI. ANZI, PER L’EUROPA, NON ABBIAMO PROBLEMI. SIAMO IL PROBLEMA. LA SVIZZERA È UNA NAZIONE. L’ITALIA UN’OPINIONE STORDITA DAGLI OPINIONISTI

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - LA SVIZZERA E' UNA NAZIONE
Con il 50,3%, la Svizzera dice sì al referendum sulle quote per gli immigrati. Il 68% dei ticinesi e 17 cantoni contro 8 ha detto che bisogna piantarla con la libera circolazione degli immigrati.

I giornaloni italiani vibrano di indignazione. Giovanna Zincone sostiene che "il copione classico si ripete: le imprese sono favorevoli all'immigrazione, così come lo sono i governi più ragionevoli" (Stampa, p. 1). Sergio Romano ammette: "Sappiamo ciò che ogni Paese vorrebbe fare, anche se non osa sempre confessarlo: aprire le sue porte a personale specializzato qualunque sia la sua provenienza e chiuderle di fronte a lavoratori non qualificati, anche se cittadini di membri dell'Unione. Ma di tutte le soluzioni possibili, questa è la più inaccettabile. Abbiamo il diritto di essere realisti, ma non sino al punto di calpestare il principio di solidarietà" (Corriere, p. 1). E da Bruxelles rispondono che "il voto degli svizzeri va contro il principio della libera circolazione delle persone".

Quanta ipocrisia: in Europa non vale il principio della libera circolazione delle persone, ma della mano d'opera. Meglio se a basso costo (basta vedere la diversa disciplina per le professioni). Il principio di solidarietà "calpestato" del quale scrive Sergio Romano sarà invece pienamente soddisfatto dai Cie e della Bossi-Fini.

Quanto ai governi "più ragionevoli" che insieme alle imprese "sono favorevoli all'immigrazione", ecco come risponde il sociologo svizzero Jean Ziegler: "Negli ultimi cinque anni sono arrivate 80-85 mila persone ogni anno. Gli stranieri sono più del 23 per cento (...) Quando ha firmato l'accordo sulla libertà di circolazione, il governo ha preso l'impegno di accompagnarlo con misure di controllo, per evitare che le imprese assumessero immigrati a salari molto più bassi degli svizzeri".

Ma Berna "non ha contrastato il dumping salariale perché le grandi imprese e le banche hanno sabotato la legge. Il Parlamento, dove i consiglieri delle grandi imprese sono in maggioranza, ha bloccato i finanziamenti necessari. E' una democrazia malata" (Repubblica, p. 3).

Ecco, una democrazia malata. Il lobbismo di grandi imprese e banche s'impossessa della la democrazia per delega e un referendum popolare ristabilisce alcuni principi base del vivere comune. Che cos'è la solidarietà? Lasciare a casa gente che si ostina a voler guadagnare 2-3mila euro e sostituirli con stranieri che ne accettano la metà? Smantellare un sistema di diritti e tutele dei lavoratori costruito negli anni con la scusa della "globalizzazione"'? Mandare gambe all'aria un meccanismo di protezione sociale come quello elvetico che eroga sussidi di disoccupazione da 2mila euro?

Senza guardare alla Grecia, diamo solo un'occhiata all'Italia ultraeuropeista: disoccupazione, cassa integrazione, delocalizzazione, immigrati fatti entrare e lasciati vivere come straccioni agli angoli delle strade o reclusi lontano dagli occhi, mezza economia in nero, milioni di giovani e meno giovani che prenderebbero volentieri la paga dimezzata proposta dall'Electrolux.

La Svizzera ha dei problemi e prova a risolverli, giusta o sbagliata che sia la risposta di ieri. Noi abbiamo dei problemi e non possiamo risolverli. Anzi, per l'Europa quelli come noi non hanno problemi. Sono il problema. La Svizzera è una nazione. L'Italia un'opinione stordita dagli opinionisti.

2 - C'E' VITA A PALAZZO CHIGI?
Fa un certo effetto passare da temi e discussioni come quelli che ci offre il referendum svizzero alla miseria di questo titolo sulla prima pagina del Corriere: "Ora Alfano avverte Letta: svolta vera o non ci stiamo". Il vicepremier e leader di Ncd (Noleggio con deficiente) "teme una crisi al buio" (p. 4). Ma più che altro ha una fifa nera di andare rapidamente alle elezioni, perché non sa bene come incanalare nelle urne l'enorme energia politica di Skifani, Quagliariello e Lorenzin.

Del resto basta leggere la sua triste intervista a Repubblica, per trovare tutto il frasario della Prima Repubblica: "governicchio", "tirare a campare", "patto di coalizione", "proposta formulata", "interlocutore", "ripartenza", "percorso delle riforme" (p. 6). Poi si lamentano che il bulletto di Firenze li asfalta. Lui almeno non parla più così.

Sul Giornale, spazio al giro di poltrone: "Pronto il rimpasto, tutti i tecnici rischiano il posto. Giovannini e la Carrozza vicini alla sostituzione, in bilico Cancellieri e Bray. Prossimo ai saluti anche il bersaniano Zanonato. Saccomanni resta dov'è" (p. 2). "Partono le mini consultazioni. Il Quirinale detta le priorità. Il capo dello Stato vedrà il premier e quattro ministri di peso. Ma il credito sta finendo" (p. 3).

3 - MA RENZIE NON E' NATO IERI
Gli zombie di Palazzo Chigi, quelli del governo Alfetta, lo trascinerebbero volentieri giù con loro. Ma il Rottam'attore non sembra così stupido da cascarci, anche se per il Messaggero "Avanza l'ipotesi Renzi" (p. 1). Repubblica invece racconta: "Matteo mette le mani avanti. ‘Senza voto chi ce lo fa fare?'. Il segretario sull'ipotesi staffetta: nessuno di noi ha mai chiesto di prendersi il governo.

Cuperlo incalza Letta: ‘Se però non ce la fa a rilanciare il suo esecutivo sarebbe un errore grave andare alle elezioni'. Prodi: ‘Non ripetiamo il ‘98" (p. 7). Idem sul Corriere: "Ma chi me lo fa fare?' Il segretario allontana l'ipotesi della staffetta" (p. 5). In linea anche il Giornale di Paolino Berluschino: "Renzi fiuta la trappola: ‘Non vado al governo senza passare dal voto" (p. 4). E per il quotidiano diretto da Sallustioni in settimana ci sarà un nuovo incontro tra il Banana e Renzie (p. 5).

E se qualche dubbio fosse rimasto, ecco le parole biforcute del bersaniano D'Attorre alla Stampa: "Il termine staffetta è fuori luogo, sottintende continuità. Qui serve invece una svolta, un nuovo inizio. L'ipotesi Renzi è ovviamente in campo e non c'è dubbio che goda di una legittimazione democratica forte e adeguata per rivestire questo ruolo. Non sarebbe, d'altra parte, la riedizione della staffetta Prodi-D'Alema del '98: il governo attualmente in carica non è, come era invece allora, figlio del risultato elettorale" (p. 4). Certo che compagni di partito così non c'è bisogno di avere degli avversari.

4 - LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE
Aspenio Letta comunque non sta a guardare, e l'aria fresca e decisionista di Putin-landia ce lo restituisce tonico come mai: "Il premier punta tutto sui contenuti: sgravi fiscali e aiuti alle famiglie. Il capo del governo tira dritto e lavora al testo di ‘Impegno 2014'. L'incontro decisivo con Napolitano per rilanciare il programma (e la squadra)" (Corriere, p. 4). Semplicemente surreale questo titolo della Stampa: "Letta pronto a giocare la carta-turismo. Dopo il salvataggio e il rilancio di Alitalia in arrivo la rivoluzione dell'Enit e altre misure per il settore" (p. 7).

5 - RE GIORGIO, GLI OTTIMATI E LA CADUTA DEL NANO DI HARDCORE
Re Giorgio, nell'estate del 2011 e con quattro mesi d'anticipo sulla caduta di Berlusconi, "aveva già fatto tutte le consultazioni preliminari". Nell'ultimo libro di Alan Friedman c'è una ricostruzione precisa di come il Rigor Montis venne preparato con cura da Bella Napoli. E a leggere le anticipazioni pubblicate oggi dal Corriere (pp. 8-9), dove sono contenute anche le testimonianze dirette di Carlo De Benedetti e Romano Prodi, si capisce anche il perché del vasto consenso mediatico che ha accompagnato gran parte della incredibile avventura del governo dell'austerità.

Un governo nel corso del quale i grandi investitori esteri sono riusciti a ridurre drasticamente la propria esposizione al "rischio Italia", mentre il popolo veniva stordito con la storia dello spread e ulteriormente gravato di tasse e fregature pensionistiche.
Tra quando Re Giorgio ha preso le sue decisioni e quando il Cavaliere è formalmente caduto, sono passati lunghi mesi in cui si è preparata la garrota dello spread e chi ha avuto più naso degli altri ha fatto sicuramente buoni affari.

