giorgia meloni alemanno

BOTTE DA ORBI A DESTRA! LA MELONI CON LA SUA CORRENTE ROMANA SEDEVA AL TAVOLO DELLA SPARTIZIONE CON ALE-DANNO - L’EX SINDACO LA IMPALLINA: “PRENDE LE DISTANZE? AVEVA UN ASSESSORE CON DELEGHE PESANTI, IL PRESIDENTE DI AMA, L’AD DI RISORSE PER ROMA E IL PRESIDENTE DI ATAC”

1. LA SMEMORATA MELONI BECCATA PURE DA ALEMANNO

Simone Collini per “L’Unità

 

VIGNETTA VINCINO - MELONI E ALEMANNOVIGNETTA VINCINO - MELONI E ALEMANNO

«Cara Giorgia, devi essere più prudente quando parli». Il messaggio è decisamente esplicito. E non ha l’aria di essere un consiglio spassionato, anzi. Piuttosto, ha tutto l’aspetto di un vero e proprio avvertimento. Anche perché a parlare è l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno.

 

E la destinataria di quelle parole è la candidata a sindaco di Roma Giorgia Meloni. I quali – ed è tutt’altro che un inciso – nel corso degli anni hanno non solo combattuto gomito a gomito diverse battaglie politiche, quelle dentro An e quelle scoppiate tra An e le altre forze di centrodestra. Ma hanno anche condiviso, discusso, concordato, approvato scelte fondamentali negli anni in cui la destra è stata alla guida del Campidoglio.

 

E allora, se Meloni già prima di candidarsi aveva detto che «Alemanno non ha fatto bene il sindaco e di questo se ne sono accorti tutti i romani», se ora assicura che «non ci sarà l’ombra di Alemanno», se promette che «ci sarà discontinuità rispetto agli errori del passato», ecco che arriva lo stesso Alemanno a smentirla punto per punto, a smontarle la strategia della “tabula rasa” e a ricordarle la sua quota di responsabilità negli anni in cui a Roma si consumavano gli scandali di parentopoli e poi le vicende giudiziarie sintetizzate nell’ormai noto dossier “Mafia Capitale”.

Meloni Belviso e Alemanno Meloni Belviso e Alemanno

 

Ecco quello che manda a dire Alemanno alla ex compagna di partito, che ancora ieri calcava la mano sugli «errori di Alemanno» e ripeteva a mo’ di ritornello «tra tutti quelli che stanno in Fdi non c’è nessuno indagato per Mafia Capitale»: «Vedo che Giorgia Meloni insiste a fare discorsi sbagliati e ingenerosi sulla nostra Amministrazione. Nessuno, a cominciare da me, nega che debba essere fatta una discontinuità rispetto alle insufficienze e agli errori commessi da tutto il centrodestra».

 

POLVERINI ALEMANNO CICCHITTO GASPARRI MELONI POLVERINI ALEMANNO CICCHITTO GASPARRI MELONI

La sottolineatura va sul «tutto» e poi segue uno scontato autoelogio su quanto di buono fatto negli anni del centrodestra al Campidoglio, su quanto sia «autolesionista» ignorarlo, su come si debba ricordare che «gli assessori di Fratelli d’Italia non sono stati colpiti dall’inchiesta di Mafia Capitale ma non sono gli unici» perché «solo uno di tutti i miei assessori è stato coinvolto in Mafia Capitale».

 

Fine della prima parte del messaggio, inizio della seconda, piuttosto interessante: «Se la discontinuità significa rimozione, ipocrisia e scaricabarile non è né dignitosa né credibile. Fratelli d’Italia e, prima della nascita del partito, il mondo umano e militante di cui Giorgia Meloni faceva parte, non sono mai stati all’opposizione della nostra Amministrazione. L’unico momento di frizione si è realizzato per un problema di poltrone, quando la rappresentanza di quel mondo nella nostra Giunta fu ridotta da due ad un solo assessore, cosa peraltro compensata con la nomina del presidente dell’Ama su esplicita indicazione di Fratelli d’Italia».

GASPARRI ALEMANNO MELONI GASPARRI ALEMANNO MELONI

 

Esplicitata la responsabilità di FdI nella scelta del vertice Ama, richiamata la partita giocata dal partito della Meloni nell’assegnazione di «poltrone», ecco la stoccata finale di Alemanno: «Dico a Giorgia che si è molto più credibili quando si ammettono anche i propri errori piuttosto che fare l’imitazione delle tre scimmiette che non hanno visto, non hanno sentito e non hanno parlato».

 

Messaggio chiuso? Non proprio, perché se Meloni intende giocare la sua campagna elettorale sulla «discontinuità», Alemanno non intende limitarsi a ricordarle che nella sua giunta Fratelli d’Italia era saldamente piazzata con «un assessore con deleghe molto importanti, il presidente di Ama, l’amministratore delegato di Risorse per Roma e, fino a qualche tempo prima, anche il presidente di Atac insieme a tanti altri».

