1. AH! MA CHE GIOIA E QUALE PRIVILEGIO PER IL PIDDI POTER STARE A PALAZZO CHIGI INSIEME A UNO CHE HA FRODATO IL FISCO E ADESSO È PURE MANDATO A PROCESSO PER AVER FATTO CADERE UN GOVERNO PRESIEDUTO DAL PIO PRODI COMPRANDO SENATORI 2. TUTTI I GOVERNI “AMICI” SAPEVANO E SANNO DI PRISM E DEGLI ALTRI PROGRAMMI DI SPIONAGGIO DI MASSA. ORA SI ALZANO I POLVERONI, CON TANTO DI FINTE CRISI DIPLOMATICHE, MA SE I GRANDI OPERATORI USA NON HANNO MAI PIAZZATO UN SOLO SERVER NON DICO A ROMA, MA NEPPURE IN CORNOVAGLIA, NON È FORSE PERCHÉ NON VOGLIONO CORRERE IL RISCHIO DI DOVER RISPONDERE A UN’AUTORITÀ GIUDIZIARIA STRANIERA? 3. C’È UNA FRASE, TRA QUELLE DETTE DA KERRY AD ASPENIO LETTA, CHE DICE TUTTO: “IL NOSTRO OBIETTIVO È DI TROVARE IL GIUSTO EQUILIBRIO TRA LA PROTEZIONE DELLA SICUREZZA E LA PRIVACY DEI NOSTRI CITTADINI”. I “NOSTRI CITTADINI”. NON QUELLI DEGLI ALTRI

a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)

1- L'IMPERO COLPISCE ANCORA
Se vuoi essere spiato dagli americani usa server e domini americani. Se invece preferisci che le tue mail e le tue telefonate siano controllate dagli italiani, dai francesi o dai tedeschi - notoriamente più democratici in quanto europei - usa server e domini italiani, francesi e tedeschi. Insomma, c'è libertà di scelta, grazie alla globalizzazione delle comunicazioni.

Tutti i governi "amici" sapevano e sanno di Prism e degli altri programmi di spionaggio di massa. Ora si alzano i polveroni, con tanto di finte crisi diplomatiche, ma se i grandi operatori Usa non hanno mai piazzato un solo server non dico a Roma, ma neppure in Cornovaglia, non è forse perché non vogliono correre il rischio di dover rispondere a un'autorità giudiziaria straniera?

A quella di casa loro, invece, danno tutti i dati richiesti. C'è una frase, tra quelle dette da Kerry ad Aspenio Letta, che nella sua banalità dice tutto quello che deve dire: "Il nostro obiettivo è di trovare il giusto equilibrio tra la protezione della sicurezza e la privacy dei nostri cittadini". I "nostri cittadini". Non quelli degli altri.

2 - OCCU(S)PY ITALIA
Dunque il Patacca-gate tiene banco sui giornaloni di Lor signori e ben si capisce perché. E' fuffa di largo consumo. Il ragionier Celestino Bustazzi di Crevalcore, già più o meno avvertito del fatto che i movimenti della sua carta di credito siano tracciati e rivenduti, o che l'agenzia investigazioni Catfish di Palazzolo sull'Oglio gli abbia piazzato un congegno Spyware su tablet e smartphone per scoprire se tromba con la collega Marinella o passa segreti commerciali alla ditta Presuttoni di Bombate di Sotto, il ragioniere Celestino Bustazzi, si diceva, deve sapere!

Deve sapere che anche la C.I. Angelona Merkel ha il cellulare sotto controllo. Deve sapere che la democrazia è a rischio perché anche importanti uomini politici nostrani, che a questo punto non si capisce come facciano a essere ancora a piede libero, sono spiati da potenze straniere. E quindi mal costume mezzo gaudio.

E ora vai con la docu-fiction. "Berlino: spiato dagli Usa il cellulare della Merkel", spara in prima la Repubblica. Accompagnando la terribile notizia con un vibrante editoriale dal titolo "L'arroganza dell'America". Comica la risposta della Casa Bianca: "Oggi non accade". Sulla Stampa, indirettamente, il racconto di come funziona uno Stato: "Berlino accusa Washington: ‘I vostri 007 controllano la Cancelliera'. E lei telefona al presidente Usa. Il controspionaggio tedesco per mesi ha raccolto le prove e poi ha presentato il dossier. Il governo: ‘Adesso vogliamo le risposte che chiediamo da mesi. Frattura nel rapporto" (p. 2).

Ma anche i nostri mica si fanno prendere in giro. "Letta a Kerry: ‘Aspettiamo risposte'. Gli Usa: ‘La sicurezza è importante'. I timori del premier: rischia di saltare il trattato sul commercio. Il vice Angelino Alfano: ‘Dobbiamo acquisire la verità senza guardare in faccia a nessuno" (Repubblica, p. 4). Il Corriere ci svela come lo stiamo facendo: "La trattativa segreta dell'Italia per verificare i dati in mano Usa. Già avvenuti tre incontri ad altissimo livello, altri ne seguiranno. Il sospetto di spionaggio a danno di personalità politiche" (p. 11). Si ride anche con quest'altro titolo: "Kerry a Letta: ‘Stiamo rivedendo le procedure'" (Corriere, p. 11). Ci hanno dato una risposta da call center.

3 - LARGHE INTESE CON IL COMPRATORE
Ah ma che gioia e quale privilegio, per il Piddimenoelle, poter stare a Palazzo Chigi insieme a uno che ha frodato il fisco e adesso è pure mandato a processo per aver fatto cadere un governo comprando senatori. Corriere delle larghe intese: "Compravendita, Berlusconi andrà a processo. Il procedimento comincerà a Napoli l'11 febbraio. De Gregorio patteggia 20 mesi. Le carte dell'accusa: ‘Lavitola ebbe un ruolo chiave da uomo di Stato in incognito'. Così comprò l'ex senatore e ricattò il Cavaliere" (p. 2).

Ovviamente, dalle parti di Hardcore, riparte la solita, minacciosa, lagna. "Il Cavaliere si sente senza via di scampo. ‘Mi mettono in galera, Letta deve dimettersi'. Agguato dei falchi al Senato sulle riforme. Alfano: scissione? Non posso farla. Formigoni e Lupi spingono Angelino a strappare definitivamente con i berlusconiani" (Repubblica, p. 7). Diversa l'interpretazione della Stampa: "Ma Silvio è tranquillo e pensa allo sconto sull'interdizione. ‘Pensavate che mi fossi fatto delle illusioni?' Ghedini fiducioso: il processo non porterà a nulla" (p. 5).

Sempre creativo l'approccio del Giornale di Sallustioni: "Giustizia militante. Se il pm esibisce in ufficio il suo odio per Berlusconi. Altro che toghe imparziali: un magistrato di Roma appende alle pareti vignette contro i leader di Forza Italia. E a Napoli tutto secondo copione: Cavaliere a processo, l'accusatore se la cava". Il pm buontempone si chiama Edoardo De Santis (p. 1).

4 - SPOSTANDO RENZIE SEMPRE PIU' IN LA'
La Repubblica dei Renziani parte lancia in resta e tifa sempre più apertamente per le elezioni anticipate, alla faccia di Re Giorgio e delle sue alchimie costituzionali. "Letta in allarme: così non riusciamo a reggere. ‘Alfano rompa con Silvio o è rischio crisi'. E torna il timore che Renzi scarichi il governo" (p. 9). Per la Stampa, "Pace fatta tra il Colle e Renzi, ma distanza sulle larghe intese. Capo dello Stato e sindaco di Firenze a colloquio per quaranta minuti" (p. 7). Re Giorgio ha benedetto il ragazzaccio e le gazzette ci informano che s'è parlato anche di ciclismo. Son soddisfazioni.

5 - SCIOLTA CIVICA
Non delude neanche oggi il mitico aplomb dello statista in loden Monti Mario, l'uomo che doveva rieducare gli italiani alla sobrietà. "E Monti affrontò il ‘nemico' Mauro: ‘Solone traditore'. L'ex premier all'assemblea del partito. Situazione sempre più tesa in Scelta civica. Dichiarazione congiunta di Dellai e Olivero: non vogliamo fare accordi con Berlusconi" (Corriere, p. 9).

