carlo calenda matteo renzi

DUE BULLI, UN ACCORDO E MOLTI DUBBI – VERSO LA CHIUSURA L'INTESA TRA CALENDA E RENZI: PER LE CANDIDATURE IL LEADER DI ITALIA VIVA HA STRAPPATO UNA DIVISIONE EQUA AL 50%, IN CAMBIO IL “BULLO DA SOLO” OTTERRA' IL SUO NOME IN ALTO NEL LOGO PER I COLLEGI UNINOMINALI – SULLA LEADERSHIP MATTEUCCIO È SIBILLINO: “È CHIARO CHE UNO DEI DUE DOVRÀ FARE UN PASSO INDIETRO, NON HO PROBLEMI SU QUESTO MA PRIMA VOGLIO CHE SI DECIDA LO SCENARIO” (CARLETTO STAI SERENO...)

CALENDA, IN GIORNATA DECIDEREMO CON IV, MA SONO OTTIMISTA  

(ANSA) - Gli ultimi "sono stati giorni tumultuosi" e "ho imparato che in politica, a differenza delle aziende, finchè non hai chiuso non hai chiuso. Vediamo. Ciò che è importante è che si crei un'alternativa a questa situazione. Oggi in giornata decideremo, ma sono ottimista, questo sì". Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda a Rtl 102.5 parlando dell'accordo elettorale e di coalizione con Italia Viva di Renzi.

 

Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”

 

MATTEO RENZI E CARLO CALENDA

Oggi (forse) avrà fine la telenovela che ha per protagonisti Carlo Calenda e Matteo Renzi. Il leader di Azione e l'ex premier, dopo i molti contatti di questi ultimi giorni, si incontreranno ufficialmente. Poi domani l'intesa dovrebbe essere siglata a favore di telecamere. In realtà l'accordo tra i due non è ancora chiuso, anche se gli sherpa lavorano giorno e notte in continuo contatto con i loro leader di riferimento. Pure Renzi e Calenda si sono parlati e scambiati messaggi più volte nella giornata di ieri. Ma a sera non avevano ancora scritto la parola fine a questa storia.

 

Uno dei nodi, quello delle candidature, sta per essere sciolto in maniera salomonica: il 50% a testa, fatta salva la quota destinata agli altri alleati come Federico Pizzarotti. Così Renzi conquisterebbe il 10% in più di candidature rispetto alla quota che era stata pattuita inizialmente.

CARLO CALENDA E MATTEO RENZI

 

In compenso Calenda dovrebbe ottenere che in alto, nel logo che sarà presente nella parte della scheda che riguarda l'uninominale, campeggi il suo nome, lasciando spazio in basso ai simboli dei due partiti. Ma questi sono i desiderata di Azione. In realtà la questione della leadership non è ancora stata risolta, come dimostrano le parole del leader di Italia viva: «È il tema finale del percorso», glissa Renzi. Che poi aggiunge: «È chiaro che uno dei due tra me e Calenda, o tutti e due, dovrà fare un passo indietro». «Non ho problemi su questo - ha proseguito - ma prima voglio che si decida cosa facciamo, qual è lo scenario».

 

carlo calenda matteo renzi 1

Su questo punto però l'ex ministro dello Sviluppo economico vuole un chiarimento esaustivo con Renzi, perché, come dicono ad Azione, «tutti conoscono la tendenza di Matteo ad allargarsi». E se alla fine si dovesse optare per una leadership al femminile «non bisognerebbe inneggiare alle quote rosa, perché significherebbe semplicemente che la questione non è stata risolta e che l'alleanza ha il suo punto di debolezza in questo e che lo vuole nascondere con una "donna dello schermo"», spiega chi sta seguendo la trattativa in prima persona.

 

È la ragione che spinge Calenda, che confessa di «andarci con i piedi di piombo», a insistere su questo punto. Delle rassicurazioni personali che gli ha dato Renzi («guarda a me non interessa fare il frontman») continua a non fidarsi. Sulla carta il «polo della competenza», come amano chiamarlo entrambi, potrà prendere al massimo tra i 15 e i 20 parlamentari, ciò nonostante il Partito democratico sembra preoccupato della possibile prova elettorale del tandem Calenda-Renzi.

 

matteo renzi carlo calenda

Non a caso ieri Enrico Letta ha candidato Carlo Cottarelli, l'economista che il leader di Azione sponsorizzava per la presidenza della Regione Lombardia. «Sì, è una mossa contro di me - ha spiegato ai suoi Calenda - ma va bene così perché è una candidatura autorevole». E infatti il leader di Azione ha twittato un buona fortuna a Cottarelli, che gli ha ricambiato la cortesia. Chissà se sull'economista che si presenta con i dem il leader di Italia viva la pensa come Calenda. Appena arrivato a Palazzo Chigi Renzi «licenziò» l'allora responsabile della spending review , incaricato di quel compito da Enrico Letta. E con il predecessore a Palazzo Chigi Renzi ha ancora il dente avvelenato, tant' è vero che lo liquida così: «Letta si è fregato da solo».

renzi calendarenzi calendarenzi calenda 1calenda renzirenzi calenda

Ultimi Dagoreport

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…