 

ANGELILLI MELONI ALEMANNO GASPARRI ANGELILLI MELONI ALEMANNO GASPARRI

L’ex sindaco sta finendo di scrivere un libro intitolato “Verità Capitale”. Uscirà il 28 aprile, a otto anni dalla sua elezione a sindaco di Roma ma soprattutto nel pieno della campagna elettorale per la conquista del Campidoglio. Dice Alemanno che il libro contiene «un esame attento e approfondito di quello che è successo nei 5 anni della mia amministrazione da cui tutti i candidati potranno raccogliere utili insegnamenti».

 

Ma visto il tono e i contenuti delle anticipazioni date a voce, è in particolare uno il candidato, anzi, la candidata, che potrebbe essere particolarmente interessata all’esame «attento e approfondito».

 

 

2. QUEI SUPPORTER DI PROVINCIA CHE IMBARAZZANO GIORGIA 

Claudia Fusani per “L’Unità” 

 

Berlusconi la adorava e anche nei momenti più difficili non ha mai rinunciato all`intervista davanti ai giovani di Atreju, lassù al Colle Oppio dove nacquero anche i Gabbiani. Finì la volle vicepresidente della Camera tra il 2006 e il 2008: aveva 29 anni e non era semplice avere a che fare con un presidente che si chiamava Fausto Bertinotti.

GIORGIA MELONI FABIO RAMPELLI GIORGIA MELONI FABIO RAMPELLI

 

Nel 2008 Berlusconi la porta ancora più in alto: ministro perle Politiche giovanili, dicastero di cui non resta traccia di grandi imprese e durante il quale firmò il decreto per tenere "in vita" dopo 17 anni di coma- Eluana Englaro. Anche Alemanno la promuove - prima di cadere nelle polvere di Mafia Capitale - e nel 2012 condivide con lei e La Russa la scommessa di Fratelli d`Italia. Usati e buttati: questo verrebbe da dire oggi degli uomini e dei leader che hanno segnato la carriera politica di Giorgia Meloni.

 

Consapevoli che è la ragazza bionda con gli occhi blu, dolce e simpatica, loquace e pungente, quella politicamente più in sella di tutti: 3,7% alle Europee, 5% la valutazione attuale a livello nazionale, il simbolo di An conquistato a fatica in una lotta fratricida che non è ancora finita, una riserva economica non da poco nascosta nel tesoretto della Fondazione.

GIORGIA MELONI FABIO RAMPELLI GIORGIA MELONI FABIO RAMPELLI

 

Oggi che ha 39 anni e tenta la scalata al Campidoglio, c`è da chiedersi chi è veramente Giorgia Meloni e dove poggia il suo potere al di là di quello che scrivono le pseudo biografie: romana della Garbatella, maturità linguistica, a 15 anni aderisce al Fronte della Gioventù, mille mestieri - barista, baby sitter - prima di entrare in politica (consigliere provinciale ne11998). Fa in tempo a vedere tutto: il Msi, An (di cui guida Azione giovani), il Pdl ma non tornerà mai più in Forza Italia e lascerà Fini al suo destino quando nel 2010 fondo Futuro e libertà.

 

Berlusconi arriva ad Atreju Berlusconi arriva ad Atreju

Lei rivendica di essere la rottamatrice di quel centrodestra, dí rappresentare «la discontinuità». Alemanno la richiama all`ordine con un allusivo «Giorgia non fare come le tre scimmiette». E se è vero che gli assessori di Fratelli d`Italia non sono stati coinvolti in Mafia Capitale, l`ex sindaco ricorda come «il mondo umano e militante di cui Giorgia Meloni faceva parte non è mai stato all`opposizione della nostra amministrazione».

 

Quale discontinuità, quindi? Di certo è necessaria con un certo mondo che si muove intorno alla giovane leader. Arianna Meloni, la sorella, nel 2014 è finita nell`inchiesta per corruzione che ruota attorno al costruttore Paolo Marziali. Lei e il marito, l`ex assessore regionale Francesco Lollobrigida, avrebbero favorito il costruttore in cambio di «utilità».

Berlusconi Meloni e Calabria sul palco di Atreju Berlusconi Meloni e Calabria sul palco di Atreju

 

Discontinuità necessaria anche con certi ambienti nel basso Lazio, tra Fondi e Latina. La storia del comune di Fondi è un buco nero anche nella vita di Meloni ministro. Una storia che annebbia la sua rivendicata trasparenza e senso della legalità. Era il 2009 e le inchieste dell`antimafia avevano dimostrato, a suon di arresti e perquisizioni, quanto camorra e `ndrangheta avessero infiltrano il mercato ortofrutticolo di Fondi (M(OF) il più grande del mediterraneo del sud.

 

berlusconi ad atrejuberlusconi ad atreju

La Commissione di accesso prefettizio non ebbe dubbio nel chiedere lo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose. Ma il governo, il consiglio dei ministri, disse per tre volte no. Tra le più agguerrite contro lo scioglimento c`era l`allora ministro Meloni. Tutto, per tutelare il suo portavoce (ma anche fidanzato dell`epoca) Nicola Procaccini, figlio di una ex parlamentare azzurra e di Massimo Procaccini, ex giudice penale di Latina diventato avvocato.

