ABBASSATE LE PENNE - DOPO LA POLEMICA DELL’ALDISSIMO BUSI CON UN LETTORE DI DAGOSPIA CHE LO ACCUSAVA DI ESSERE UN PRIVILEGIATO, “IL GIORNALE” FA LUCE SUGLI AGI FISCALI DEGLI SCRITTORI: RITENUTA D’ACCONTO DEL 20% CALCOLATA SUL 75% DEL COMPENSO - GLI SCRITTORI TAR-TASSATI: “SIAMO TASSATI POCO PERCHÉ GUADAGNIAMO POCO” - EVASIONI CREATIVE: NON MANCANO I FURBETTI CHE BUTTANO GIÙ QUATTRO FOGLI PER SPACCIARE GLI STIPENDI COME DIRITTI D’AUTORE…

Tommy Cappellini per "il Giornale"

Ieri la settimana si è aperta sul solito argomento: le tasse. Nello specifico, quelle di un manipolo di presunti privilegiati: gli scrittori. A Dagospia è arrivata una lettera anonima: «Certo, Busi paga tutte le tasse. Peccato che uno scrittore ha uno sconto del 25% forfettario, e non paga contributi previdenziali, su tutta la parte inerente la cessione di diritto d'autore. Magari molti dei comuni mortali avessero i privilegi di Busi!».

L'incauto lettore si è attirato gli strali dell'Aldissimo di Montichiari: «La mail di quell'anonimo incivile analfabeta- ha replicato Busi - è talmente stupida e insensata... Il mio reddito è formato dal 20% di diritti d'autore e per il resto da altre attività- notamente fare televisione fino a due anni fa - su cui quello che esborso (...) è del 63%». Gli scrittori hanno davvero aliquote più basse degli altri cittadini? «Be'-ci dice Vicki Satlow,agente letterario di Susanna Tamaro e vari bestselleristi - in Irlanda gli scrittori sono tassati zero, per incoraggiare la cultura nazionale, qui da noi di più: hanno una ritenuta d'acconto del 20% calcolata sul 75% del compenso e non sul 100%.

L'agente, quando c'è, si prende una percentuale dal 10% al 20% sulla somma lorda. Quindi è vero: sono tassati poco, ma anche perché guadagnano poco. E non hanno pensione». Di fatto è sparuto il numero di scrittori che vendono così tanto da esaurire il tradizionalmente magro (4-5mila euro) anticipo sulle royalties versato dall'editore, obbligandolo a pagare altri diritti.

«Tuttavia - ci racconta Marco Vigevani, agente letterario a Milano - qualche vantaggio fiscale l'hanno: gli introiti da premi letterari, per esempio, non sono tassati. Se vinci il Bagutta, 25mila euro, un'esenzione così inizia a diventare interessante (figuriamoci con i 610mila euro del Premio Balzan, ndr). Le legge Melandri, poi, prevede che per gli scrittori sotto i 35 anni il classico 20% sia calcolato sul 60% e non sul 75%».

Siamo dunque davanti a una «casta» degli scrittori? Se le cifre in gioco non fossero ridicole nella maggior parte dei casi, potremmo sussurrare di sì. «E non mancano i furbetti - ci dice un "commercialista di scrittori" a Milano- che buttano giù quattro fogli di scrittura e se li fanno pagare dall'editore come diritti d'autore su un futuro libro che non uscirà mai. In realtà si tratta di un compenso per corsi di formazione tenuti in casa editrice o per altri lavori. Tassati, però, come diritti d'autore e non come prestazioni occasionali per cui bisognerebbe dimostrare costi specifici.

Ci sono scrittori che aprono partite iva per bypassare l'editore come sostituto d'imposta e per scaricare più costi: legittimo. Solo che il confine tra "diritto d'autore" e "servizio reso" diventa sempre più labile e chi controlla più? Diverso il caso di un autore straniero che risiede in Italia: per lui ci sono ritenute del 30% sul 100%, tout court, salvo aliquota diversa stabilita dalle doppie imposizioni.

Diverso ancora il caso degli autori americani: lì lo scrittore celebre è quasi una holding di se stesso, alla prese con un mercato enorme che valica i confini nazionali. Manca poco che non si quoti in Borsa». James Patterson, per dirne qualcuno, guadagna 84 milioni di dollari l'anno, Danielle Steel 35, John Grisham 18.

Difficile che questo accada in Italia.Tutt'al più abbiamo scrittori agenti di se stessi o molto attenti al proprio cash flow, come Alessandro Piperno o Walter Siti. «In realtà lo scrittore - ci dice Siti, di cui è imminente per Rizzoli Resistere non serve a niente , su finanza e criminalità organizzata- le tasse le paga due volte: la prima quando l'editore gli detrae il 20% sul 75%.

Sul rimanente, quando fai il modello Unico, ci paghi il 21% più un altro 20%. Paghiamo come tutti. Fermo restando che se dovessi campare coi miei libri sarei alla fame».Edoardo Nesi, ex imprenditore tessile oggi in classifica, è più o meno sulla stessa linea: «Fino a Storia della mia gente non ho guadagnato nulla dallo scrivere. Con Le nostre vite senza ieri sta andando meglio. Questo mi fa riflettere sull'editore Bompiani, che mi dà fiducia e mi permette di crescere pur senza portarsi a casa granché in euro, e su quanto i guadagni di uno scrittore siano del tutto episodici, aleatori.

La tassazione per gli scrittori è concepita come vantaggiosa perché, semplicemente, non guadagnano nulla o quasi. I premi letterari? Dallo Strega ho preso 5mila euro ». Cifre basse, poco avvincenti. «Non voglio nemmeno occuparmene - ci dice Chiara Gamberale, che pure in classifica ci va spesso- Do il 10% al mio agente Luigi Bernabò perché pensi a tutto lui, insieme al commercialista. Vengo sempre delusa da quel che trovo sul mio conto a fine mese, perdere altro tempo per puntellare rovine di centesimi sarebbe peggio».

 

 

SUSANNA TAMARO aldo busiGrishamAlessandro PipernoWalter SitiChiara Gamberale

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…