donatella tesei matteo salvini

SALVINI STA CON LE PEZZE AL CULO: LA SCONFITTA DELLA LEGHISTA DONATELLA TESEI IN UMBRIA AFFOSSA IL SUO PROGETTO DI UN CARROCCIO NAZIONALE - IN CINQUE ANNI LA LEGA HA PERSO LE UNICHE DUE REGIONI DEL CENTRO-SUD CHE GOVERNAVA, SARDEGNA E UMBRIA – L’ANNO PROSSIMO RISCHIA DI PERDERE IL VENETO CHE GIORGIA MELONI VUOLE PER FRATELLI D'ITALIA: LA LEGA, PRIVA DI LUCA ZAIA (CHE NON SI PUÒ RICANDIDARE) NON PUÒ PIU' GUIDARE LA RICCA REGIONE DEL NORD-EST...

Estratto dell’articolo di Francesco Olivo e Federico Capurso per “La Stampa”

MAURIZIO LUPI - MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - DONATELLA TESEI - ANTONIO TAJANI - STEFANO BANDECCHI

 

[…] Giorgia Meloni fa i complimenti ai due governatori del centrosinistra e, dal Brasile, rinvia l'analisi del voto del suo partito. Non sfugge a nessuno, però, che il calo di consensi di FdI rispetto alle Europee (in Umbria 80 mila voti in meno) è in linea con quello visto tre settimane fa in Liguria. Segno che, come fa notare un esponente di spicco di Forza Italia, «Meloni non è certo il Salvini degli anni d'oro».

 

La linea di Fratelli d'Italia è «siamo cresciuti rispetto alle scorse regionali e perdiamo quando di fronte abbiamo il "campo larghissimo"», ma tutti sanno che un ragionamento aggiuntivo andrà fatto.

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

L'anno prossimo andranno al voto Puglia, Toscana, Campania (governate dal centrosinistra) e soprattutto il Veneto. Le prime due sono considerate sfide impossibili, la terza dipende dalle mosse di Vincenzo De Luca, mentre la battaglia è aperta (non da oggi) sul successore di Luca Zaia. E la sconfitta di Tesei non facilita di certo la trattativa.

 

Giorgia Meloni fa un ragionamento: la Lega, con queste percentuali, non può pensare di mantenere la guida di Veneto e Lombardia. Antonio Tajani, forte di una crescita costante sia in Umbria sia in Emilia-Romagna, è l'unico che ha lanciato una candidatura, quella dell'ex sindaco di Verona Flavio Tosi. La Lega, però, mai come adesso dovrà aggrapparsi al Nord-est per non perdere del tutto il suo potere regionale.

 

luca zaia salvini

Se a Salvini capiterà oggi di gettare uno sguardo sulla cartina dell'Italia che ha appeso dietro la sua scrivania, al ministero dei Trasporti, si renderà conto che la Lega è completamente scomparsa dalle Regioni del Centro-Sud. Un anno fa aveva la guida della Sardegna, con il governatore Christian Solinas, e difendeva l'Umbria con Donatella Tesei: entrambe riconquistate dal centrosinistra.

 

Sono, per essere più precisi, le uniche due regioni che Pd, M5S e Avs sono riusciti a strappare al centrodestra nel 2022. Insomma, senza accorgersene, il leader del Carroccio è tornato alla vecchia Lega Nord.

 

matteo salvini donatella tesei foto lapresse

Nelle grandi città non va meglio. A Salvini restano solo due sindaci: Michele Conti a Pisa e Alan Fabbri a Ferrara. Al Centro non sfonda, al Sud meno che mai. […]

 

Anche in Umbria, Forza Italia si è ormai riconsolidato come secondo partito della coalizione, è in crescita, mentre il Carroccio continua a ristagnare da due anni intorno al 7%, […]. […]

 

Ma la perdita della Regione è, sopra ogni cosa, un colpo durissimo al progetto di Lega nazionale che il leader aveva inaugurato ormai 6 anni fa e che ancora dopo le Europee difendeva con convinzione: «La Lega nazionale – diceva – è la scelta del futuro». Nel presente, intanto, Salvini è costretto a battere in ritirata per organizzare un'ultima linea difensiva in Veneto, dove si voterà in primavera.

tosi tajani

 

Nel quartier generale di Tesei si respira un'atmosfera funerea. Se nel pomeriggio qualche esponente con la spilla di Alberto da Giussano al petto circolava per la sede, in serata sono quasi tutti spariti. E chi è rimasto scarica una parte di responsabilità sul sindaco di Terni, Stefano Bandecchi: «Salvini non era convintissimo di allearsi con lui – stilla veleno un giovane leghista umbro – e aveva ragione. Forse, invece di portarci qualche voto, ce l'ha tolto». Rancori che non resteranno confinati in Umbria.

ANTONIO TAJANI - MATTEO SALVINIsalvini meloni tesei berlusconizaia salviniMATTEO SALVINI LUCA ZAIA LORENZO FONTANA MATTEO SALVINI - LUCA ZAIA GUIDO CROSETTO - ADUNATA DEGLI ALPINI - VICENZAzaia salviniLUCA ZAIA MATTEO SALVINIMatteo Salvini e Luca Zaia DONATELLA TESEI E MATTEO SALVINItesei salviniALBANIA QUI NON E HOLLYWOOD - MEMEsalvini tesei

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…