AMBASCE, AMBASCIATE E AMBASCIATRICI: CAROLINE KENNEDY A TOKYO. NANCY PELOSI IN ITALIA TRA 2 ANNI?

Maurizio Molinari per "La Stampa"

Caroline Kennedy è in pole position per la carica di ambasciatore degli Stati Uniti in Giappone e Tokyo l'aspetta con emozioni e curiosità che ripropongono il fascino di Camelot.

Il presidente Obama ha maturato lo scorso anno il desiderio di scegliere alcuni americani di alto profilo per assegnare loro il compito di rappresentare la nazione con un approccio diverso dal tradizionale diplomatico.

Era nata così l'opzione Anna Wintour, la regina della moda di New York, destinata a Londra dove però lei stessa ha deciso di non andare, in cambio di un incarico editoriale senza precedenti a Condé Nast.

Tramontata l'opzione della direttrice di Vogue alla Corte di St James, Obama ha così optato per la figlia di John F. Kennedy che, pur essendo digiuna di politica estera e diplomazia, ha avuto un ruolo di primo piano nelle campagna presidenziali del 2008 e 2012 nel legare l'immagine di Barack all'eredità del padre. E questo è proprio il messaggio che porta con sé a Tokyo, la capitale dell'alleato strategico più importante di Washington in Estremo Oriente.

Anche perché siamo nell'anno in cui l'America celebrerà il 50° anniversario dell'assassinio di Dallas e i richiami all'eredità di Kennedy terranno banco. L'agenda di Caroline è molto impegnativa perché include il contenzioso bilaterale sulle base dei marines nell'isola di Okinawa, la crisi nucleare con la Corea del Nord e i rapporti con il gigante di Pechino ma a giudicare dalle reazioni che rimbalzano dalla terra del Sol Levante, ciò che più conta è la ventata di novità che la nomina comporta.

«I giapponesi la accoglieranno con grande simpatia e calore perché si tratta della figlia di John F. Kennedy assicura Takashi Koyama, politologo dell'Università internazionale di Akita - che è ricordato qui con intenso affetto e vasto apprezzamento». D'accordo si dice Jun Okumura, analista di affari nipponici all'Eurasia Group, secondo il quale «viviamo nell'età della comunicazione, le decisioni-chiave vengono prese dalle capitali, il ruolo degli ambasciatori è in gran parte simbolico e la Kennedy lo rivestirà nella maniera più efficace».

Non è tutto perché, concordano Koyama e Okumura, «la nomina della Kennedy contiene anche un messaggio alla società giapponese, dove le donne hanno un ruolo ancora assai limitato nella vita pubblica».

A tale riguardo l'arrivo di Caroline Kennedy a Tokyo previsto per l'estate, se il Senato di Washington approverà in tempo una nomina che la Casa Bianca non ha ancora formalizzato - già comporta una sfida al cerimoniale in quanto lei ha scelto di portare il cognome da nubile e non quello del marito, mentre la legge nipponica non lo consente.

Ciò significa che ovunque andrà, per il solo fatto di chiamarsi Kennedy evocherà non solo il carisma di Camelot ma anche l'impegno dell'Amministrazione democratica per la difesa dei diritti delle donne.

A Washington c'è chi assicura che il presidente Obama pensi anche a un'altra donna come nomina politica in una nazione amica: l'ex presidente della Camera Nancy Pelosi, che potrebbe arrivare a Roma fra due anni, dopo le elezioni per il rinnovo del Congresso, dando il cambio a John Phillips che dovrebbe insediarsi quest'estate al posto di David Thorne, di ritorno a Washington.

 

CAROLINE KENNEDYObama con Janet Napolitano e Caroline Kennedy Da La StampaJOHN PHILLIPSDAVID THORNE CON JOHN ELKANN ALLA MESSA PER AGNELLI FOTO ANSA IL GOBBO DI NANCY PELOSI jpegLEON PANETTA NANCY PELOSI E MARIO MONTI DAVID THORNE E MOGLIE CON NANCY PELOSIusa06 santanche nancy pelosi

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