IL PATRON DI ALGEBRIS SERRA LA PORTA IN FACCIA ALLA FONDAZIONE MPS – RENZI CONTINUA A TACERE MA LA PRESA DI POSIZIONE DEL FINANZIERE LONDINESE GETTA QUALCHE OMBRA SUL SOSTEGNO DEL SEGRETARIO DEL PD ALL’OPERAZIONE MANSI-VALENTINI

Carlotta Scozzari per Dagospia

Il neo segretario del Pd, Matteo Renzi, che pensa e che ruolo ha nel caos Monte dei Paschi di Siena? Nei giorni prima dell'assemblea dei soci della banca di sabato 28 dicembre sono stati scritti fiumi di parole per tentare di tirarlo per la giacchetta dentro la vicenda. Alcune ricostruzioni dipingevano Renzi come sostenitore dell'operazione con cui la Fondazione Mps, presieduta da Antonella Mansi e in asse con il sindaco di Siena Bruno Valentini, ha votato contro la ricapitalizzazione a gennaio (così come voluta dal management della banca) facendola slittare a dopo maggio. A sostegno di questa tesi, si osservava che Valentini è renziano e che lo stesso sindaco non ha mai mancato di far trapelare una certa insofferenza per il presidente di Mps, Alessandro Profumo, fortemente voluto dal precedente primo cittadino senese Franco Ceccuzzi, sempre del Pd ma vicino a Massimo D'Alema.

Di più: qualcuno, passando per Giovanni Bazoli (e in particolare per il nipote deputato del Pd Alfredo, che simpatizza per il neo segretario del partito), intravedeva la "longa manus" di Renzi anche dietro l'operazione con cui alcune Fondazioni, sotto la regia del numero uno di Cariplo Giuseppe Guzzetti, stavano (e stanno ancora visto che manca l'accordo sul prezzo) cercando di rilevare azioni della banca dalla Fondazione, così da cavare di impaccio l'ente senese presieduto da Mansi, zavorrato da un debito da quasi 350 milioni.

Peccato soltanto che a minare, almeno in parte, la solidità di queste ricostruzioni, il 29 dicembre, il giorno successivo all'assemblea che ha visto trionfare la Fondazione Mps a scapito di Profumo, sia arrivato come un fulmine a ciel sereno un tweet di Davide Serra. Il patron dei fondi Algebris, fin dalla prima ora vicino a Renzi e grande idolo della Leopolda, ha affidato all'etere una dura condanna al comportamento dell'ente capitanato da Mansi: "Fondazione MPS, salvata con aiuti di stato. Mette a rischio Banca,soldi dei contribuenti e risparmiatori per interesse di vecchi Politicanti".

Posto che gli aiuti diretti dello Stato, in forma di Monti bond per 4 miliardi, sono andati alla banca e soltanto di riflesso alla Fondazione (una volta salvato l'istituto di credito è stato automaticamente salvato anche il patrimonio dell'ente), è chiaro che Serra, che vive e lavora a Londra ma si appassiona alle vicende politico-finanziarie dell'Italia, sostenga, ancorché indirettamente, la linea di Profumo e dell'amministratore delegato di Mps, Fabrizio Viola. Che avrebbero voluto andare sul mercato già a gennaio a battere cassa per 3 miliardi tra soci vecchi e nuovi.

E quindi? La presa di posizione del consulente renziano Serra deve fare credere che anche il segretario del Pd, che finora sul caso Mps non ha ancora proferito verbo, sia silenziosamente schierato al fianco del management della banca? Non è affatto detto, anche perché negli ultimi tempi il numero uno di Algebris non ha mancato di criticare Renzi per alcuni suoi comportamenti (come ad esempio quando a ottobre è salito sul palco con Guglielmo Epifani, ex segretario della Cgil nonché dello stesso Pd, e Piero Fassino, ex segretario dei Ds). Quindi non bisogna dare per scontato che il pensiero di Serra sia allineato a quello di Renzi. Ma nemmeno che il segretario del Pd veda la questione Mps con gli stessi occhi del sindaco di Siena Valentini soltanto perché quest'ultimo è un renziano...

 

DAVIDE SERRA ALLA LEOPOLDA DAVIDE SERRA RENZI E LETTAmpsALESSANDRO PROFUMO E FABRIZIO VIOLA franco ceccuzzi

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