di maio salvini premier

AAA PREMIER CERCASI – REQUISITI RICHIESTI: CONOSCENZA DELLE LINGUE, AUTOMUNITO, MILITE-ESENTE – NON INDISPENSABILE, MA APPREZZATA, CONDIVISIONE PROGRAMMA (ALMENO I CAPITOLETTI) DI LEGA E CINQUE STELLE – LA RICERCA, DOPO SAPELLI, DIVENTA UNA FARSA. E MENO MALE CHE IL QUIRINALE CERCA UN “ALTO PROFILO” PER ONORARE IMPEGNI EUROPEI ED INTERNAZIONALI

 

Fabio Martini per la Stampa

 

SALVINI DI MAIO

E dopo settanta giorni è come se si fosse cominciato a giocare a mosca cieca. Dalle prime ore dell' alba fino al crepuscolo Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno cercato a destra e a manca personalità attendibili per la guida del loro governo. Una caccia in più direzioni, con le agenzie di stampa e i siti online dei quotidiani che di ora in ora rilanciavano i nomi dei candidati più spiazzanti. Nomi veri? Probabili? O soltanto verosimili?

 

Nessuno lo capiva, ma alle tre del pomeriggio, mentre i giornalisti cercavano di dare una identità e un senso a quei fantasmatici cognomi, ha parlato il professor Giulio Sapelli. E di colpo tutto ha preso una sua concretezza. Da una decina di ore il tam-tam raccontava che il candidato di compromesso più accreditato tra Lega e M5S era proprio lui, tanto è vero che fonti dei Cinque stelle proprio in quei minuti erano costrette a smentire l' ipotesi.

 

GIULIO SAPELLI

E quel punto il professore della Statale di Milano ha raccontato pubblicamente: «E' tutto vero. Sono stato contattato da entrambi le parti politiche.... Ho incontrato il M5S e la Lega ieri sera.... non sono andato a cena, erano le 21,30 circa e non credo che avessero cenato...». Con tanto di dettagli gastronomici, Sapelli faceva sapere che era tutto vero. Il Re, anzi i due Re, erano nudi.

 

Un personaggio dallo standing del professor Sapelli finiva per conferire un' aura di attendibilità anche ad alcune delle altre voci apparentemente inverosimili che da diversi giorni circolavano nel Palazzo. E così il 14 maggio diventava la giornata simbolo della sedicente «Terza Repubblica»: la giornata nella quale i due leader hanno cercato, un po' a tentoni, il nome capace di fare sintesi. Una caccia che ha finito per trasformarsi in una fiera della vanità.

 

Tremonti Giulio

Tutto era cominciato domenica notte. Dopo l' ennesimo summit Salvini-Di Maio, partiva il primo boatos: si va su Tremonti! Ma davvero l' ultimo ministro dell' Economia di Berlusconi poteva diventare il premier di un governo pentastellato? Racconterà qualche ora più tardi Maurizio Gasparri: ««L' ho sentito al telefono e mi ha detto: ma figurati».

 

Quasi certamente una fake news. Le prime luci del lunedì illuminavano due nomi spiazzanti. Quello di Giuseppe Conte, da Volturara Appula, paesino nell' entroterra di Foggia, docente universitario due mesi fa indicato dai Cinque stelle come possibile ministro della Pubblica amministrazione, deburocratizzazione e meritocrazia. Per l' opinone pubblica un Carneade.

 

giuseppe conte

Mentre si scartabellava il curriculum del professore, spuntava il secondo nome, più consistente: quello di Giulio Sapelli. Docente di economia con diverse esperienze nel mondo delle imprese (Olivetti, Fs, Eni) nelle banche (Mps, Unicredit), 40 libri all' attivo, un approccio poco accademico e sempre diffidente verso gli Stati Uniti, una simpatia per la sinistra storica, Sapelli un anno fa aveva lasciato ai posteri questa considerazione sulle origini del M5S: «Nulla mi leva dalla testa che il Movimento 5 stelle sia stata un' invenzione americana ed israeliana per condizionare la nostra politica. Un tentativo che poi è sfuggito di mano».

 

Michele Geraci

Una riflessione evidentemente sfuggita ai posteri pentastellati, se è vero che il nome di Sapelli aveva preso a circolare con una certa credibilità. Alle 10,30 il professore, interpellato da Labitalia, faceva il ritroso: «Non parlo di me da sempre, ho fatto della riservatezza la mia cifra di vita. Però, da quanto ho letto, il programma M5S-Lega è un buon programma e come cittadino lo condivido....». Ma bastava qualche minuto per sbloccare Sapelli. Che improvvisamente diventava stentoreo: «Sono in attesa. Sto aspettando che qualcuno mi chiami per andare al Quirinale dal presidente Mattarella. Sono un vecchio torinese che rispetta le istituzioni».

 

DOMENICO SINISCALCO

E davanti ad una ulteriore sollecitazione il professore si sbilanciava: «Sono stato contattato e ho dato la mia piena disponibilità. Mi hanno spiegato che stanno valutando anche un altro profilo, quello di Conte e non mi hanno ancora detto chi hanno scelto ma ho detto loro che vorrò dire la mia sui ministri. Ho parlato con il collega Domenico Siniscalco, che spero di avere al mio fianco come ministro del Tesoro. I ministri? Sicuramente ho nomi da proporre». E mentre Sapelli si esercitava nella lista dei ministri, una nota dei Cinque stelle smentiva tutto.

GIANLUCA VAGO

 

A quell' ora del giorno erano entrati nel frullatore altri nomi, come quello del palermitano Michele Geraci, docente di Finanza in ben tre università cinesi. Intervistato dall' Agi, dava un segno di vita: «La flat tax e il reddito di cittadinanza non sono proposte inconciliabili». Era riapparso anche Gianluca Vago, rettore dell' Università degli Studi di Milano, ennesimo nome di una lista di papabili che quattro giorni fa era stata significativamente aperta da una personalità di peso, con uno stile e una storia diversi da quelli di Lega e Cinque stelle: Giampiero Massolo, una vita passata tra diplomazia, Servizi e governi del Paese.

MASSOLO

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