circo giorgia meloni fazzolari matteo salvini giulio tremonti

LE ACROBAZIE DEL CIRCO MELONI – SOLO DUE ANNI FA GIULIO TREMONTI SI SCAGLIAVA CONTRO LA RATIFICA DEL MES DA PARTE DEL GOVERNO CONTE. ORA, DA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AFFARI EUROPEI, DICE CHE È GIUSTO APPROVARE IL TRATTATO PER POI RIDISCUTERLO (STESSA IDENTICA POSIZIONE CHE AVEVA PEPPINIELLO APPULO) – È SOLO L'ULTIMO DEI FUNAMBOLISMI DEL GOVERNO VISTI IN QUESTI MESI, CON SPARATE SEGUITE DA CLAMOROSE MARCE INDIETRO: DALLA BATTAGLIA RIMANGIATA SUL POS ALLE ACCUSE DI SPECULAZIONE SULLA BENZINA…

Luciano Capone per “Il Foglio”

 

il ritorno di giulio tremonti alla camera

Prendiamo la posizione del governo sul Mes, che è quella di ratificare la riforma del Trattato annunciando di volere un’altra riforma. “Cade ancora più in basso la credibilità dell’Italia con un premier che, artefice e vittima di se stesso, volteggia come un acrobata sul suo circo: vota su di un Trattato ma dice che ne vuole un altro, niente male per il leader di un paese (che è stato) fondatore”. Sono parole di Giulio Tremonti, di due anni fa, rivolte all’allora premier Giuseppe Conte, ma che calzano alla perfezione sulla Giorgia Meloni di oggi.

 

L’ex ministro dell’Economia all’epoca si scagliava contro l’ipotesi di votare la riforma del Meccanismo europeo di Stabilità, descritta in un’intervista a Libero come un “mostro di Frankenstein” che sarebbe servito per commissariare l’Italia: “Quando ci sarà, e se ci sarà, la ripresa nel resto d’Europa, emergerà fatale e consueta la criticità del caso Italia. Il segnale partirà proprio dall’interno del Mes”.

 

GIULIO TREMONTI GIORGIA MELONI

Quindi lotta dura contro la riforma del Mes: è in gioco la sovranità dell’Italia! Nel giro di un paio d’anni, anche grazie a quelle posizioni in linea con il pensiero di Giorgia Meloni, Tremonti è stato eletto alla Camera con FdI ed è diventato presidente della commissione Affari europei, il ruolo perfetto per portare avanti quelle battaglie.

 

E invece ora Tremonti, intervistato dal Sole 24 Ore, spiega perché sia giusto approvare il nuovo Mes pur auspicando una riforma più sostanziale della sua funzione: “Giorgia Meloni ha detto in sostanza che non vede alternative al voto italiano sul Mes, e che però intende ridiscuterne la funzione. Sono totalmente d’accordo con lei”, dice Tremonti. Si tratta, in sostanza, di ratificare la decisione presa da Conte, con gli stessi argomenti usati da Conte, descritto per questa sua posizione “artefice e vittima di se stesso, volteggia come un acrobata sul suo circo”.

 

giovanbattista fazzolari giorgia meloni al senato

Tremonti è uno dei vari funamboli del circo Meloni che in questi mesi si sono dati molto da fare per sgonfiare assurde polemiche che loro stessi avevano creato. La riforma del Mes è solo una delle tante: definita in lungo e in largo dalla premier come “un cappio al collo” contro cui fare “opposizione totale”, diventa una questione “secondaria” quando arriva il momento di opporsi davvero. Una polemica ridicola, che è esistita solo in Italia – unico paese dell’Eurozona a non avere ancora ratificato il Trattato – viene ribaltata con una capriola dai suoi stessi artefici.

 

giorgia meloni e giovanbattista fazzolari

Prima c’è stata la questione del Pos, che ha tenuto banco per mesi, presentata come una delle novità della legge di Bilancio: la possibilità, per gli esercenti, di rifiutare pagamenti elettronici sotto i 60 euro. Una battaglia di libertà, quella di togliere la libertà ai consumatori sulla scelta del metodo di pagamento, perché le commissioni sono troppo alte e insostenibili.

 

Quando la Banca d’Italia solleva qualche obiezione, dicendo che il costo di una misura del genere è rappresentato da un aumento dell’evasione, la reazione del governo è decisa: “Bankitalia è partecipata da banche private”, dice il sottosegretario di Palazzo Chigi Giovanbattista Fazzolari, e pertanto si esprime contro il contante e a favore della “moneta privata del circuito bancario”.

 

MATTEO SALVINI POS DELLE CERIMONIE - MEME BY EMILIANO CARLI

A seguire importanti e fondamentali disquisizioni della premier, nel format “Gli appunti di Giorgia”, sul denaro contante che è “l’unica moneta a corso legale” mentre “la moneta elettronica è una moneta privata gestita dalle banche”. Pertanto non si indietreggia. Poco dopo, come a breve accadrà con il Mes, il governo si rende conto che non può entrare in conflitto con la Commissione europea su un impegno che era stato preso nell’ambito del Pnrr e fa un’altra acrobazia: cancella la norma.

 

Il Pos resta obbligatorio, ma al suo posto il governo inserisce un “tavolo” con le banche – quelle “banche private” che starebbero dietro alla Banca d’Italia – per convincerle, su base volontaria, a ridurre le commissioni sotto ai 30 euro (non più 60 euro). Non c’è nemmeno il credito d’imposta per gli esercenti che era stato introdotto dal governo Draghi: anche le commissioni che erano insostenibili diventano un tema “secondario”.

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

Stessa parabola sulle accise. La premier e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, con ottime e condivisibili ragioni, decidono di sospendere lo sconto sulle accise perché da un lato il prezzo dei carburanti sta scendendo e dall’altro è un sussidio molto costoso e iniquo. Quando il prezzo dei carburanti aumenta, evidentemente per effetto della decisione del governo, i ministri dello stesso governo si scagliano contro la “speculazione” dei privati, convocano la Guardia di Finanza e annunciano controlli a tappeto e sanzioni dure contro i furbetti.

 

il video del 2019 di giorgia meloni sulle accise 1

Finisce con un’altra acrobazia: gli stessi ministri che due giorni prima se la prendevano con gli “speculatori” ora spiegano che non c’è alcuna speculazione, che il prezzo finale è aumentato meno dell’aumento delle accise. Quindi il rischio è che la GdF, che su mandato del governo aveva il compito di scovare gli “speculatori”, ora irrompa nel Cdm: il Circo dei ministri, per dirla à la Tremonti.

CARO BENZINA il video del 2019 di giorgia meloni sulle accise 2il video del 2019 di giorgia meloni sulle accise 3giovanbattista fazzolari giorgia meloni

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)