 

Tra i suoi clienti, allora, c`erano grossisti del Mof come Vincenzo Garruzzo (arrestato per usura nella prima retata contro la mafia a Fondi). È uomo di Giorgia Meloni anche Pasquale Maietta, deputato e presidente del Latina calcio. Nell’autunno dell`anno scorso è stato indagato per minacce nell`ambito di una grossa operazione della procura di Latina che ha decapitato il clan di Costantino "Cha Cha" Di Silvio, 48 anni, con un curriculum criminale di tutto rispetto, ritenuto ai vertici dell`organizzazione criminale legata ai Casamonica.

GIORGIA MELONI PHOTOSHOPGIORGIA MELONI PHOTOSHOP

 

Più semplicemente uno che fa il bello e il cattivo tempo a Latina, da chi entra allo stadio a chi può frequentare certi bar. Ed è uomo almeno fino all`autunno 2014 - di Giorgia Meloni anche l`ex sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi. Risulta coinvolto in varie inchieste: nel giugno 2010 il suo conto corrente viene trovato tra quelli della SM1 Bank di San Marino sospettata di riciclaggio;

 

nel 2015 la procura di Latina lo indaga per falso ideologico e abuso edilizio. De Giorgi si è sempre dichiarato estraneo ad ogni accusa. Di certo è stato un grosso portatore di voti per i partiti di destra da sempre molto forti nel basso Lazio. 

Ultimi Dagoreport

vladimir putin roberto vannacci matteo salvini

DAGOREPORT: ALLARME VANNACCI! SE L’AMBIZIONE DETERMINATISSIMA PORTASSE IL GENERALISSIMO A FAR SUO IL MALCONCIO CARROCCIO, PER SALVINI SAREBBE LA FINE - E IL "VANNACCISMO ALLA VODKA", CIOE' FILO-RUSSO, ALLARMA NON POCO ANCHE GIORGIA MELONI – CON LA CONQUISTA DI CIRCA UN TERZO DEL CONSENSO ALLE EUROPEE, VANNACCI POTREBBE FAR DIVENTARE LA "PREVALENZA DEL CREMLINO" GIA PRESENTE NELLA LEGA DI “SALVINOVSKIJ” DEFINITIVAMENTE DOMINANTE - L’EX PARÀ SI BAGNA PARLANDO DI PUTIN: “NEGLI ULTIMI VENT’ANNI, HA FATTO RIFIORIRE LA RUSSIA’’ - SE RIUSCISSE A ESPUGNARE LA LEGA, IL GENERALISSIMO CHE FARÀ? MOLLERÀ LA "CAMALEONTE DELLA SGARBATELLA", CHE ABBRACCIA ZELENSKY E ELOGIA GLI UCRAINI PER LA LORO “RESISTENZA EROICA”, DECISO A SFIDARE I FRATELLINI SMIDOLLATI D’ITALIA CHE HANNO MESSO IN SOFFITTA IL BUSTO DEL DUCE E I SILURI DELLA DECIMA MAS? - I VOTI DELLA LEGA SONO IMPRESCINDIBILI PER VINCERE LE POLITICHE DEL 2027, DOVE L’ARMATA BRANCA-MELONI DUELLERA' CON UN INEDITO CENTROSINISTRA UNITO NELLA LOTTA...

2025mellone

CAFONAL! - DIMENTICATE I GRANDI MATTATORI, ANGELO MELLONE È CAPACE DI SPETALARE FIORELLO IN 15 SECONDI - ATTORE, CANTANTE, SCRITTORE, POETA, SHOWMAN MA SOPRATTUTTO GRAN CAPO DELL'INTRATTENIMENTO DAYTIME DELLA RAI, IL BEL TENEBROSO DI TELE-MELONI, IN ATTESA DI VOLARE A SAN VITO LO CAPO (TRAPANI), PRESIDENTE DI GIURIA DELL'IRRINUNCIABILE CAMPIONATO DEL MONDO DI COUS COUS, ANZICHÉ SBATTERSI COME UN MOULINEX PER METTER SU TRASMISSIONI DECENTI PER RICONQUISTARE LA SUPREMAZIA DELLA RAI SU MEDIASET, LO RITROVIAMO COL SUO OUTFIT DA CHANSONNIER MAUDIT, ESIBIRE IL SUO STRAZIANTE RECITAR CANTANDO AL “JAZZ&IMAGE LIVE COLOSSEO FESTIVAL 2025” AL PARCO DEL CELIO, ACCOLTO DA UN FOLTO PARTERRE DI INVITATI CON L’APPLAUSO INCORPORATO (MATANO, CERNO, DESARIO, RONCONE, STRABIOLI, GINO CASTALDO, DARIO SALVATORI E TANTE RAI-GIRLS CAPITANATE DALLE PANTERONE-MILF, ANNA FALCHI ED ELEONORA DANIELE) - DEL RESTO, DITEMI VOI COME SI FA A FREGARSENE DELL’INVITO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE DI UNA PLETORA DI PROGRAMMI, RISPONDENDO AL TARANTOLATO TARANTINO: “GRAZIE, MA NEMMENO SOTTO ANESTESIA”? - VIDEO

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO