giorgia meloni e ursula von der leyen a roma 1

AHIA, VOLANO GLI EURO-CEFFONI - LE RANDELLATE DELL’UE SUI BALNEARI (LA CORTE DI GIUSTIZIA HA DETTO NO ALLA PROROGA AUTOMATICA DELLE CONCESSIONI) E SULLA RETORICA “ANTI-GENDER, ANTI-LGBTQ”, COSTRINGONO IL GOVERNO A UN PASSO INDIETRO: L’IPOTESI DI UN DECRETO PER STRACCIARE LA NORMA CHE RINVIAVA LA VALIDITÀ DELLE CONCESSIONI DEMANIALI FINO A FINE 2024 - MELONI E SALVINI RISCHIANO UN ALTRO SGANASSONE SULL'IMMIGRAZIONE: IERI FDI E LEGA, CHE INVOCANO IL BLOCCO NAVALE E CHIUSURA DEI PORTI, SONO STATI COSTRETTI AD ACCETTARE UNA PROPOSTA DEGLI EUROPARLAMENTARI CHE RENDE OBBLIGATORIE LE QUOTE DI REDISTRIBUZIONE…

1 - DOPPIO SCHIAFFO ALL'ITALIA

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “la Stampa”

 

URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI

Il diritto e i diritti. E il loro rispetto che deve essere alla base dell'appartenenza alla casa comune europea. Nell'arco di una mattinata il governo italiano ha ricevuto dalle istituzioni Ue due messaggi inequivocabili, per non dire due schiaffi, partiti rispettivamente da Lussemburgo e da Strasburgo. Il primo lo hanno firmato i giudici della Corte di Giustizia dell'Ue, chiarendo una volta per tutte che le concessioni balneari non possono essere prorogate senza passare da un bando di gara «imparziale e trasparente», perché così prevede la direttiva Bolkestein che tutti gli Stati devono rispettare.

 

mappa dei canoni demaniali degli stabilimento balneari in italia

Il secondo è stato invece lanciato dall'Aula del Parlamento europeo, che ha espresso la sua preoccupazione per la «retorica anti-diritti, anti-gender e anti-Lgbtiq» che viene alimentata anche da alcuni «governi nell'Ue, come nel caso di Ungheria, Polonia e Italia».

Da un punto di vista pratico, il pronunciamento della Corte di Giustizia mette il governo con le spalle al muro.

 

Sulle concessioni balneari l'Italia non può più permettersi di traccheggiare perché i giudici hanno sancito una serie di princìpi granitici. Primo: la Bolkestein «è valida» e dunque non può essere messa in discussione (la questione era stata sottoposta alla Corte di Lussemburgo dal Tar della Puglia). Secondo: la direttiva «si applica a tutte le concessioni di occupazione del demanio marittimo». Terzo: la direttiva enuncia «[…] l'obbligo di applicare una procedura di selezione imparziale e trasparente tra i candidati potenziali e il divieto di rinnovare automaticamente un'autorizzazione rilasciata per una determinata attività».

 

concessioni balneari

Quarto: poiché tali disposizioni producono effetti diretti, «i giudici nazionali e le autorità amministrative, comprese quelle comunali, sono tenuti ad applicarle e altresì a disapplicare le norme di diritto nazionale non conformi». Ciò significa che i sindaci dovrebbero ignorare una proroga delle concessioni decisa a livello nazionale e far partire le gare.

 

URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI

[…] La Commissione europea ha assicurato che effettuerà «un monitoraggio diretto e molto rigoroso della situazione» anche perché sull'Italia pende ancora la procedura d'infrazione aperta nel dicembre del 2020 che Bruxelles è pronta a far avanzare con un «parere motivato», un atto che concederebbe due soli mesi di tempo per adeguarsi al diritto Ue. […] A Strasburgo è invece andato in scena uno scontro sui diritti, con l'Aula che ha approvato a maggioranza un emendamento dei Verdi e della sinistra per denunciare «la retorica anti-diritti e anti-Lgbtiq» dei governi di Italia, Polonia e Ungheria. […]  Il testo finale è stato adottato con 416 voti a favore (62 i contrari e 36 gli astenuti). Gli eurodeputati di Forza Italia si sono astenuti sulla risoluzione finale (tranne Salini e Vuolo che hanno votato contro) […]

 

meloni salvini

2 - MELONI FINISCE ALL'ANGOLO CON L'EUROPA PRONTA A CEDERE SU SPIAGGE E MIGRANTI

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

«Tenteremo di bloccare la direttiva». È Giorgia Meloni a dichiararlo. Non oggi. Poco più di un anno fa. Non ancora premier, la leader di Fratelli d'Italia si intestava una battaglia sulle concessioni balneari anche per smarcarsi dai futuri alleati di governo, Forza Italia e Lega, soci dell'esecutivo Draghi e colpevoli, a suo dire, di assecondare Bruxelles.