Il Messaggero di Calta-papà, si gode lo spettacolo dal divano come una suocera: "Caos Scelta civica, Monti e Mauro passano alle offese. Dopo la rottura il professore al ministro: ‘Sei un Solone'. La replica: ‘Destabilizzi Letta'" (p. 7).
Il Giornale si toglie qualche sassolino: "Il senatore ultima vittima di ‘Sterminator' Casini. Dove c'è lui crollano patti e alleanze. Ha sfasciato centrodestra e Terzo polo e cancellato l'Udc, Fli e pure Rutelli" (p. 8). Per l'incendio di Roma, pare che abbia un alibi.

6 - E IL SALOTTO MARCIO SCOPRI' CHI SONO DAVVERO I LIGRESTOS
"Così i Ligresti hanno spolpato Sai", promette il titolo in prima pagina del Corriere di Nego Nagel e Kaki Elkann. E dentro, per una rara volta fuori dalle pagine economiche, in modo che tutti sappiano, ecco "la vera storia" di Fonsai. Fabrizio Massaro, verbali alla mano, ci racconta che già nel 2002 l'eroico Vincenzo Maranghi, all'epoca ad di Mediobanca, invitò don Salvatore a non gestire il gruppo assicurativo che lui e Cuccia gli avevano affidato "con taglio familiare". Poi si arriva al famoso "papello" segreto del 2012. con le richieste dei Ligrestos per sloggiare, firmato da Nego Nagel "per presa visione".

La procura di Milano ipotizza che si tratti del reato di ostacolo alla vigilanza. "Per Mediobanca - si premura di chiarire il Corrierone - si tratta di un semplice elenco di richieste, irricevibili e non impegnative che Nagel ha accettato di siglare dietro pressione di Ligresti, al solo fine di far progredire la difficile operazione con Unipol, che necessitava del sì della famiglia".

Segue un lungo elenco delle "criticità" del gruppo assicurativo, tutte rigorosamente ignorate da Mediobanca e Unicredit almeno fino al 2011, quando ai vertici di Fonsai le banche impongono Piergiorgio Peluso (il figlio della Cancellieri cresciuto alla corte di Geronzi). Poi la storia dei tentativi dei Ligrestos di vendere ad altri, tutti stoppati da quel che resta del salottino marcio, e quindi la firma di quel dannato papello. Che ovviamente, alla fine della ricostruzione del Corriere, fu solo un passo obbligato per salvare la baracca. E vissero tutti assolti e contenti. Almeno a piazzetta Cuccia e dintorni.

7 - NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN
Altro che Spending review, noi quaggiù si è in ansia per la Bankers review perché c'è il rischio che ci aprano come angurie. Del resto, come documentano ampiamente le nostre cronache giudiziarie, siamo la patria dei soldi prestati agli amici degli amici. E poi le banche, in cambio dell'impunità di sistema, hanno anche accettato di farsi imbottire di Btp dal governo.

Scrive Repubblica: "Bce mette sotto esame le banche europee. Draghi: bocceremo chi non lo supera, male i titoli in Borsa. Visco ottimista" (p. 26). Ottimista per contratto. Ha vigilato lui. "Sofferenze e titoli di Stato. Istituti italiani sorvegliati speciali. E tra i super-ispettori dell'Eurotwer ci saranno tre donne". Che come sa il Banana, ti fanno sempre un c. così.

Sul Sole 24 Ore, analisi approfondita in un bel pezzo di Morya Longo: "Su Italia e Spagna il peso dei crediti deteriorati, la Germania teme derivati e asset ‘tossici'. Chi vince e chi perde fra le banche secondo le regole Bce: dai titoli di Stato in portafoglio alla leva e al calcolo dei rischi. Mercati delusi dall'assenza di dettagli sull'asset review. A seconda di come le singole vulnerabilità saranno pesate da Francoforte, alcuni sistemi usciranno vincenti o perdenti più di quanto meriterebbero" (p. 4). Insomma, si tratta come al mercato. Solo che in Europa si sa già quali banche vinceranno: quelle del Nord.


colinward@autistici.org

 

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