Se Bella Napoli abbia deciso in autonomia o sentite "le principali cancelliere" è cosa che forse, un giorno, ci sveleranno gli storici. Ma per tornare al confronto con la Svizzera, quando in Italia parliamo di "sovranità nazionale" dobbiamo forse ammettere che non abbiamo più la nazione, ma solo il sovrano.

6 - E IL GRAN CAPO DI BANCA INTESA SCRIVEVA
Sempre per i cultori della teoria della separazione dei poteri, segnaliamo anche queste poche righe della ricostruzione di Friedman: "Ammette (Monti, ndr) anche di aver discusso con Napolitano un documento programmatico per il rilancio dell'economia, preparato per il capo dello Stato dall'allora banchiere Corrado Passera tra l'estate e l'autunno del 2011" (Corriere, p. 8). Non servono commenti a un'enormità del genere.

7 - LA BOLDRINMEIER HA MOLTO DA FARE
"Presidenze delle Camere a confronto. Laura in aula solo una seduta su quattro. In Senato Grasso presiede il 40% delle discussioni. La sua collega a Montecitorio appena il 24%". Il Messaggero fa un lavoro meritorio (p. 4) ma praticamente se ne scusa per tutto il pezzo. L'incipit è una lunga premessa in cui si sottolinea che "seconda e terza carica dello Stato hanno un'agenda fittissima di impegni istituzionali, che vanno bel oltre la presidenza delle sedute parlamentari".

Poi Stella Prudente ci racconta che "oggi Boldrini sarà impegnata nelle celebrazioni ufficiali in ricordo delle vittime delle foibe, poi discuterà di politica estera e questioni umanitarie con l'ambasciatrice pachistana e infine riceverà il sindaco e la giunta di Jesi per essere aggiornata sui dossier cari alla cittadinanza".
"Dossier cari alla cittadinanza" non è fantastico?

8 - MA FACCE RIDE!
"Privatizzazioni, il governo punta su Fincantieri. L'obiettivo di aumentare il taglio del cuneo fiscale" (Corriere, p. 10). Uno legge simili idiozie e capisce che uno Stato minimamente serio, anziché inserire l'obbligo di pareggio in bilancio in Costituzione, avrebbe dovuto introdurre l'insegnamento obbligatorio dell'economia alle scuole medie inferiori.

9 - I CHIERICI AL SERVIZIO DELLE BANCHE
"La ‘banca cattiva' può far bene alla ripresa italiana". Sul CorrierEconomia, Marcello Messori (p. 1) difende con abilità la "bad bank" che fa comodo a Unicredit e Intesa Sanpaolo e si tradisce soltanto quando critica il modello spagnolo che "esagera" nella socializzazione delle perdite private. Se non avete letto l'articolo scritto sullo stesso tema da Superbonus per Dagospia (l'abbiamo messo in rete ieri), forse è il caso di farlo.

10 - SE IL LEONE SI ARRABBIA

A Trieste è davvero cambiato molto: "Generali chiederà i danni a Perissinotto e Agrusti. La richiesta di risarcimento nei confronti dei manager della precedente gestione dovrebbe essere deliberata dal prossimo cda. La pressione di Consob e Ivass e l'indagine della magistratura, la decisione finale in assemblea" (Affari&Sfiganza di Repubblica, p. 15). Iter tortuoso ma ad alto contenuto educativo.

11 - IL CREATIVO IN REDAZIONE
Fondamentale paginone di Repubblica dedicato a "un saggio che scatena il dibattito negli Usa": "Meno sesso se lui lava i piatti'. Ecco perché troppa parità può uccidere il matrimonio" (p. 21). Ma il meglio è nella grande foto che illustra cotanta questione: un uomo assai muscoloso in slip e a piedi nudi che passa un aspirapolvere su un tappeto, mentre sul divano una biondazza in shorts e comodo sandalo tacco 12 (tipica calzatura che si usa sul parquet di casa) lo guarda soddisfatta. Cose che succedono quando ci si ostina a voler intonare il giornale alle pubblicità.

12 - FREE MARCHETT
"Moncler il calore dello stile. Alla Fashion week di New York evento musicale nella storica Hammerstein Ballroom per la nuova collezione Grenoble di piumini". Festa grande anche al Messaggero di Roma (p. 14). E molti saluti al sedicente ordine di giornalisti con le sue norme deontologiche su informazione e pubblicità.

 

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