LA VENDETTA DI GHEDDAFI - SECONDO “AL JAZEERA”, IL RAM-POLLO DEL COLONNELLO, SAADI, STAREBBE ORGANIZZANDO ATTENTATI TERRORISTICI IN TUNISIA E IN LIBIA

Enrica Ventura per "Libero Quotidiano"

A volte capita che il dittatore diventi quasi più forte da morto che non da vivo. Anzi, se con una rivoluzione è stato deposto, i suoi fedelissimi diventano ancora più agguerriti, pronti ancora a tutto per lui. Se poi capita che alla morte del tiranno siano sopravvissuti i suoi figli, con soldi e sete di vendetta, il mix può essere letale. Ed è quello che sta succedendo in Libia, dove anche la più importante tv del mondo arabo, Al Jazeera, parla di gheddafiani.

La notizia più inquietante però la riporta il quotidiano tunisino Akher Khabar, secondo il quale Saadi Gheddafi, uno dei figli del defunto rais libico Muhammar Gheddafi, starebbe preparando, con l'aiuto di sostenitori del vecchio regime di Tripoli, una serie di attacchi terroristici contro obiettivi diplomatici in Libia e in Tunisia.

Il terzo figlio del Colonnello, famoso da noi in Italia per i suoi trascorsi (infelici) da calciatore e rifugiatosi in Niger, vorrebbe "punire" il governo di Tunisi per il sostegno dato alle milizie ribelli durante la rivoluzione libica.

Saadi avrebbe infatti finanziato una serie di gruppi terroristici per compiere attentati in Tunisia il 17 febbraio prossimo, data d'inizio della rivolta in Libia contro il vecchio regime. Ed è questo uno dei passaggi più inquietanti dell'articolo, perché lascia sottintendere che avrebbe mezzi economici a sufficienza per remunerare dei mercenari, che di certo non si fanno pagare poco per i loro servizi. Akher Khabar riferisce anche che i residui seguaci del regime di Gheddafi sarebbero intenzionati a colpire le ambasciate libiche all'estero, nello specifico si fanno i nomi di Tunisia ed Egitto.

Eleggendole notizie di questi giorni, sembra una possibilità, purtroppo, più che probabile e Al Jazeera lo dice apertamente. Dietro l'attacco di ieri mattina a Tripoli al ministro dell'Interno incaricato libico, Siddiq Abdel Karim, ci sarebbero i sostenitori del passato regime di Gheddafi. È questa l'analisi formulata dall'inviato dell'emittente televisiva panaraba del Qatar a Tripoli, che cita anche fonti della sicurezza locale.

Abdel Karim è considerato uno dei rivoluzionari della prima ora contro il Colonnello, tra i primi a scendere in campo contro il passato regime. Esponente del partito Alleanza delle forze nazionali, di estrazione liberale, l'attacco al suo convoglio, secondo gli inquirenti, «rientra nello scontro in corso da alcune settimane nel paese tra il governo e le milizie vicine all'ex regime, rappresentato dagli scontri a Sebha e a sud della capitale».

L'attentato, in cui Karim non ha riportato ferite, ha destato forti preoccupazioni tra i membri del governo perché «non si tratta di un tentativo di omicidio come i tanti che avvengono ogni giorno in Libia, ma ha una chiara matrice politica». L'auto del ministro è stata investita da una serie di colpi d'arma da fuoco mentre si recava dall'aeroporto alla sede del Parlamento di Tripoli.

Cellule, superagguerrite, di sostenitori del Colonnello ce ne sono in tutto il Paese, come confermato dalle notizie che arrivano da lì. Soltanto ieri mattina le forze governative sono riuscite a riconquistare la base aerea di Tamenhint, che era nelle mani dei supporter di Gheddafi dallo scorso 20 gennaio. Lo scrive il sito Lybia Herald, citando il comandante Mohammed Alayat Al Busaify. Le stesse forze governative si stanno ora muovendo verso Sebha e negli scontri sono stati fatti prigionieri alcuni militanti delle forze gheddafiane.

In Libia il sostegno alla famiglia Gheddafi è ancora molto diffuso, nonostante continuino a emergere nuove atrocità compiute dal dittatore. Il 4 febbraio la BBC manderà in onda un documentario sulle torture, gli stupri e persino gli aborti a cui erano costretti ragazze e ragazzi minorenni per soddisfare ogni voglia del rais e della sua corte.

Eppure nel paese nordafricano c'è chi lo rimpiange ed è per questo che si sta cercando di cancellarlo in tutti i modi, come ritirando la banconota di venti dinari libici, che ritrae Gheddafi circondato dai capi di Stato africani, la quale non è più valida a partire da quest'anno.

La decisione è arrivata dalla Banca centrale libica che intende ritirarle definitivamente dalla circolazione. La vecchia banconota ritrae Gheddafi con le sue controparti africane al vertice che si era tenuto a Sirte nel 1999 in occasione della dichiarazione dell'Unione africana. Il volto di Gheddafi era già sparito dalla banconota di un dinaro sostituito da manifestanti anti-regime e dalla nuova bandiera libica.

 

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