Quattordici mesi dopo, Meloni è alla ricerca di un modo per uscire dall'angolo in cui si è infilata con tutta la sua coalizione.

 

GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN

La premier non può bloccare alcunché. Deve trovare una strada percorribile per rendere accettabile la sua giravolta a un blocco elettorale furioso. Ci sarà un provvedimento, forse un decreto, che accoglierà le indicazioni della Corte di Giustizia europea e straccerà la norma del Milleproroghe che rinvia la validità delle concessioni demaniali fino a fine 2024. Ma l'intenzione del governo Meloni resta comunque quella di usare tutto il tempo che la sentenza lascia all'Italia, trattando con la Commissione perché non faccia partire subito la procedura d'infrazione.

 

In questo senso, nella direzione di un clima che si vuole il più collaborativo possibile, si deve intendere anche la plateale retromarcia dell'esecutivo Ue. Ieri, la Commissione si è dovuta rimangiare in serata quello che aveva sostenuto un portavoce nel consueto briefing di mezzogiorno: e cioè che nell'incontro del 13 aprile a Roma, con il commissario al Mercato interno, Thierry Breton, la premier italiana si era impegnata ad adeguare la normativa italiana a quella comunitaria. Un'iniziativa che non è piaciuta a Roma e che dal governo hanno letto come ulteriore pressione. Meloni non smentisce la notizia ma chiede, attraverso gli sherpa, che sia la Commissione a farlo. Cosa che avviene. «L'incontro – viene precisato – non riguardava questo tema e nessuna delle due parti si è impegnata in merito ai prossimi passi».

concessioni balneari

 

Una modalità insolita per la Commissione, un inedito quasi assoluto. Segno che l'interlocuzione sul dossier tra l'Italia e l'esecutivo guidato da Ursula Von der Leyen è delicata. La maggioranza di destra intende sfruttare ogni spiraglio possibile. La Corte ne lascia qualcuno, tant'è che per tutta la giornata i commenti di parlamentari e ministri si concentrano sul fatto che all'Italia verrà concesso tempo per la nuova mappatura. […] L'obiettivo è costruire una mappa delle spiagge libere per dimostrare che viene meno il principio della scarsità delle risorse, alla base della direttiva Bolkestein.

matteo salvini giorgia meloni alla camera dei deputati

 

Nel frattempo il governo cercherà di rosicchiare mesi e impostare una nuova proposta per Bruxelles. […] L'idea è tornare a una distinzione tra le concessioni rilasciate prima e dopo la direttiva, a tutela degli investimenti precedenti il 2009, fatti cioè senza mai pensare a possibili revoche imposte dall'Ue. È una strada difficile, perché l'Europa ha già detto di non gradirla.

 

Non è facile piegare l'Ue ai desideri italiani, quando si è Palazzo Chigi. Meloni lo ha imparato in questi sei mesi di governo. I problemi si moltiplicano e in appena 48 ore da Bruxelles sono piovuti, uno dopo l'altro, decisioni e atti che ricordano all'Italia ritardi, contraddizioni e inciampi. Tra una settimana, all'Ecofin, i colleghi ministri dell'Economia ribadiranno a Giancarlo Giorgetti che si era impegnato a ratificare la riforma del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, perché tutti i Paesi dell'eurozona attendono l'Italia, unica a non aver ancora dato il via libera.

 

MIGRANTI - BARCONE ALLA DERIVA IN LIBIA

L'altra contraddizione evidente che sta subendo il governo di Roma è sull'immigrazione. Ieri FdI e Lega sono stati costretti a scendere dalle barricate e accettare una proposta degli europarlamentari che rende obbligatorie le quote di redistribuzione, contrariamente a quanto vorrebbero i sovranisti e conservatori alleati di Meloni e Salvini. Leghisti e meloniani hanno votato per evitare l'accusa di non voler seriamente alleggerire l'Italia dall'emergenza migranti ma, allo stesso tempo, per difendersi dalla critica di essere stati incoerenti con quanto sostenuto per anni (no alla redistribuzione, sì al blocco navale o dei porti), hanno aggiunto di aver detto sì nella convinzione che il testo sarà migliorato dal Consiglio dell'Unione europea, l'altro braccio legislativo. […]

naufragio di migranti a steccato di cutro, crotone 2

 

Gli sherpa che lavorano quotidianamente al dossier e ai negoziati sono convinti che sia impossibile che il Consiglio approvi una proposta migliore. Su ricollocamenti e solidarietà peserà la volontà dei governi non mediterranei, dei duri dell'Est – cechi, slovacchi, polacchi e ungheresi – e dei leader che accarezzano sensibilità xenofobe. Per questo, i diplomatici si stanno sgolando per convincere la politica, partiti e governo, a non scostarsi troppo dal compromesso dell'Europarlamento e a non restare agganciati alle vecchie amicizie, se vuole ottenere un accordo entro la fine della legislatura. I mesi rimasti, ormai, sono pochi.

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...